Marin Čilić e Ivan Dodig, nativi di Medjugorje, hanno compiuto un’impresa storica, per cui hanno ringraziato Gesù e Maria.
Sono croati, devoti mariani e addirittura nativi di Medjugorje. Stiamo parlando di Marin Čilić e Ivan Dodig, medaglie d’argento a Tokyo, nel doppio maschile.
Amici dentro e fuori dal campo da gioco
Una bella soddisfazione per due atleti, peraltro non più giovanissimi – Čilić ha 33 anni, Dodig 36 – amici dall’infanzia. Un’amicizia fortemente cementata dalla fede, al punto che Čilić è stato testimone di nozze di Dodig, il quale, a sua volta, è stato padrino di battesimo del primogenito di Čilić.
Marin Čilić si è trasferito a Zagabria nel 2002, all’età di 14 anni, per assecondare il proprio talento con la racchetta. Da allora non si è più fermato. Dopo una vittoria al torneo giovanile del Roland Garros (2003), ha conquistato il suo primo torneo ATP a New Haven. In seguito, è stato sconfitto in tredici finali di vari tornei (nel 2017 è stato battuto da Roger Federer a Wimbledon) ma si è rifatto alla grande nel 2018, conquistando la Coppa Davis con il team croato.
Il palmares di Ivan Dodig è relativamente più esiguo, tuttavia, stupisce come, per lui, i successi più grandi siano arrivati tutti a un’età, in cui spesso per i tennisti inizia il declino. Nel febbraio 2011 vinse il suo unico torneo ATP in singolare, gli Indoors di Zagabria. Nello stesso anno, ha raggiunto la 32° posizione nel ranking mondiale, permanendo nella Top 100 fino al 2016. Dal 2013, Dodig è rimasto quasi stabilmente nella Top 10 del doppio, con cui ha vinto 16 tornei, tra cui due del Grande Slam (Roland Garros 2015 e Australian Open 2021).
Il richiamo delle radici…
Come la maggior parte degli atleti croato-bosniaci, Marin Čilić e Ivan Dodig hanno optato per la federazione croata, che avrebbe loro permesso affermazioni sportive più significative. Alla loro terra d’origine, l’Erzegovina, sono però legatissimi.
Più che mai, il cuore dei due tennisti è ancorato alla località d’origine e a quello che essa rappresenta. Dopo la conquista dell’argento, Dodig, anche a nome del compagno, ha dichiarato: “Ringrazio anche la Madonna di Medjugorje per il talento che abbiamo ricevuto e per il fatto che ci possiamo divertire in questo sport che ci ha dato tanto nella vita”.
Essere sportivi, cristiani e mariani è una bella sfida, specie in ambienti molto competitivi come quello del tennis. In particolare, Čilić, ha vissuto una delle più grandi prove della sua vita sportiva nel 2013, anno in cui fu squalificato per doping. Punizione ingiusta, in quanto cinque mesi dopo, l’atleta venne riabilitato: erano state erroneamente scambiate le provette. Anche queste croci rafforzano, come dimostrano i grandi successi di Marin Čilić negli otto anni successivi. Fino all’argento olimpico, con Gesù e Maria nel cuore. [L.M.]
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana