Sono trascorsi esattamente 42 anni, da quando la Madonna è apparsa per la prima volta, il 24 giugno 1981, nella frazione di Biacovici, accanto a Medjugorje, un paesino del tutto sconosciuto fino ad allora.
Nel corso di tutti questi anni, milioni di pellegrini provenienti da ogni parte della terra, hanno sentito la chiamata a raggiungere questo luogo.
A Medjugorje le persone si recano per andare a trovare la loro Madre, per affidarle le loro pene, le loro difficoltà, perché qui il cuore si sente a casa.
È la domanda che molti si pongono. È un mero caso o c’è una ragione? Non può non saltare agli occhi questa particolare coincidenza. Le apparizioni nel piccolo paese sperduto tra i Balcani, hanno avuto inizio il giorno della festa di san Giovanni: il 24 giugno 1981. E sono davvero tante le analogie fra la Madonna e il Battista.
Quel giorno la Vergine Maria si è presentata con Gesù Bambino in braccio. Quello stesso Bambino che proprio Giovanni il Battista fu il primo a riconoscere quando era ancora nel grembo di sua madre. Tanto che sussultò di gioia e santa Elisabetta, colmata dello Spirito Santo, si rivolse a Maria come la Madre del Signore. La Madonna presentandosi con Gesù tra le braccia, ha voluto richiamare l’umanità a suo Figlio, affinché lo riconosca come l’unico vero Salvatore, esattamente come fece Giovanni.
Giovanni ha condotto gli apostoli al Signore, e così Maria ci conduce a Gesù.
“Cari figli, accogliete responsabilmente i miei messaggi e vivete i miei messaggi, perché, vivendo i miei messaggi, desidero condurvi a mio Figlio” (Messaggio 28 dicembre 2012).
La Madonna ci invita ad accogliere Gesù innanzitutto nel nostro cuore:”Accogliete l’amore di mio Figlio e cancellate dal cuore la paura, il dolore, la sofferenza e la delusione” (Messaggio 2 febbraio 2008).
Ci invita a nutrirci del suo corpo e del suo sangue nell’Eucarestia, ad ascoltare la sua Parola, a incontrarlo nel sacramento della Confessione, ad adorarlo nel Santissimo Sacramento. Per poter vivere con Gesù e portarlo agli altri. Innanzitutto nella nostra famiglia, nel nostro ambiente di lavoro. Per viverlo a trecentosessanta gradi, nel nostro modo di pensare, di agire, affinché possiamo testimoniare di essere in Lui e di vivere consapevolmente la vocazione alla santità a cui tutti siamo chiamati attraverso il Battesimo, religiosi e non.
San Paolo ci ricorda il ruolo di Giovanni il Battista, l’ultimo profeta dell’Antico Testamento e il primo Apostolo di Gesù che gli rese testimonianza ancora in vita. E al termine della sua missione annunciava: ”Viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali” (At 13, 25). Quanta umiltà nelle sue parole, questo riconoscersi piccolo di fronte al Cristo di cui lui è solo il precursore. Eppure Gesù lo definirà: il più grande tra i nati di donna.
Giovanni è stato grande perché non ha cercato la propria gloria ma solo quella del Signore. Il profeta è colui che annuncia Qualcuno di più grande che verrà, e non cerca di emergere. Giovanni questa missione l’ha centrata appieno. Il Battista ha cercato in tutto e per tutto di diminuire sempre di più, con i suoi insegnamenti e col suo esempio di vita. Era un uomo austero, esigente prima di tutto con se stesso, che vestiva con peli di cammello e si nutriva di cavallette e miele selvatico. Un personaggio scomodo, soprattutto per i poteri forti dell’epoca, perché denunciava ciò che non era lecito.
E invitava ad una conversione vera, sincera della propria vita. A un cambiamento interiore che costa fatica, rinuncia, che ci esorta a tagliare con le nostre cattive abitudini, i nostri egoismi e sentimenti di sopraffazione sugli altri, la sete di prestigio, dunque tutto ciò che non è conforme alla volontà di Dio. Lo stesso appello che oggi la Madonna, la Regina dei Profeti, quindi annunciatrice del Signore, ci rivolge a Medjugorje attraverso i suoi messaggi.
Come Giovanni indica in Gesù Cristo l’Agnello di Dio: ”Ecco colui che toglie il peccato del mondo!”, quindi Colui che perdona tutti i peccati con la sua infinita misericordia, così la Madonna ha trasformato Medjugorje in un luogo di misericordia per il mondo intero. Tanto che è definito il “confessionale del mondo”. Grazie a Maria tutti noi a Medjugorje abbiamo l’opportunità di fare esperienza di Dio Misericordioso che è Padre, sempre pronto a perdonare i suoi figli pentiti.
Medjugorje è un’esperienza d’amore che ci rinnova, ci guarisce, ci rigenera. Per essere a nostra volta, annunciatori dell’amore di Dio attraverso una testimonianza di vita cristiana autentica, che parte dal nostro vivere ogni giorno l’amicizia con Gesù attraverso i Sacramenti, la Parola, la preghiera.
Come Giovanni ha annunciato la venuta del Signore così la Madonna è venuta ad annunciare il ritorno di suo Figlio di cui parlano le scritture (Matteo 25, 31-33 / Luca 21, 24-28/ Seconda lettera ai Tessalonicesi 1:6-7..). Come Giovanni è umile così Maria è umile, anzi Lei è la più umile di tutte le creature. E’ proprio il suo farsi piccola che l’ha resa immensa e per questo Dio l’ha innalzata, l’ha fatta corredentrice dell’umanità:“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.
Come Giovanni ha difeso la famiglia senza paura e ha protestato a prezzo della sua stessa vita, contro il re d’Israele, Erode Antipa, che aveva preso con se Erodiade, moglie di suo fratello, così la Madonna difende la famiglia, oggi tanto attaccata, dandole un ruolo di primo piano. E’ citata in ben oltre 60 dei suoi messaggi fino ad oggi. “Decidetevi per Dio e metterlo al primo posto nella vostra famiglia” (Medjugorje, 25 dicembre 2006).
Come Giovanni portava a Gesù, così l’unico scopo della lunga presenza della Madonna in mezzo a noi, 39 anni, è portarci a Gesù, invitarci attraverso i suoi messaggi alla conversione del cuore, guidarci a suo Figlio e quindi alla Salvezza. Inoltre San Giovanni e Maria Santissima sono gli unici di cui la Chiesa festeggia, sia il giorno della nascita terrena che quella in Cielo.
Non dimentichiamo che la veggente Lucia di Fatima in una lettera al cardinale Caffarra, allora incaricato da Giovanni Paolo II di ideare e fondare il Pontificio Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia, ha rivelato che lo scontro finale sarà sul matrimonio e sulla famiglia. E chiunque lavora per la santità del matrimonio e della famiglia sarà sempre combattuto e avversato in tutti modi, perché questo è il punto decisivo. Ma la lettera finiva così: “Ma non bisogna aver paura, perché la Madonna gli ha già schiacciato la testa”.
La storia si ripete, e come duemila anni fa, hanno messo a tacere il Battista perché scomodo, così oggi moltissimi non vogliono ascoltare le parole della Madre di Gesù a Medjugorje. L’attaccano con pretesti, altri rimangono indifferenti, altri ancora preferiscono cercare segni esteriori, fenomenali o limitarsi ad una pratica esteriore della fede anziché mettersi in discussione per davvero, e iniziare un vero lavoro in loro stessi, mettendo ordine nelle propria vita.
La Madonna vuole prepararci, vuole aiutarci a fare l’esperienza dell’amore di Dio per condurci alla vita eterna, che non è un miraggio ma una promessa che il Signore ci ha fatto, Lui il Risorto, il figlio del Dio Vivente.
E l’eternità inizia già ora, ce la giochiamo qui su questa terra, vale dunque la pena decidere di scommetterci tutto noi stessi. Il Signore rispetta la nostra libertà, la scelta dipende da noi.
Simona Amabene
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