Come possiamo raggiungere la nostra salvezza? La Madonna lo spiega chiaramente nell’ultimo messaggio da Medjugorje a Mirjana
Nel messaggio del 2 Luglio a Medjugorje Don Renzo ci invita a riflettere su alcuni temi fondamentali.
Un messaggio da Medjugorje, quello del 2 Luglio 2019, completamente diverso, come struttura, dai precedenti.
Medjugorje: l’apparizione mensile alla veggente Mirjana era iniziata alle 8.39 ai piedi del Podbro nei pressi della Croce Blu. La Regina della Pace ha parlato per quasi 6 minuti lasciandoci un messaggio dai contenuti molto forti e da approfondire.
Don Renzo Lavatori commenta per la Luce di Maria l’ultimo messaggio da Medjugorje del 2 Luglio 2019
L.d.M. – Don Renzo il messaggio del 2 Luglio ha qualcosa di diverso rispetto a tutti quelli sinora pronunciati dalla Vergine Maria. Cosa è cambiato e cosa viene a dirci la Madonna?
D.R.L. – Questo messaggio si presenta effettivamente con una struttura del tutto particolare, che non si è verificata in altri messaggi antecedenti. Esso viene scandito da un saluto e richiamo dolcissimo: “Figli miei cari”, precisamente per sette volte, dove ogni volta risulta un aspetto della vita cristiana, intessuta, vivificata, illuminata dalla fede. Si può dire che si tratta di un vero settenario cioè sette punti capisaldi, quale vademecum per i suoi figli amati e i suoi discepoli fedeli: ascoltiamo – meditiamo – viviamo.
Medjugorje: La missione materna di Maria
L.d.M. – Don Renzo, qual è la spiegazione che la Madonna da’ della sua presenza tra noi?
D.R.L. – “Cari figli, secondo il volere del Padre misericordioso, vi ho dato ed ancora vi darò segni evidenti della mia presenza materna”. Ella ci fa capire la ragione per cui viene tra noi e si affianca sul nostro pellegrinaggio terreno, quale messaggera inviata da Dio Padre, in corrispondenza alla sua divina volontà. Ciò significa che le sue apparizioni rientrano nel progetto salvifico del Padre Celeste e come tali vanno accolte, comprese e vissute.
L.d.M. – Come possiamo far parte, entrare nel progetto salvifico?
D.R.L. – La presenza di Maria è accompagnata da segni particolari che rivelano la sua funzione materna, la sua missione di accompagnatrice, maestra e guida dei suoi figli sempre bisognosi delle sue parole e dei suoi ammonimenti. Di questo dobbiamo prendere atto, sentirne non solo la gioia e l’esultanza, ma anche la necessità e l’urgenza affinché per mezzo di Lei noi possiamo vivere su questa terra da veri convinti cristiani. Ascoltando e seguendo Lei, noi assecondiamo la divina volontà e perciò entriamo pienamente nel progetto di salvezza de nostro Padre Celeste.
Medjugorje: la guarigione e la salvezza delle anime
L.d.M. – La Mamma Celeste come ci rivela la sua missione?
D.R.L. – “Figli miei, essa (la mia presenza) è per il mio desiderio materno della guarigione delle anime”. Maria rivela lo scopo o la finalità per cui svolge la sua missione, che consiste unicamente ed esclusivamente per la guarigione dei suoi figli, cioè la loro sanazione, purificazione, conversione concernente sia le guarigioni fisiche sia soprattutto la guarigione del cuore, che si trova spesso in situazioni di amarezza e grande sofferenza. Si sa che tale disagio proviene dal peccato quale mancanza di amore o rifiuto dell’amore.
L.d.M. – Quanto bisogno abbiamo di questo risanamento?
D.R.L. – La creatura umana ha un bisogno vitale di essere risanata, in modo che le sue ferite psichiche, affettive, spirituali siano rimarginate e il cuore ne venga rinnovato e trasfigurato per un cuore nuovo, sereno e colmo di gioia e di amore. Per essere autentici cristiani e vivere in coerenza il Vangelo, non vi è altro modo che quello di essere risanati. Ciò è avvenuto con il sacramento del battesimo e si rinnova di giorno in giorno fino al raggiungimento della salvezza eterna e beatificante del paradiso.
La fede autentica vive sulla Parola del Figlio suo
L.d.M. – Maria parla di fede autentica. Come ci si arriva?
D.R.L. – “Il mio desiderio è che ogni mio figlio abbia una fede autentica, che viva esperienze prodigiose bevendo alla sorgente della Parola di mio Figlio, della Parola di vita”. Non vi è altra sorgente, zampillante per la vita sulla terra e nel cielo, al di fuori della Parola di vita di Cristo, il Verbo eterno di Dio fatto uomo.
Su questo punto la Vergine non solo non ha dubbi, ma insistentemente ripete che la vera luce, che indica la via e che porta alla vita terrena ed eterna, sta solamente nell’ascolto, nell’assimilazione e nella attuazione di quella Parola che è discesa dal cielo e si è fatta carne, cioè il Figlio suo amatissimo, Gesù Cristo. Perché vogliamo cercare altre parole che non hanno la medesima forza? Perché ci lasciamo travolgere da parole vane e anche dannose piuttosto che restare avvinti alla parola evangelica? Dovremmo tornare a leggere e meditare la Sacra Scrittura.
Essa soltanto possiede una luminosità e una vitalità che unicamente possono alimentare e ravvivare le nostre deboli forze. Ma di quella Parola vitale ne facciamo veramente il centro del nostro ascolto quotidiano?
La fede trasforma il dolore in offerta d’amore
L.d.M. – A questo punto la Vergine parla di dolore e sofferenza.
D.R.L. – “Figli miei, la fede eleva il dolore e la sofferenza. La fede autentica rende la preghiera più sensibile, compie opere di misericordia: un dialogo, un’offerta”. Ancora una caratteristica speciale della potenza operativa della fede sotto due aspetti di vita. Un primo aspetto riguarda il problema fondamentale della sofferenza e del male, che tocca ogni essere umano e davanti al quale si possono assumere atteggiamenti diversi ed anche opposti: alcuni lo respingono di sana pianta e lo considerano qualcosa del tutto negativo da debellarsi; altri lo sopportano con rassegnazione e tristezza, come fosse un dato di fatto inevitabile che quindi va affrontato il meglio possibile; altri, infine, si lasciano dominare dal dolore fino a perdere ogni speranza e cadere in una depressione tale fino al desiderio della morte.
L.d.M. – La Madonna, come ci esorta a vivere questi momenti?
D.R.L. – La Vergine, conformemente alla verità evangelica, fa della sofferenza di qualsiasi tipo, fisica, psichica e spirituale, causata dal peccato del mondo e assolutamente non da Dio, un evento di positiva salvezza, in quanto diventa uno strumento per mezzo del quale possiamo crescere e maturare da un punto di vista umano e cristiano; soprattutto può essere fonte di merito e di guarigione.
L.d.M. – In che modo?
D.R.L. – Il dolore, sofferto e affrontato per amore di Gesù crocifisso, si trasforma in salvezza terrena ed eterna per sé stessi e per i fratelli peccatori e bisognosi. Ciò è possibile per il mistero pasquale di Cristo, che ha vissuto sofferenze enormi fino al sacrificio sulla croce unicamente per adempiere la volontà del Padre e per la nostra redenzione. Con ciò ha dimostrato che l’amore è più forte del dolore e di ogni male, anzi diventa la vittoria più grande su ogni male e sulla morte stessa.
In questo modo la Vergine ci insegna uno strumento di immenso valore, di cui dovremmo fare tesoro, soprattutto con l’aiuto della preghiera, che rende la sofferenza viva ed efficace per compiere ogni vero bene per noi stessi e per tante creature umane.
Medjugorje: la fede dona la felicità sulla terra e nella vita eterna
Ora la Gospa afferma che chi ha fede, fede autentica, vive comunque sereno. Come?
D.R.L. – “Quei miei figli che hanno fede, una fede autentica, sono felici nonostante tutto, perché vivono sulla terra l’inizio della felicità del cielo”. In queste parole è contenuta una perla di grande valore, nel senso che costituisce il segreto per vivere un’esistenza intessuta di serenità, di fiducia e di grande ardore e ottimismo. Ciò proviene dal fatto che la fede si affida alla divina potenza e giustizia, alla divina misericordia e sapienza, per cui ogni cosa, ogni avvenimento, ogni circostanza acquista un valore e una forza non più negativa e semplicemente umana ma soprannaturalmente infinita e onnipotente.
L.d.M. – Ma questo affidarsi molte volte ci resta difficile e ci crea ansia
D.R.L. – Perché affannarsi, preoccuparsi con ansia, imprecare, rattristarsi fino alla perdita di ogni speranza e addirittura raggiungere un pessimismo esacerbante e distruttore? Se Dio è con me, Padre dolcissimo che mi sostiene, mi protegge e io mi abbandono filialmente tra le sue braccia, di chi e di che cosa posso aver paura?
Se Gesù è con me, chi può essere contro di me? Quale intenso spessore e apertura di vitalità e di felicità già su questa terra, come anticipazione della beatitudine senza fine nel regno di Dio! Lasciamoci avvolgere, coinvolgere e travolgere da questa fede piena, ardente, totalizzante. Allora la vita veramente assume una raffigurazione, una consistenza diversa, perché si fa ricca e portatrice di amore, verità ed eternità, in forza di una fede costante e imperterrita.
Medjugorje: La fede piena costituisce la luce nelle tenebre
L.d.M. – A questo punto siamo invitati da Maria a dare esempio. Cosa bisogna dunque fare?
D.R.L. – “Figli miei, apostoli del mio amore, vi invito a dare esempio di fede autentica, a portare la luce là dove c’è tenebra, a vivere mio Figlio”. Con questa puntualizzazione la Vergine dona il mandato ai suoi figli di rappresentarla tra gli uomini, costituendoli apostoli quali testimoni del suo amore. Soprattutto Ella ci incita ad essere fonte di luce in mezzo ad un mondo tenebroso in cui viviamo.
L.d.M. – Di che luce parla la Madonna?
D.R.L. – Lo dice immediatamente dopo: la luce del mondo è Gesù stesso, suo Figlio il quale si è proclamato di essere l’unica vera Luce del mondo. Non esiste altra luce cosi radiosa e vitale come questa. Occorre perciò tenerla accesa internamente nella nostra mente, nel nostro cuore e in tutti i momenti della nostra esistenza quotidiana.
Solo Lui, il Figlio di Maria, può essere capace di avere una tale luce potente da diradare e allontanare le paurose e angosciose oscurità della vita sulla terra. Questa luce è la verità che Lui ha portato e trasmesso con la sua Parola. Da qui il nostro impegno, se vogliamo essere seriamente apostoli mariani, di vivere il Figlio.
L.d.M. – Cosa vuol dire “vivere il Figlio”?
D.R.L. – La frase è molto forte e incisiva: vivere il Figlio significa possederlo, amarlo, adorarlo, obbedirgli, seguirlo, metterlo al centro della nostra persona, dei sentimenti, delle scelte esistenziali, del nostro modo di comportarci. In altre parole, vivere il Cristo significa esserne imbevuti come una spugna dall’acqua pura e salutare. Non è un impegno da poco, ma esso costituisce il senso più bello e splendente del nostro essere e operare nel mondo, per renderci testimoni veraci in mezzo all’umanità annebbiata di oggi.
Medjugorje: La fede vera richiede l’unione con i pastori
L.d.M. – Come possiamo seguire Cristo in questo modo totale?
D.R.L. – “Figli miei, come Madre vi dico: non potete percorrere la via della fede e seguire mio Figlio senza i vostri pastori. Pregate che abbiano la forza e l’amore per guidarvi. Le vostre preghiere siano sempre con loro”. Quest’ultima indicazione ci fa riflettere profondamente. Davanti a tanta crisi di sacerdoti santi e illuminati, ci si sente interdetti e disorientati. Allora si va in cerca di altre guide, che sembrano più credibili, si va dietro a pseudo veggenti, a profeti isolati e strani, perdendo il contatto saggio e fruttuoso con i pastori che hanno l’autorità e il servizio dato loro dalla Chiesa e dal suo grande pastore Cristo.
L.d.M. – Quindi un richiamo a prestare attenzione a quei “famosi falsi profeti”. Ma come si fa a distinguerli?
D.R.L. – È certo che bisogna trovare un pastore ben fatto che sia una lampada accesa, che faccia una luce forte e amorevole, in cui possiamo avere la certezza e la serenità di camminare sulle vie giuste della grande luce di Cristo e non andare dietro a lucignoli falsi e ingannevoli. Per questa ragione dobbiamo pregare incessantemente il Signore, che mandi operai fedeli e saggi al suo popolo. Questa preghiera non deve mai mancare nel nostro cuore. Ben sappiamo che le pecore, se non hanno un buon pastore, facilmente si disperdono e si smarriscono con il pericolo di inabissarsi nelle tenebre della menzogna e malvagità.
L.d.M. – Quanto può servire questa nostra preghiera?
D.R.L. – La crisi di vocazioni sacerdotali è un chiaro indice di una deficienza nella Chiesa, che va superata e colmata. La preghiera per i sacerdoti, la vicinanza sincera ad essi, la comunione spirituale con loro, sono tutte situazioni che garantiscono la vita santa e fruttuosa dei cristiani. Se eseguiamo l’invito pressante della Vergine, dobbiamo credere e sperare in un miglioramento di tale condizione critica, che tocca propriamente le persone dei pastori del popolo di Dio.
Ringraziamo Don Renzo Lavatori per questa sua profonda meditazione teologica sui contenuti del messaggio da Medjugorje del 2 Luglio 2019
Preghiera a Maria Vergine nostra guida, di Don Renzo Lavatori
O Vergine Maria, dopo i tuoi sette punti basilari ovvero le sette indicazioni stradali per un cammino di convinta e piena fede che conduce alla vita e alla salvezza eterna, noi restiamo attoniti e sospesi, ma non schiacciati. Sorretti dalla tua materna custodia, siamo certi di essere condotti verso il bene. L’importante è che da parte nostra ci sia tutta la disponibilità a tenere presente queste sette perle preziose e metterle in pratica ogni giorno.
Donaci il tuo aiuto, la tua luce, la tua grazia. Se restiamo affidati a Te e con Te, possiamo fare passi da giganti per la nostra salute e l’avvento di una nuova umanità, affinché tuo figlio torni a regnare nei cuori dei tuoi figli, dei nostri pastori e di tutti gli uomini. Grazie che non ci abbandoni, o Madre pia o Vergine Maria. Amen!
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