Dopo essere stato incarcerato in primo grado per spaccio di ecstasy, uno spacciatore gambiano è stato liberato dal Tribunale del riesame di Milano poiché colpevole di reato minore.
Buba, cittadino gambiano arrivato a Como 2 anni fa dopo essere stato respinto al confine con la Svizzera, è stato arrestato lo scorso giugno per spaccio di ecstasy. Il ragazzo era solito spacciare in via dei Transiti a Milano (una delle zone di maggiore smercio di droga del capoluogo lombardo) una prima volta il 23 giugno ed una seconda volta il 27. Il secondo arresto, visto la recidività dei suoi comportamenti criminali, ha portato ad un processo per direttissima che è costato al gambiano un paio di settimane di carcere: sebbene Buba avesse altre due denunce per lo stesso reato (una risalente al 23 gennaio e l’altra al 16 novembre 2016) è stato scarcerato dal Tribunale del riesame per mancanza di “Gravi indizi”.
L’organo preposto alla valutazione della scarcerazione dei carcerati ha accolto le richieste della difesa facendo cadere le accuse contro il cittadino gambiano lo scorso 18 luglio. Nella sentenza i giudici considerano i crimini reiterati dell’immigrato come una condizione imposta dall’impossibilità di trovare un lavoro lecito, infatti nella sentenza (secondo quanto riportato da ‘Il Giornale’) si legge che l’imputato non ha :”Alcun provento derivante da attività lavorativa”,quindi: “lo spaccio appare l’unico modo per mantenersi”.
La scarcerazione non è stata disposta, però, per questo motivo (sarebbe stata solamente una motivazione per ridurre l’eventuale pena detentiva) ma perché per il quantitativo di stupefacente con il quale è stato arrestato la legge italiana non prevede una pena carceraria. Nella sentenza, come riportato infatti da ‘Il Giornale‘, si legge: “I limiti di pena previsti dall’articolo 73, comma 5 della legge 309 del 1990 non consentono la custodia cautelare in carcere”. Buba è stato quindi scarcerato ma gli è stato imposto il divieto di abitare nei territori appartenenti al Comune di Milano, allontanandolo in questo modo dai luoghi dei suoi reati e dalle precedenti frequentazioni.
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