Don Renzo Lavatori ci offre una chiave di lettura alle parole della Vergine Maria
Don Renzo Lavatori commenta, per La Luce di Maria, l’ultimo messaggio del 2 Gennaio 2019 da Medjugorje.
Don Renzo Lavatori, nasce a Monte Roberto (AN) è laureato in Teologia dogmatica, nonché membro della Pontificia Accademia Teologica. Sono molte le cariche da lui ricoperte tra cui quelle di docente di Teologia dogmatica, alla Pontificia Università Urbaniana di Roma, docente presso l’ISSR dell’Apollinare dell’Università della Santa Croce, docente presso l’Ecclesia Mater del Laterano per la teologia ai laici del vicariato di Roma. Autore di molti testi e conduttore di insegnamento teologico a Radio Maria, ci aiuta a comprendere l’ultimo messaggio della Regina della Pace da Medjugorje.
“Cari figli, purtroppo fra voi, miei figli, c’è così tanta lotta, odio, interessi personali, egoismo. Figli miei, dimenticate così facilmente mio Figlio, le sue parole, il suo amore! La fede si spegne in molte anime e le cose materiali del mondo afferrano i cuori. Ma il mio Cuore materno sa che ci sono ancora quelli che credono e amano, che cercano di avvicinarsi il più possibile a mio Figlio.
Cercano mio Figlio instancabilmente, e quindi così cercano anche me. Sono gli umili ed i miti, con i loro dolori e le sofferenze che portano in silenzio, con le loro speranze, ma soprattutto con la loro fede. Sono gli apostoli del mio amore. Figli miei, apostoli del mio amore, vi insegno che mio Figlio non chiede preghiere incessanti, ma opere e sentimenti; chiede che crediate, che preghiate, che con le vostre preghiere personali cresciate nella fede, che cresciate nell’amore.
Amarvi gli uni gli altri: questo è ciò che lui chiede. Questa è la via verso la vita eterna. Figli miei, non dimenticate che mio Figlio ha portato la luce in questo mondo, ma l’ha portata a coloro che hanno voluto vederla ed accoglierla. Siate voi quelle persone, perché quella è la luce della verità, della pace e dell’amore. Io vi guido maternamente affinché adoriate mio Figlio, affinché amiate mio Figlio con me, affinché i vostri pensieri, parole ed opere siano rivolti a mio Figlio, affinché siano nel suo nome. Allora il mio Cuore sarà colmo. Vi ringrazio!”.
L.d.M. – Caro don Renzo eccoci, a pochi giorni di distanza dal Natale a rileggere con lei un nuovo messaggio della Regina della Pace. Sono le prime parole che la Madonna ci ha voluto lasciare in questo nuovo anno 2019.
D.R.L. – Anzitutto un santo anno a tutta la grande famiglia de La Luce di Maria. Un anno che vogliamo iniziare meditando insieme queste ultime parole che ci giungono da Medjugorje. Il messaggio raccoglie quattro aspetti per riflettere e vivere quanto la Vergine dice: anzitutto Maria mette in rilievo, con materna preoccupazione, la poca fede di alcuni suoi devoti; in secondo luogo fa vedere che ci sono anche quelli che vivono realmente in coerenza al vangelo; in terzo luogo precisa quali siano le caratteristiche del comportamento autenticamente cristiano; infine conclude con un’accorata raccomandazione di conoscere e amare Gesù suo Figlio.
L.d.M. – Don Renzo, come ci ha anticipato, il primo punto che che la Madonna affronta è quello della fede. In che tono si rivolge a noi la Madre Celeste?
D.R.L. – Con un senso di amarezza la Vergine sottolinea una realtà spiacevole e inconveniente, cioè il modo di vivere di molti cristiani che, pur suoi devoti, non si comportano come tali, ma si lasciano trascinare dall’andazzo della mondanità e terrenità, rivolgendo il proprio interesse e le proprie attività verso intenti del tutto soggettivi e autoreferenziali, mettendo al primo posto non la volontà di Dio e la sua Parola di Verità, ma ciò che fa più comodo e dona benessere materiale ed economico: “Cari figli, purtroppo tra voi, miei figli, c’è cosi tanta lotta, odio, interessi personali, egoismo”.
Ci si chiede perché avvenga questo. Noi vediamo che numerosi pellegrini si recano a Medjugorie o in altri santuari, e lì trovano serenità interiore, entusiasmo di credere e di ricuperare una vita cristiana con la confessione, la preghiera fervida e i sacrifici. Ma poi, quando tornano a casa, nel loro ambiente, in famiglia o al lavoro, lentamente perdono l’entusiasmo e tornano a vivere solo a livello materialistico e edonistico.
L.d.M. – Cosa si può fare per evitare questo?
D.R.L. – Di fatto è molto importante valorizzare il tempo dopo Medjugorie, nel quale dobbiamo impegnarci serenamente e seriamente ad essere fedeli a quanto Maria ci ha donato e insegnato. Ciò dipende dal fatto che vengono meno la perseveranza nella preghiera personale e comunitaria, il nostro rapporto intimo e affettuoso con Gesù, perdendo di vista la sua Parola, la sua grazia e il suo amore. Ella lo dichiara esplicitamente: “Figli miei, voi dimenticate così facilmente mio Figlio, le sue parole, il suo amore!”. Succede allora che le faccende quotidiane, pur importanti da compiere, tuttavia prendono il sopravvento e gradualmente esauriscono le scorte spirituali e noi diventiamo fiacchi nello spirito, dissipati, trascurati, impigriti.
L.d.M. – Il nostro quotidiano è dunque una delle prime distrazioni in grado di fiaccarci ed allontanarci dalla fede. Com’è possibile recuperare questa forza?
D.R.L. – E’ molto utile a tale scopo ascoltare i richiami di Maria e stare allerta, soprattutto non lasciare i momenti interiori di raccoglimento, anche se costano qualche sacrificio, e di prontezza di volontà: “La fede si spegne in molte anime e le cose del mondo afferrano i cuori”. Come sono vere queste parole! Facciamole nostre e risvegliamoci dalla nostra indifferenza e freddezza, dalla nostra indolenza e depressione. Accorriamo a Cristo, lasciamoci avvolgere dal suo abbraccio amorevole. Lui ci dona forza, luce, coraggio e soprattutto ci offre il suo aiuto e conforto nelle situazioni più difficili e dolorose. Senza di Lui restiamo schiacciati e addolorati da tante angosce e tristezze, che soffocano l’animo e distruggono ogni speranza.
D.R.L. – Nella seconda parte del messaggio, saggiamente la Vergine fa notare l’altra faccia della medaglia, cioè le persone che perseverano nella vita spirituale e restano fedeli ai loro impegni di amare e credere, su cui poggiano tutta la loro vita, i loro pensieri, le loro azioni: “Ma il mio cuore materno sa che ci sono ancora quelli che credono e amano, che cercano di avvicinarsi il più possibile a mio Figlio”.
L.d.M. – L’amore e la fede sono le basi solide su cui poggiare la nostra vita di cristiani. Come sono correlati tra loro questi due pilastri?
D.R.L. – L’uno, l’amore, riempie il cuore di gioia e di entusiasmo; l’altra, la fede, dispone la volontà ad agire per diffondere il bene in noi e attorno a noi. Questi due pilastri non si possono separare, perché ambedue rendono l’esistenza cristiana ricca di frutti buoni e di immensa forza per superare ogni contrarietà e sofferenza. Infatti l’amore e la fede vengono da Dio, che ne è la sorgente inesauribile, e ci sono donate da Gesù, il Crocifisso risorto. Egli ci libera dal peccato e ci rende figli dello stesso Padre celeste. Questo è il segreto per non perdere lo slancio dell’amore e la costanza della fede: aggrapparsi al Cristo, il Figlio di Maria, il suo amatissimo Figlio. Per tale ragione Ella ci invita a saperlo conoscere e a restare avvinti a Lui: “Cercano mio Figlio instancabilmente e quindi così cercano anche me”.
L.d.M. – Come si fa a essere vicini e uniti a Gesù?
D.R.L. – Maria lo suggerisce con infinita soavità, pur dicendo cose di forte impresa: “Sono gli umili e i miti, con i loro dolori e le sofferenze che portano in silenzio, con le loro speranze, ma soprattutto con la loro fede. Sono gli apostoli del mio amore”. Come sono vere queste sante parole! In effetti si incontrano persone, che non fanno chiasso ma vivono nella semplicità del quotidiano, con tutta la loro dedizione, la loro generosità e benevolenza. Non si lamentano, non si piangono addosso o sugli altri, ma sanno accettare anche le sofferenze più dure con serenità, senza fare rumore o mettersi in vista.
Nel silenzio e nell’umiltà esse sono costantemente vive, vigilanti e oranti, senza stancarsi e isolarsi, anzi crescendo, di giorno in giorno, nell’amore verso Gesù e verso i fratelli. Spesso non sono apprezzate e addirittura vengono emarginate e compassionate, come fossero incapaci di fare qualcosa di buono. Essi invece sono i parafulmini della Chiesa e della società, salvandoci dalla divina giustizia. La Vergine, con compiacenza, li chiama “gli apostoli del mio amore”.
L.d.M. – Una Madonna prima preoccupata per la carenza di fede, che poi riconosce come comunque ci siano ancora cristiani che riescono a vivere seguendo il vangelo cosa ci vuole dire nella terza parte del messaggio?
D.R.L. – Fatta una precisa analisi di chi vive da cristiano e di chi invece si lascia trascinare dalla mondanità, la Vergine Maria propone un modello semplice e facile da attuare, affinché possiamo essere e rimanere suoi fedeli discepoli, figli e testimoni: “Figli miei, apostoli del mio amore, vi insegno che mio Figlio non chiede soltanto preghiere incessanti, ma anche opere e sentimenti, chiede che crediate, che preghiate, che con le vostre preghiere personali cresciate nella fede, che cresciate nell’amore”.
La Vergine porta il suo discorso all’essenziale, dicendo che la vita cristiana non è fatta solo di gesti e azioni esteriori, pur buone, ma deve sgorgare dalla sincerità dei sentimenti e dalla fede viva e intensa, da un amore sentito e vivace. Ella non guarda a tante espressioni o devozioni che non partono dal cuore, ma restano imprigionate dentro il proprio egoismo o la propria ambizione.
L.d.M. – Non quanto si fa o si prega ma come lo si fa. E’ questo il senso di quanto ci chiede Maria?
D.R.L. – E’ risaputo che si vedono cristiani impegnati nel fare numerose iniziative sociali, culturali, sportive; compiere anche pellegrinaggi, esercizi di novene a non finire. Tutte queste cose non manifestano ancora la fede profonda e vitale, di cui Ella parla e a cui ci invita a fare attenzione. In effetti Dio, più che l’esterno, come fanno gli uomini, guarda l’interno, la sincerità degli intenti e dei desideri, la disponibilità dell’animo a fare la sua volontà. Gesù stesso condanna i farisei che, come sepolcri imbiancati, sono belli di fuori ma pieni di avarizia e di superbia dentro di loro.
Un certo fariseismo alberga anche nei nostri cuori. Ascoltiamo allora l’invito materno: “Amarvi gli uni e gli altri: questo è ciò che Lui chiede. Questa è la via verso la vita eterna”. Se faremo quanto Ella ci dice, saremo veramente cristiani e suoi apostoli. D’altronde non si tratta di qualcosa di secondaria importanza, ma addirittura della “vita eterna”. Là, nel cielo , dobbiamo arrivare, dove Ella ci aspetta. Dunque è necessario seguire i suoi suggerimenti e metterli in pratica. Ne va di mezzo la vita eterna, quella immortale, la beatitudine celeste. Non è cosa da poco.
L.d.M. – Perseverare nella fede, non farsi assorbire dal quotidiano, mettere il cuore in quello che si fa e nella preghiera, cosa ci indica ancora la Madonna prima di salutare?
D.R.L. – La Vergine indica la strada illuminata da suo Figlio: “Figli miei, non dimenticate che mio Figlio ha portato la luce in questo mondo, ma l’ha portata a coloro che hanno voluto vederla e accoglierla. Siate voi quelle persone perché quella è la luce della verità, della pace, dell’amore”. Non esistono strade diverse da Cristo Luce del mondo. Lasciamoci avvolgere totalmente da quella Luce fulgida per esserne anche noi illuminati, risplendenti del suo amore e della sua pace.
Noi siamo piccoli raggi provenienti dalla fonte lucente, da cui dobbiamo restare sempre irrorati, altrimenti veniamo assorbiti dalle tenebre e perdiamo l’aspetto folgorante e stupendo del volto meraviglioso del Figlio di Dio nostro Salvatore. Noi siamo suoi riflessi nel mondo, affinché l’umanità torni a Cristo e trovi in Lui la salvezza piena e totale. Fuori di Lui non esiste salvezza né vita né paradiso. Lui è il nostro unico e perfetto Redentore. Lui solo ha parole di vita eterna.
L.d.M. – Don Renzo, Maria ci indica la strada, come non perdere l’orientamento nel nostro cammino?
D.R.L. – Maria lo ripete: “Io vi guido maternamente affinché adoriate mio Figlio, affinché amiate mio Figlio con Me, affinché i vostri pensieri, parole e opere siano rivolti a mio Figlio, affinché siano nel suo nome. Allora il mio Cuore sarà colmo”. In queste poche ma intense parole Ella esclama per ben tre volte l’espressione amorevole e dolcemente materna: “Mio Figlio”. Mostra in tal modo che l’unico punto di orientamento per la nostra vita è solamente Lui, il Figlio suo, la luce del mondo, la via, la verità, la vita. Insieme dobbiamo imitarLa nel suo amore verso di Lui, così anche noi veniamo ricolmati di quell’amore indescrivibile che alberga nel suo Cuore Immacolato.
Non ce la facciamo con le nostre deboli forze, ma con l’aiuto divino e con la sua assistenza materna possiamo e dobbiamo giungere a tale pienezza d’amore per Gesù, a essere innamorati di Lui, avvolti dalla sua luce, abbandonati al suo volere. L’effetto sorprendente è che Lei stessa ne sarà colma di gioia.
Dopo l’interpretazione teologica sull’ultimo messaggio del 2 Gennaio 2019 della Gospa, Don Renzo ci ha donato questa bellissima preghiera:
Madre cara, ancora una volta ci ammaestri e ci conduci al tuo Figlio amatissimo.Ti chiedo un pizzico di quello stesso amore con cui Tu lo guardi, lo adori, lo ami e lo conosci, in modo che anche io, sebbene nel mio piccolo, possa essere colmo della tua gioia e della pace. Vergine Madre, ti chiedo solo di non guardare alla mia pochezza, ma di spalancare il tuo Cuore materno per accogliermi là dove posso percepire e condividere i tuoi battiti d’amore, affinché restino impressi nel mio cuore di figlio e apostolo tuo, ora e per tutti i secoli. Amen.
Leggi anche: Don Renzo ci spiega il messaggio del 25 dicembre 2018
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