E’ l’amore che apre le porte del Paradiso. Don Renzo Lavatori commenta, per La Luce di Maria, l’ultimo messaggio del 2 maggio 2019 da Medjugorje.
Un messaggio estremamente attuale che ci richiama a riflettere profondamente sull’Amore di Dio per noi suoi figli.
Parole molto profonde è ricche di significato quelle del messaggio dello scorso 2 Maggio. Rileggiamole attraverso il commento teologico di Don Renzo Lavatori. Parole nel quale la Madonna si fa testimone di questo immenso amore del Padre. Un Amore che giustifica anche la sua missione.
“Cari figli, con amore materno vi invito a rispondere, con cuore puro, aperto e con totale fiducia, al grande amore di mio Figlio. Io conosco la grandezza del Suo amore, io L’ho portato dentro di me, l’ostia nel cuore, la luce e l’amore del mondo. Figli miei, rivolgersi a voi è segno del Suo amore, è segno dell’amore e della tenerezza del Padre Celeste, un grande sorriso colmo dell’amore di mio Figlio, l’invito alla vita eterna.
Il sangue di mio Figlio è stato versato per voi, per amore, questo sangue prezioso per la vostra salvezza, per la vita eterna. Il Padre Celeste ha creato l’uomo per la gioia eterna. Non è possibile che moriate voi che conoscete l’amore di mio Figlio, voi che Lo seguite. La vita ha trionfato, mio Figlio è vivo. Perciò figli miei, apostoli del mio amore, che la preghiera vi mostri la via ed il modo di diffondere l’amore di mio Figlio, la preghiera nella forma più sublime. Figli miei, anche quando provate a vivere le parole di mio Figlio, voi pregate. Quando amate coloro che incontrate, diffondete l’amore di mio Figlio.
L’amore è ciò che apre le porte del paradiso, è quella chiave che apre la porta del paradiso. Figli miei, dal principio io ho pregato per la chiesa, perciò anche voi, apostoli del mio amore, vi invito a pregare per la chiesa e per i suoi ministri, per coloro che mio Figlio ha chiamato. Vi ringrazio”.
L.d.M – Caro Don Renzo l’ultimo messaggio del 2 maggio è particolarmente bello e veramente molto ricco.Come possiamo suddividerlo per meglio comprenderlo?
D.R.L – Come al solito, il messaggio inizia con un breve saluto, in cui la Vergine invita tutti noi a corrispondere all’amore di Gesù. Seguono tre argomenti: il primo descrive le ricchezze dell’amore del Figlio; il secondo sottolinea che con la risurrezione di Cristo la vita ha vinto sulla morte; il terzo espone la via o il mezzo per diffondere quello stesso amore.. Infine, come conclusione, ci sollecita a pregare per la Chiesa.
L.d.M – Entriamo quindi nel messaggio. Qual è l’invito che ci rivolge la Madonna?
D.R.L – Dalle brevi parole introduttive appare subito che il centro e il perno di questo messaggio sta precisamente nell’amore di Maria, di suo Figlio e nostro. “Cari figli, con materno amore vi invito affinché con cuore puro ed aperto, con totale fiducia, rispondiate al grande amore di mio Figlio”. Ella parte dal suo amore materno per sollecitarci ad avere un cuore aperto all’amore come il suo, per accogliere e corrispondere all’amore immenso di suo Figlio.
L.d.M – Un vero inno all’amore di Dio
D.R.L – Esattamente. Queste parole costituiscono un luminoso cantico all’amore che unisce mirabilmente il Cuore di Maria con il nostro cuore per essere colmi dell’amore che sgorga dal Cuore di Cristo. Tre cuori che, uniti insieme, rendono ragione dell’amore autenticamente cristiano, per indicare che non esiste altro amore che non abbia questa triplice configurazione: da Maria a noi e da noi a Gesù, per poi diffondersi tra di noi e verso l’umanità dolente, assetata di questo vitale e vibrante amore.
L.d.M – Come ci spiega e quali sono le caratteristiche di questo amore?
D.R.L – L’amore, che nasce dal Cuore di Cristo squarciato sulla croce, forma la sorgente unica e vitale, a cui occorre attingere per avere e vivere un amore intenso, puro e generoso. A tale scopo la Vergine elenca le qualità sublimi dell’amore del Figlio, che Ella ha portato e nutrito dentro il suo grembo immacolato: “Io conosco la grandezza del suo amore; io ho portato Lui dentro di me, l’Ostia in cuore, la Luce e l’Amore del mondo”. Come si vede sono indicate tre caratteristiche di quell’amore infinito di Gesù.
L.d.M – La prima è, immagino, la grandezza
D.R.L – Certamente. La prima è proprio la sua grandezza, nel senso della sua immensità e infinitezza, un amore che non ha misura ma va al di là di ogni misura umanamente calcolabile, che non si esaurisce mai né si affievolisce, ma disseta ogni nostra esigenza di vero amore e poi se ne gusta il sapore e la freschezza, per averne ancora sete senza che quell’acqua oceanica si dissecchi.
L.d.M – Quali sono le altre due caratteristiche?
D.R.L – La seconda caratteristica fa vedere che quell’amore è intessuto di sacrificio, dolore e donazione totale fino all’immolazione sulla croce quale Ostia santa, immacolata e gradita al Padre. E non vi può essere un amore più grande e intenso di questo, che possiamo accogliere in noi e colmarci di esso in ogni celebrazione eucaristica, per tenerlo nel nostro intimo, come ha fatto Lei, sua Madre santissima. La terza caratteristica sta nella luminosità di questo amore, il quale effonde su tutta la faccia della terra la vitalità, l’energia, la salute per il bene delle creature umane, facendo risplendere ogni cosa quale dono concreto e meraviglioso dell’amore divino.
L.d.M – Come può giovare questa luminosità al nostro quotidiano?
D.R.L – Con questa luce noi possiamo contemplare le persone, gli esseri svariati, gli avvenimenti, la storia personale e sociale, ogni realtà che fa parte del nostro cammino quotidiano in modo chiaro e benevolo, senza lasciarci ingannare o annebbiare, ma ponderando e discernendo tutto secondo il suo amore veritiero e non secondo le nostre meschine vedute o i giudizi molto superficiali. Che meraviglia! Veramente il mondo e l’umanità acquisterebbero una visione più bella e avvincente.
La cosa sorprendente sta nel fatto che Maria assicura che quanto dice corrisponde alla realtà, perché Lei ha portato suo Figlio dentro di sé quale sua genitrice e perciò ha sentito tutti i battiti del suo grande Cuore e li ha maternamente condivisi, non solo durante i novi mesi i gestazione ma fino alla consumazione della sua missione salvatrice. E anche ora, nella gloria del paradiso, Lei è sempre al suo fianco e si fa partecipe dei suoi sentimenti nei nostri confronti.
L.d.M – A questo punto c’è una sorta di rivelazione, quasi una novità giusto?
D.R.L – Si, la Vergine aggiunge due parole, e qui sta la novità del messaggio, svelando un segreto del suo animo: “Figli miei, anche il mio rivolgermi a voi è un segno dell’amore e della tenerezza dell’amore del Padre Celeste, un grande sorriso ricolmo di amore di mio Figlio, una chiamata alla vita eterna”. Ella confessa candidamente e profondamente che la sua presenza in mezzo a noi e i suoi interventi sono il dono dell’amore tenerissimo del Padre, che si riflette nel Figlio incarnato, come fosse un sorriso di gioia e di compassione per tutti noi, che deve condurci alla vita vera, quella eterna. Qui si nota la sostanza di tale amore, che non corrisponde a quello umano così debole, incostante, superficiale e frivolo, ma un amore che possiede un valore immortale e imperituro, che ci rende felici già su questa terra e che avrà la pienezza nella beatitudine in cielo.
L.d.M – La parte centrale del messaggio inizia con Maria che ci parla del Sangue del Figlio. Cosa ci sta dicendo?
D.R.L – Maria fa una bellissima catechesi sull’opera redentrice compiuta dal Figlio: “Il Sangue di mio Figlio è stato versato per voi per amore. Quel Sangue prezioso è per la vostra salvezza, per la vita eterna. Il Padre Celeste ha creato l’uomo per la felicità eterna”. Con queste parole Ella afferma due cose importantissime: anzitutto dichiara che l’amore del Figlio è costato l’effusione del suo Sangue, che, quale sacrificio di espiazione e purificazione dei nostri peccati, ci dona la salvezza eterna, a cui siamo chiamati dal Padre Celeste.
Quel Padre Celeste (la seconda cosa – ndr) che ci ha creati appositamente per farci godere la sua stessa felicità, rendendoci partecipi della natura divina. Nulla di più eclatante e affascinante! Per questa ragione la morte non ha più alcun potere su di noi, in quanto portiamo il seme dell’immortalità divina. Con ciò stesso la morte, e con essa ogni cattiveria e sofferenza, è stata distrutta.
L.d.M – Ma la morte non può vincere in nessun caso?
D.R.L – La vita, che Gesù ci ha donato, è più forte della morte in quanto è intrisa di amore: “Non è possibile che moriate, voi che conoscete l’amore di mio Figlio, voi che lo seguite. La vita ha vinto: mio Figlio è vivo!”. Sono parole di altissimo valore umano e spirituale. Dobbiamo farle nostre e possederle come un tesoro prezioso che non possiamo perdere o privarci di esso con il peccato. Se ci lasciamo dominare dal nostro egoismo e dalla mondanità delle cose, come schiavi del male, allora la morte vince sulla vita e in questo caso estremo si tratta della seconda morte, quella eterna.
L.d.M – A questo punto la Vergine ci chiama apostoli del suo amore. Cosa dobbiamo fare per esserlo realmente?
D.R.L – E’ la Vergine stessa a dirci come dobbiamo fare per essere apostoli del suo amore e di rimando a quello del Figlio, al fine di espanderlo nel mondo intero: “Perciò, figli miei, apostoli del mio amore, la preghiera vi mostri la strada, il modo di diffondere l’amore di mio Figlio nella forma più eccelsa”. Per ottenere l’amore ed essere apostoli e testimoni vi è una via maestra che è la preghiera.
L.d.M – Cosa rischiamo se la nostra preghiera non è forte?
D.R.L – Se la preghiera perde quota e si arena, purtroppo perdiamo il contatto con la fonte perenne dell’amore e il nostro cuore si inaridisce, si indebolisce, si pietrifica, svuotandosi di ogni slancio interiore e di ogni buon sentimento. Diventiamo come cadaveri traballanti e disorientati, privi di ogni impulso vitale ed espansivo. Dunque la preghiera ci rigenera e ci rimette in forza per poter vivere di amore e operare con amore, soffrire nell’amore e donarsi amorevolmente.
L.d.M – Da qui l’esortazione seguente?
D.R.L – Proprio da questo. Maria ci esorta in maniera pressante e convincente: “Figli miei, anche quando cercate di vivere le parole di mio Figlio, voi pregate. Quando amate le persone che incontrate, diffondete l’amore di mio Figlio. L’amore è quello che apre le porte dl Paradiso”. Davanti a queste vibranti parole non possiamo fare altro che meditarle a fondo, farle nostre e viverle ogni momento. In tal modo l’amore di Gesù, attraverso l’amore materno di Maria, si fa anima della nostra anima. Motore primario per muovere ogni nostro pensiero, atteggiamento, ogni emozione e passione sotto la potenza vivificante di quell’amore. Lasciamoci avvolgere, coinvolgere e travolgere da esso per essere anche noi piccole fonti che lo trasmettono ai cuori che ne sono assetati e così aprire ad essi le porte del Paradiso, dove si entra soltanto se si è immersi nell’amore divino e fraterno.
L.d.M – Alla fine, come fa spesso, la Vergine chiede di pregare per la Chiesa e in particolare per i pastori: “Figli miei, sin dall’inizio ho pregato per la Chiesa. Perciò invito anche voi, apostoli del mio amore, a pregare per la Chiesa e i suoi ministri, per coloro che mio Figlio ha chiamato”. E’ un richiamo all’attuale situazione?
D.R.L – In effetti tutti costatiamo la vasta crisi in cui versa la Chiesa santa di Dio e soprattutto nei riguardi dei ministri sacri. La crisi non si riferisce solo agli scandali morali ma anche a quella sottile e perfida apostasia che tocca gli aspetti dottrinali e santificanti, cioè ad una perdita di fede. Per essi si deve elevare una preghiera confidente e insistente al Cuore Immacolato di Maria e a quello di Gesù, dove i sacerdoti sono accolti, amati, purificati, benedetti e salvati.
Dopo aver ascoltato e meditato le tue profonde e luminose parole sul Divino Amore, che sono scese nel nostro animo, o Madre cara, siamo qui per chiederti umilmente che tu possa comunicarci un po’ del tuo slancio dì amore che porti nel tuo Cuore Immacolato, affinché si riversi nel nostro piccolo cuore e lo renda puro, forte e ardente del medesimo fuoco di amore inestinguibile.
Intercedi per noi per ottenerci un cuore nuovo, libero e generoso, non più ripiegato miseramente su se stesso ed inquieto, ma pronto a donarsi e trasfondere attorno a sé la letizia e la fiducia che risanano le ferite più profonde del cuore umano. Tu, o Vergine clemente, prendici per mano e portaci sempre più vicini a tuo Figlio, per percepire con te i dolcissimi battiti del suo Cuore ed esserne innamorati, ora e sempre. Amen
Don Renzo Lavatori, nasce a Monte Roberto (AN) è laureato in Teologia dogmatica, nonché membro della Pontificia Accademia Teologica. Sono molte le cariche da lui ricoperte tra cui quelle di docente di Teologia dogmatica, alla Pontificia Università Urbaniana di Roma. Docente presso l’ISSR dell’Apollinare dell’Università della Santa Croce, docente presso l’Ecclesia Mater del Laterano per la teologia ai laici del vicariato di Roma. Autore di molti testi e conduttore di insegnamento teologico a Radio Maria, ci aiuta a comprendere l’ultimo messaggio della Regina della Pace da Medjugorje.
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