Lo scorso mercoledì è iniziato il Ramadam per tutti i musulmani, si tratta di un periodo di digiuno della durata di 30 giorni che non permette ai praticanti di nutrirsi durante il giorno. La pratica viene effettuata anche da chi svolge lavori pesanti o che necessitano di massima concentrazione e questo, stando a quanto dichiarato dal ministro danese Stojberg metterebbe a rischio la vita degli altri cittadini. Secondo il politico tutti i musulmani dovrebbero chiedere un periodo di permesso durante il Ramadam: “Voglio invitare i musulmani a prendere congedo dal lavoro durante il mese del Ramadan per evitare conseguenze negative per il resto della società danese”.
Ramadam, ministro Stojberg: “Regole difficilmente conciliabili con la vita odierna”
L’esponente dell’estrema destra danese ha sottolineato come secondo lei le regole imposte dalla pratica religiosa non sono conciliabili con il mondo moderno: “Mi chiedo se un obbligo religioso risalente a 1.400 anni fa può essere conciliato con il sistema sociale e il mercato del lavoro che abbiamo in Danimarca oggi nel 2018”. Insomma la Stojberg ritiene che a causa del digiuno i musulmani possano mettere a rischio la vita degli altri e rendere meno sul posto di lavoro.
La posizione è stata duramente criticata dalle associazioni in difesa dei diritti dei musulmani che hanno risposto ironicamente al ministro dicendole che la ringraziano per la sua preoccupazione ma sono perfettamente in grado di svolgere il proprio lavoro anche in periodo di Ramadam. E’ chiaro che non si tratta di un digiuno totale che dura 30 giorni, ma solo dell’astensione dall’assumere cibo, alcolici e praticare rapporti sessuali nelle ore diurne, dal tramonto all’alba ad ogni musulmano praticante è concesso nutrirsi e reidratarsi.
Luca Scapatello