Col Mercoledì delle Ceneri, comincia il periodo di Quaresima, in preparazione alla Santa Pasqua del Signore.
In questo giorno solenne, ogni sacerdote, in ogni Chiesa, imponendo le mani sui fedeli e facendo cadere sulle loro teste un po’ di cenere, ricorda che proveniamo dalla polvere e che polvere un giorno torneremo ad essere.
Una frase, questa, che non lascia dubbi, né spazio o tempo alle nostre vanità.
Ci invita, anzi, a percorrere il cammino che porta alla Pasqua con un atto di umiltà, rammentando di essere alquanto inadeguati e smarriti, in questo mondo, se non toccati dalla grazie salvatrice di Cristo.
“Cristo ci precede con il suo esodo e noi attraversiamo il deserto grazie a lui e dietro di lui. Lui è tentato per noi e ha vinto il tentatore per noi, ma anche noi dobbiamo con lui affrontare le tentazioni e superarle”, ha detto Papa Francesco.
“Gesù ci dona l’acqua viva del suo Spirito e a noi spetta attingere alla sua fonte e bere, nei Sacramenti, nella preghiera, nell’Adorazione. Lui è la luce che vince le tenebre e a noi è chiesto di alimentare la piccola fiamma che ci è stata affidata nel giorno del nostro Battesimo”.
Ricordiamo che, il necessario cammino di purificazione che ci prepariamo ad intraprendere, è finalizzato alla resurrezione di Cristo dalla croce e alla nostra dal peccato, dalla contaminazione del mondo.
Nel Libro dell’Esodo, il popolo d’Israele è liberato dalla schiavitù. Da popolo oppresso quel era, raggiunge la terra promessa, ma non senza superare delle prove ed accettare delle sconfitte, attraversando il deserto.
Anche a noi spetta l’attraversamento del deserto, luogo di tentazioni, come accade per Gesù stesso.
Anche noi dovremmo prendere, dunque, l’impegno di resistere alla tentazione di rinunciare alla traversata, del voler tornare indietro e abbandonare la lotta. Rimaniamo saldi nella speranza della rinascita in Cristo, che rinnoveremo tra 40 giorni esatti.
La speranza deve avere la meglio e la fede accompagnarci lungo l’unica via possibile.
La Quaresima è un tempo penitenziale in cui siamo chiamati a riflettere sulla nostra adesione al Cristo, che si prepara alla morte prima e poi alla resurrezione. Nei 40 giorni che precedono la Pasqua, possiamo allora cercare di vivere intensamente gli eventi liturgici proposti dalle parrocchie e arricchirli con piccoli impegni quotidiani.
Sarebbe utile, a tal proposito, scoprire, nel profondo, il cammino di trasformazione che siamo chiamati a fare, per renderci, sempre più, autentici cristiani.
Ecco cosa può aiutarci a “ripulirci” di ciò che ci impedisce di somigliare a Gesù e a vivere appieno questo solenne periodo pre-pasquale. Potremmo porre più attenzione alla Sacra Scrittura, per comprendere il messaggio divino e sentirlo realizzarsi nella quotidianità.
Potremmo pregare più intensamente, riflettendo sulla intima comunione con Gesù, accompagnandolo nel cammino verso la crocifissione, estremo sacrificio che risana noi tutti dai peccati.
Potremmo fare dei fioretti, ossia prendere l’impegno di fare delle piccole rinunce, qualche sacrificio, e offrirli al Signore.
Potremmo prenderci l’impegno di fare un’opera di bene, di visitare un malato, ad esempio.
Potremmo anche proporci di “digiunare”, come diceva Sant’Agostino: “Il digiuno veramente grande, quello che impegna tutti gli uomini, è l’astinenza dalle iniquità, dai peccati e dai piaceri illeciti del mondo”.
Attraverso la mortificazione del corpo, infatti, intesa come atto del dominarlo, si impara che deve essere lo spirito, il nostro, a dettar legge. Siamo chiamati, pertanto, a saltare un pasto almeno il mercoledì delle ceneri ed ogni venerdì di Quaresima. Il digiuno aiuta a diminuire il nostro attaccamento al mondo e ad aumentare la percezione del “di piu’ ”, cui tante volte facciamo fatica a rinunciare.
Per aiutarci a capire cosa è più utile fare, potremmo riflettere anche sui Vizi Capitali, a mo’ di esame di coscienza, e decidere di impegnarci ad allontanarci da ciò che riteniamo possa essere per noi motivo di schiavitù, nel peccato, così come nelle abitudini quotidiane, superflue e ricorrenti.
Superbia, presunta superiorità rispetto a ciò che fanno gli altri e disprezzo del prossimo.
Avarizia, desiderio di ottenere sempre di più, in qualunque ambito, e solo per se stessi.
Lussuria, ricerca estrema del piacere sessuale fine a se stesso.
Invidia, sentimento negativo riguardante la realizzazione del bene altrui.
Gola, esagerazione nel cibarsi, senza alcuna misura o necessità.
Ira, eccessivo desiderio di avere un riscatto personale, in nome della giustizia.
Accidia, pigrizia estrema nel compiere un qualsiasi gesto.
Convertire lo spirito è, dunque, il senso del periodo pre-pasquale o almeno tentare di approssimarlo il più possibile a quello di Cristo, che affronta le tentazioni del demonio e ne esce vittorioso.
Antonella Sanicanti
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