Una ragazza di 16 anni, sulla carrozzina miracolata durante un’apparizione.
“Una sera poco prima di Pasqua del 2005, mi si è avvicinata una signora e mi ha messo tra le mani una medaglietta della Madonna, dicendomi che era stata benedetta durante l’apparizione a Medjugorje e, anche se ne aveva solo una, in quel momento, riteneva che io ne avessi più bisogno di lei.
Io l’ho presa e appena tornata a casa l’ho messa al collo.
Lunedì 20 giugno 2005, quando la fisiatra mi ha detto che doveva accompagnare sua madre a Medjugorje, d’istinto le ho chiesto se poteva portarmi con lei! Mi ha risposto che si sarebbe informata e, dopo tre giorni, ero già sul pullman verso Medjugorje con mio padre!”.
Una volta li, alcune persone si sono offerte di portarla di peso, presso la collina delle apparizioni, laddove la carrozzina non sarebbe mai potuta arrivare.
Quella sera, la Vergine Maria avrebbe parlato col veggente Ivan, mentre Silvia Buso pregava, perché il Signore la aiutasse ad accettare la sua condizione.
Dopo un po’, intravide una luce, che durò per tutto il tempo dell’apparizione della Madonna, ma in un altro punto di quel luogo santo: “Mentre pregavo, fui attratta da una splendida luce alla mia sinistra, in alto. Era una luce meravigliosa, tenue e riposante, costante a differenza dei flash e torce che si accendevano e spegnevano in continuazione: era un’aureola viva”.
Al termine della serata e delle intense preghiere di tutti, le stesse persone che l’avevano condotta fin li afferrarono Silvia Buso, per riportarla a valle, all’alloggio.
Qualcuno inciampò e la ragazza cadde rovinosamente sulle pietre della strada, che le segnarono la schiena e la testa, nonché le gambe.
La soccorsero immediatamente, ma lei non dava più segni di vita.
Il tutto durò qualche interminabile minuto, in cui la diedero addirittura per spacciata.
Poi, Silvia Buso aprì gli occhi, come se si risvegliasse all’improvviso, e, tra la folla che assisteva incredula al prodigio, esclamò: “Sono guarita, cammino!”.
Raccontò, in seguito, di aver avuto la sensazione di essere atterrata su un materasso, mentre una voce le diceva di stare tranquilla e serena.
Silvia Buso fece il percorso di ritorno dalla collina delle apparizioni con le proprie gambe.
La sua guarigione servì anche perché tutta la sua famiglia intensificasse la pratica della fede.
A Medjugorje, a tutt’oggi, sono centinaia e centinaia le guarigioni testimoniate e documentate; molte riguardano il corpo, come nel caso di Silvia Buso, altre lo spirito. In ogni caso, le une non possono prescindere dalle altre, perché si completano e trasformano l’esistenza e la visione della vita su questa terra e altrove.
Antonella Sanicanti
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