La decisione del presidente Conte, in merito all’impossibilità di partecipare alla Messa, ha suscitato non poca amarezza e malcontento tra i fedeli.
C’è un’attesa, che venga ripristinato il diritto all’esercizio della libertà religiosa che è tra i principi fondamentali della Costituzione italiana ( art. 2, 7 e 19), con il rispetto di tutte le misure di precauzione e prevenzione che si adottano negli altri luoghi aperti al pubblico.
Che cosa può fare un cristiano?
E’ quello che molti di noi si stanno domandando in queste ore. Come vivere questa attesa? Siamo di fronte a una decisone che si contraddice sotto molti aspetti, date anche le aperture concesse in altri ambiti. E le possibilità che abbiamo sono due, come dice l’amico Marco Piagentini: scegliere tra la reazione o l’azione.
Reagire è l’atteggiamento più immediato, che si contrappone a un qualcosa che ci ha provocato. Significa farci prendere dall’impulsività, con la conseguente dispersione di tempo e forze nella direzione che non solo non porta frutto, ma fomenta una polemica che rischia di dividere ulteriormente la Chiesa.
Agire invece è dare spazio a un’azione che non è l’effetto di qualcosa, ma secondo il significato della parola stessa, una forza capace di produrre determinati effetti. Nel caso specifico, una scelta silenziosa, feconda, che non appare, ma opera e costruisce. E per noi cristiani è la preghiera che ci porta a compiere delle azioni ispirate da Dio.
Le parole di Gesù
“Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”. Luca cap 10, vv 41-42
Questo è il momento di applicare i consigli di Gesù, di fidarci delle sue indicazioni rispetto a ciò che è meglio per la comunità cristiana e non, e metterle in pratica, affinché Lui possa operare attraverso la preghiera, che non si vede ma lavora, eccome.
Allora penso subito alle preziose indicazioni di tanti sacerdoti che sui social non mancano di accompagnarci e manifestarci la loro paternità, in questa dura prova, aiutandoci a dirigere il nostro sguardo nella direzione giusta, quella che Gesù stesso ha definito “la parte migliore”.
C’è don Enzo Greco, di Terni che pubblica una preghiera dal messale romano, e ci invita a recitarla per la libertà religiosa e di culto. E ancora don Luca Pescatori, parroco di Pegazzano a La Spezia, che pensa sia meglio rimboccarci le maniche e intensificare la preghiera in questa settimana perché la battaglia spirituale per la Messa, possa arrivare a buon fine.
Preghiera per i governanti
Spirito consolatore, che ti compiaci nell’effondere i tuoi doni sul mondo, ti chiediamo di degnarti di illuminare i nostri governanti e di unirli in un solo cuore, quello di Gesù. Luce e unione imploriamo da Te, Spirito Santo, Tu che sei la tranquillità infinita, la pace serena e l’unione compiuta.
Ascoltaci e concedici queste grazie che umilmente ti chiediamo. Penetra nelle intelligenze di chi rappresenta l’autorità divina perché in loro regni l’amore. Dà loro i doni della saggezza e del consiglio, perché, distrutto lo spirito dell’errore e della discordia, si impegnino a creare e a mantenere nella nostra patria l’ordina, la giustizia e la pace.
Sii Tu, Spirito Santo, l’indissolubile vincolo che unisce Te e tutti i popoli della terra. Concedici la grazia di trionfare sulla mancanza di unione e di discordia perché tutti viviamo per servire Dio e i nostri fratelli in uno stretto abbraccio di carità. Amen.
Simona Amabene
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