Medjugorje: la storia di Dario e della sua famiglia parla di due miracoli uno fisico, l’altro spirituale.
Il miracolo di Dario potrebbe essere letto come una delle tante guarigioni avvenute a Medjugorje.
Ascoltando però la testimonianza dei genitori del piccolo di 9 anni, ci siamo trovati di fronte ad un doppio miracolo che ha coinvolto non solo il bimbo, ma tutta la sua famiglia. La malattia di Dario è stata il mezzo che ha permesso la realizzazione del disegno divino di conversione dei suoi genitori.
Dario ha solo 9 anni quando il suo piccolo cuore viene colpito da una rarissima forma di tumore. Una diagnosi feroce, arrivata improvvisamente ed inattesa che ha gettato i genitori del piccolo nella più profonda disperazione. Quello che sembrava un problema respiratorio manifestatosi da poco nascondeva una realtà ben più amara.
Siamo nel mese di novembre del 2006 quando Alessandro, il papà di Dario, si rende conto che c’è qualcosa che non va stava. Stava correndo, come faceva spesso nei momenti di tempo libero, con il figlio quando Dario si arrestò di colpo cadendo in ginocchio a terra. Respirava a fatica e quella che doveva esser una normale giornata di festa iniziò a prendere una piega ben diversa.
La corsa in ospedale, i controlli ed il referto. Dario aveva un tumore di ben 5 centimetri all’interno del proprio cuore. Un caso rarissimo di neoplasia, il diciannovesimo mai riscontrato fino a quel momento nel mondo. La sua complessità consisteva nel fatto che era praticamente impossibile diagnosticarlo in quanto generalmente non presenta sintomi. Un tumore che, proprio per questo, porta spesso ad una morte improvvisa, senza preavviso.
“Perché noi, perché a noi” furono le parole disperate della mamma Nora all’udire quella sentenza. I genitori caddero così nella più nera disperazione. Alessandro, da sempre lontano dalla fede, esclamo: “Qui solo la Madonna ce lo può salvare”
Ma perché Alessandro, uomo non di chiesa, aveva pronunciato quella frase? Perché, rileggendo ciò che gli era successo pochi giorni prima capì che aveva ricevuto un segno. Mentre era dal suo amico parrucchiere, ricevette in regalo da questo una Coroncina del Rosario di cui Alessandro ignorava il significato e l’uso. “Questa coroncina – gli disse l’amico – era per un signore che qualche giorno fa mi aveva chiesto di pregare per il figlio malato terminale. Non l’ho più visto e per cui vorrei che tu la custodisca ne comprenda il senso e lo metti in pratica”. Alessandro l’aveva riposta in una tasca non sapendo ancora cosa stesse per accadere nella sua vita.
Qualche settimana dopo il referto medico, si presenta in casa di Alessandro e Nora un conoscente che afferma di non essere lì per commiserarli ma per sapere se erano disposti a pregare, ad andare a Medjugorje. E così, insieme al piccolo Dario i tre partirono per quello sconosciuto paesino della Bosnia come fosse l’ultima spiaggia.
Portarono Dario da Vicka che proprio in quei giorni aveva ricevuto un messaggio in cui veniva esortata dalla Madonna a pregare per i malati di tumore. La veggente li accolse e fece una preghiera molto intensa su Dario e sui genitori. Attività cui la veggente non era nuova.
“Lì ho capito – racconta Alessandro – che Maria si sarebbe presa cura di noi. Salii così a piedi nudi il Podbrdo mentre Dario correva saltellando da una pietra all’altra”.
Tornati a casa Nora ed Alessandro cercarono di riprendere la loro quotidianità pregando continuamente, ma sempre nel terrore che da un momento all’altro potesse accadere l’irreparabile, il tutto tenendo all’oscuro del male il piccolo Dario. Interpellarono tanti specialisti anche tramite il Bambin Gesù di Roma. Fu così che arrivò una speranza. Negli Stati Uniti c’era la possibilità di intervenire. Il costo da sostenere era di 400 mila euro. Una cifra improponibile che neanche vendendo la casa avrebbero potuto sostenere.
Quando fu il momento di scegliere il da farsi alcuni amici benefattori e soprattutto la Regione Sicilia coprirono l’80% della spesa, il resto venne coperto dalla stessa struttura dove si sarebbe tenuto l’intervento. I tre partirono così verso gli USA.
Il 20 giugno del 2006, dopo aver illustrato l’intervento ed aver spiegato che non sarebbe durato meno di 10 ore, l’equipe iniziò l’operazione. Dopo neanche 4 ore il cardio-chirurgo entro nella saletta dove erano Alessandro e Nora li guardò sconcertato e disse:” Noi non sappiamo cosa sia successo ma non abbiamo trovato il tumore. Le risonanze parlavano chiaro ed erano assolutamente esatte ma lì non c’è niente. Questa è una bellissima giornata non so dirvi altro”. Nora e Alessandro non stavano nella pelle e ringraziarono la Madonna.
Nora aggiunse: “il miracolo avvenuto a mio figlio è straordinario, ma forse ciò che la Madonna ha fatto con la nostra conversione è ancora più grande”. Alessandro si recò di lì a poco nuovamente a Medjugorje per ringraziare la Gospa di tante grazie ricevute e per la nuova vita che era stata donata dalla Mamma Celeste a tutta la sua famiglia.
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