Una risposta a questa domanda l’ha offerta padre Sometti sul blog di Medjugorje.
Chiunque abbia effettuato un pellegrinaggio a Medjugorje è rimasto basito dalle cose che ha visto. Ad impressionare è principalmente la fede che trasuda quel luogo e la serenità nei volti e negli atteggiamenti dei pellegrini. Nel paese bosniaco i fedeli possono attendere anche 10 ore il proprio turno al confessionale, o il momento in cui parlare con un sacerdote. Le intemperie o il caldo forte non spaventano nessuno, nemmeno quando si tratta di salire sulla collina delle apparizioni. Non esiste ansia, preoccupazione, non esiste il concetto di tempo, ma solo una dimensione in connessione con Dio e con la propria fede.
Tutti si sono chiesti come ciò sia possibile, Medjugorje non è certo il primo posto in cui ci sono apparizioni mariane, né il primo in cui ci sono veggenti che dichiarano di essere in possesso di segreti. Allo stesso modo, non è certo l’unico luogo in cui si sono verificati fatti inspiegabili o guarigioni miracolose. Ma allora per quale motivo i pellegrini che giungono a Medjugorje sembrano cambiare radicalmente personalità e perdere le connotazioni tipiche del nostro tempo e della nostra società?
Queste e altre domande si è posto il sacerdote e missionario brasiliano padre Sometti quando si è trovato di fronte alle scene di fede assoluta che si vivono a Medjugorje. L’uomo, che è anche uno psicologo, cercava una spiegazione tecnica e razionale a quanto visto, ma alla fine si è risposto che in quel modo stava cercando di razionalizzare un fenomeno soprannaturale e che rischiava di perdere il senso dei frutti di Medjugorje.
Giunto a questa conclusione si è quindi risposto: “Qui a Medjugorje una comunità parrocchiale offre al mando di oggi un cammino di pace, offre a un mondo di vuoti personali e di insicurezze e timori mondiali il segno della speranza. Qui viene presentata al mondo una carta di pace, ai credenti e ai non credenti una spiritualità per un cammino di pace interiore. E’ una spiritualità adatta all’uomo di oggi, perciò nuova”. Il sacerdote ricorda ai suoi interlocutori (o lettori) che la storia della Chiesa offre esempi simili nelle comunità benedettiniane o francescane, e che quindi non è un fenomeno totalmente nuovo.
D’altronde, spiega il sacerdote, i messaggi di Medjugorje non offrono una nuova interpretazione della dottrina, ma solo un modo diverso di viverla. La comunità bosniaca offre una spiritualità nuova su suggerimento della Madonna, una spiritualità che permette di accettare in pieno il messaggio divino. La piena accettazione conduce ad una pace interiore altrimenti difficile da raggiungere, una pace interiore di cui tutti hanno bisogno. Il merito di tutto questo, ovviamente, è della Regina della Pace che: “Con tocchi materni e delicati ci ripropone la conversione per accettare il Vangelo pienamente ed ecco che questa spiritualità, per quanto io l’ho recepita, ci prepara allo stesso tempo alla pace del cuore e al futuro foriero di tempi apocalittici”, conclude padre Sometti.
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Luca Scapatello
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