Sara era una ragazza che come tante altre aveva trovato la propria consolazione nella droga, gli anni passavano e questa consolazione si era trasformata lentamente in disperazione. Un giorno le si presenta l’occasione di fare un viaggio di cinque giorni a prezzo contenuto, un occasione da sfruttare per stare insieme al marito, l’unico problema di questo viaggio era rappresentato dalla destinazione: Medjugorje. Ne lei ne il marito erano credenti, dunque, si trattava di un viaggio privato del suo significato originario, ma tra se e se ha pensato che la cosa non avrebbe nuociuto ne a lei ne a Dio.
Arrivati a Medjugorje tutti seguivano Fra Vincenzo, un ex camionista convertitosi proprio in quel paese che adesso accompagnava i gruppi di fedeli nell’esperienza. In quel viaggio il frate li porto sul Krisevac, sul Prodbrdo, dalla veggente, ma quello che colpi Sara è stata la comunità degli ex tossicodipendenti (luogo gestito da molti italiani): entrati in quel luogo c’era un atmosfera surreale, in una stanza c’era un crocifisso che trasudava sangue, l’odore era intenso e Sara, appena entrata li dentro, ha accusato un malore; Fra Vincenzo le andò a parlare e le chiese se le fosse venuta voglia di confessarsi.
Sara si rifiuta cortesemente, “Fra Vin sai che non ci credo”, ma il frate non molla e le dice che una confessione non ha mai fatto male a nessuno, la protagonista della vicenda però resiste e rimanda la questione fino all’ultimo giorno di viaggio, quando, presa per sfinimento dall’insistente frate cede alla confessione. Durante la lunga attesa, Sara ha la possibilità di osservare i confessori e decide di attendere il turno per parlare con il padre spagnolo (aspetto simpatico e sempre sorridente), quando si siede il sacerdote le chiede: “Da quanto tempo non ti confessi?” e lei risponde:”Da un bel po’ ”, il sacerdote curioso le domanda “Cos’è successo?” e la ragazza senza riflettere risponde: ”Niente, semplicemente un giorno ho litigato con Dio”.
La giovane donna racconta al padre che un giorno era stanca di pregare, si sentiva abbandonata ed in un impeto di ira ha deciso di non credere più. Allora il sacerdote con un sorriso le racconta la sua storia, una vicenda dura fatta di guerra e sofferenza che l’ha costretto a rimanere orfano all’età di 6 anni, poi le dice una cosa che la lascia senza parole ”Avevo tutte le ragioni per avercela con Dio, ma un giorno il mio padre spirituale mi disse una cosa che cambio la mia prospettiva, la stessa che dirò a te: perdonalo!”.
Sara, non sapendo bene cosa pensare era confusa, in un primo momento le sembrava assurdo dover perdonare Dio, ma con il passare del tempo quelle parole fecero breccia dentro il suo cuore regalandole una serenità mai provata prima, in quel momento ha realizzato che per una vita aveva incolpato Dio dei suoi mali pur sapendo che lui non centrava niente, era solo più comodo. Compresa questa assoluta verità, Sara ha cominciato un lungo percorso interiore per perdonare Dio, piano piano il risentimento è svanito, la rabbia e la collera si sono volatilizzate fino a farla giungere ad una completa serenità, all’improvviso non c’era più bisogno della droga.