Medjugorje: la Messa nella Chiesa di San Giacomo diventa d’Oro

La parrocchia di Medjugorje ha celebrato una messa speciale. Cosa si è festeggiato nella chiesa di San Giacomo? Una importante ricorrenza per 5 frati 

foto Digital foto video Studio Dani

La Messa D’Oro si è svolta il 24 Luglio scorso, vigilia di San Giacomo, protettore della parrocchia di Medjugorje, davanti a migliaia di persone radunate nella spianata davanti all’altare esterno della Chiesa.

Medjugorje: la celebrazione concelebrata da Mons. Hoser

La celebrazione eucaristica è stata presieduta da Monsignor Luigi Pizzuto, Nunzio Apostolico della Bosnia Erzegovina, e concelebrata da Monsignor Henryk Hoser, Visitatore Apostolico permanente per il vaticano a Medjugorje, Monsignor Giovanni D’Ercole, Vescovo della diocesi di Ascoli Piceno, padre Miljenko Steko, provinciale dei frati minori francescani dell’Erzegovina, padre Marinko Sakota, parroco di Medjugorje, insieme ai cinque frati che hanno festeggiato il loro 50° anniversario di sacerdozio.

E sono: fra Ivan Dugandžić, fra Tomislav Pervan, fra Ante Kutleša (vivono e lavorano nella parrocchia di Medjugorje), fra Vitomir Musa (in servizio a Široki Brijeg) e fra Ante Leko (in servizio a Posušje).

Medjugorje messa doro
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Durante la sua omelia, Monsignor Pizzuto, in riferimento alla lettura del Vangelo di Matteo in cui la madre degli apostoli, Giovanni e Giacomo, raccomanda un posto di prestigio per i propri figli a Gesù, ha sottolineato il valore che assumono i termini autorità e responsabilità nella cultura cristiana. L’esatto opposto di ciò che il mondo intende. Il messaggio evangelico è chiaro: sono sinonimi di disponibilità a servire, poiché il Figlio dell’Uomo, il capo del Regno messianico non è venuto per essere servito ma per servire.

Alla sequela di Cristo, non c’è spazio per l’ambizione

Ciò ricorda a tutti noi che siamo alla sequela di Cristo, che non c’è spazio per l’ambizione, il potere, l’autoritarismo perché tutto ciò rompe l’unione serena all’interno della comunità cristiana. Così com’è successo tra gli apostoli, che si sono irritati per la richiesta della mamma di Giacomo e Giovanni. Forse, madre e figli, pensavano al regno e alla corte di re Erode, di cui avevano esperienza. Allora Gesù spiega loro con pazienza, e da buon pedagogo, come stanno in realtà le cose riguardo al futuro regno del Messia.

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Gesù prepara quella manciata di uomini destinati ad essere le future guide e pilasti della Chiesa, ma lo fa rompendo gli schemi convenzionali e li esorta: “ Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà cosi; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore e chi vuole essere primo tra voi, sarà vostro schiavo”.

Chissà se la madre e i figli, Giovanni e Giacomo, avevano capito la risposta di Gesù.

“Aspettavano tutti un Messia politico che garantisse ricchezza, potere, sicurezza materiale come qualsiasi altro regno terreno – continua Mons Pizzuto. Ciò si comprende e giustifica perché erano ancora all’inizio della loro esperienza cristiana e non avevano ricevuto lo Spirito Santo. Lo stesso errore che commettiamo noi, ancora oggi. È necessario fare molto attenzione. E’ molto subdolo il rischio che dietro il voler essere per gli altri, si nasconda il bisogno di affermazione, di riconoscersi bravi, di ricoprire un incarico. Ma noi non abbiamo giustificazione, dopo 2000 anni di Cristianesimo”.

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Messa d’Oro a Medjugorje: Perché il Signore ci ha chiamati a essere preti?

Mons. Pizzzuto ha concluso con queste parole: “Il Signore ci ha chiamati a essere preti, non perché siamo più intelligenti, santi degli altri. Anzi, più andiamo avanti negli anni e più ci riscopriamo peccatori. E allora perché siamo preti? Quasi non trovo una risposta umana, non la trovo. Siamo preti Dio ci ha chiamati cosi come siamo.

E ci ha chiamati perché ci ha voluto bene. E allora ti chiedi perché ci ha voluto bene? Non ho risposta. Entriamo così nel mistero della nostra vita e nel mistero del sacerdozio che ci accompagna fino all’ultimo giorno. Ma quando sappiamo di essere amati da Dio, allora veramente non ci manca nient’altro. Allora viene veramente la speranza, la gioia e la volontà di andare avanti. Auguroni!”

Al termine della celebrazione Mons. Pizzuto ha consegnato in dono ai cinque sacerdoti un ricordo da parte di Papa Francesco, del padre provinciale e del parroco per il loro 50° anniversario di sacerdozio.

Simona Amabene 

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Si ringrazia lo Studio Dani per la gentile concessione delle immagini

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