La questione dei migranti, che da anni giungono sulle coste italiane con la speranza di aggrapparsi ad una vita migliore, più dignitosa, è argomento di discussione giornaliera, tra ogni schieramento politico in campo, a livello nazionale e internazionale.
I migranti che arrivano alle frontiere sono, infatti, spesso respinti dagli altri Stati della Comunità Europea ed ora anche da noi, probabilmente.
Premettendo che l’Italia è stata sempre disponibile ad accogliere e ad aiutare coloro che fuggono da guerre e miseria (e non ha intenzione di smettere), bisogna sottolineare che abbiamo, ora, bisogno, più che mai, di seri controlli, perché non entrino, insieme ai rifugiati, anche persone indesiderate e con la fedina sporchissima, come già accaduto.
La politica di Matteo Salvini sta cercando di fare in modo di regolarizzare questi flussi, che finora sono stati davvero eccessivi ed arbitrari.
A suo sostegno, vogliamo riportare la testimonianza di una di queste migranti, che da ragione al leader della Lega, neo Ministro dell’Interno, ponendo l’accento sulle problematiche di base.
La donna in questione, che ora lavora in Italia e si è integrata a tal punto da essere, come tutti noi, preda della frenetica corsa quotidiana per gestire figli, marito e quant’altro, racconta di aver sentito la notizia della chiusura dei porti, voluta da Salvini, e di aver pensato che ha sicuramente ragione a farlo.
“Io continuo a dire, a volte con profonda convinzione, a volte con molte perplessità, che in questo momento l’Italia non ha alternative. L’Italia non ha più risorse adeguate, per gestire questa immigrazione incontrollata cui assistiamo da cinque, sei anni”.
Ecco la verità, raccontata da una donna che avrebbe potuto trovarsi sull’Aquarius giorni fa e che, invece, è qui già da un pezzo; da una donna che ha vissuto il passaggio da una frontiera all’altra e ce l’ha fatta; da una donna che conosce bene le difficoltà che i migranti affrontano.
L’Italia deve ricaricarsi
L’Italia, il nostro Paese, necessita di prendere una posizione, di fronte al mondo intero, per salvaguardare se stessa e risollevarsi dall’indigenza galoppante, prima di poter aiutare altri, altrimenti rischia solo di offrire false speranze, fumo anziché arrosto.
“Basti pensare, ad esempio, al fatto che l’Italia è stata lasciata sola nella gestione dei migranti da parte dell’intera Europa, la quale poi però ha subito voluto far sapere a tutti che l’Italia deve accogliere i migranti incondizionatamente”.
E se oggi avessimo un politico coraggioso, in grado di urlare questo al mondo, forse potremmo ancora mettere ordine nelle nostre strade e nelle coscienze, anziché giocare ad essere buonisti, a discapito di chi ha davvero bisogno di fatti, non di parole.
Il flusso dei migranti, la loro accoglienza e sistemazione in Europa, tra i Paesi occidentali, non può essere responsabilità di un solo gruppo di persone, che finirebbe (è già accaduto) per dirigere male o per sprecare, addirittura, le già poche risorse a disposizione.
Ed è davvero una vergogna che gli altri Paesi non ammettano, con un gigantesco mea culpa, di essersene cavati fuori anni fa.
Per non parlare, poi, delle persone senza scrupoli a cui, oggi, mancando i dovuti controlli, diamo occasione di agire indisturbati; dagli scafisti, a coloro che hanno abusato delle donne, a quelli che hanno ucciso uomini sul confine africano, per vendere i loro organi, sicuri che nessuno li avrebbe mai cercati.
Con questo modo sbagliato di essere caritatevoli, stiamo rendendo amara e vana la speranza di uomini e donne già disperati. Non stiamo affatto facendo il loro bene!
“Gli scafisti sono quelle persone che decidono della vita e della morte di chi sale su un barcone, solo ed esclusivamente in base ai propri interessi e ai propri giri d’affari. Cosa credete, che siano state le donne incinte sull’Aquarius a rifiutare l’aiuto offerto? Sono state le donne incinte a rifiutarsi di dirottare verso la Spagna? (guarda caso, l’Italia dice di no e a quel punto si scopre che in Europa ci sono anche altri Stati)”.
Antonella Sanicanti