Il Miracolo Eucaristico, un evento che continua a mantenere vivo e pulsante l’amore dei suoi figli per il Signore anche nel bel mezzo della quarantena.
Durante la pandemia, infatti, i pellegrini non hanno mai smesso di manifestare l’amore per Gesù chiedendo la Sua vicinanza, che si incarna nei Santuari di Lanciano e Bolsena. Qui infatti è viva la memoria di due importanti eventi, e del loro messaggio che non finisce mai di portare i Suoi figli alla conversione. La pandemia non ha impedito ai pellegrini di chiedere preghiere ed esprimere amore e vicinanza.
Nel lontano 1263, nella Basilica di Santa Cristina a Bolsena, situata nel Lazio, un sacerdote vide l’Eucaristia sanguinare proprio nel bel mezzo della celebrazione della Santa Messa. Da allora, il luogo divenne un Santuario in cui si conserva la memoria del miracolo eucaristico. E dove ogni anno si recano numerosi pellegrini per offrire preghiere e sacrifici.
In modo particolare, questo accade nei giorni precedenti la Solennità del Corpus Domini. Ai media vaticani, il parroco padre Vittorio Battaglia ha raccontato che anche nel bel mezzo della pandemia, con la crisi sanitaria che ne è derivata, i fedeli non hanno mai smesso di portare la loro vicinanza restando in contatto.
“Abbiamo sofferto in modo particolare i lunghi giorni di confinamento“, racconta padre Battaglia. “La basilica accoglie moltissimi pellegrini e nei mesi di marzo ed aprile, le parrocchie della diocesi di Orvieto-Todi e di quelle circostanti vengono qui con i bambini in preparazione alla prima comunione: purtroppo ora non è stato possibile. La cosa positiva è che abbiamo ricevuto per email tante testimonianze di fedeli che, non potendo venire, hanno chiesto preghiere a Gesù Eucaristico per rafforzare la propria fede”.
Miracolo che ancora oggi continua a produrre i suoi frutti. Anzi, ancora più oggi, in una fase della storia e dell’umanità in cui il bisogno di Gesù si fa sempre più urgente e necessario nelle vite di ciascuno di noi e anche nella società nel suo insieme.
Paolo VI, a chiusura del Congresso Eucaristico Internazionale del 9176, pronunciò proprio a Bolsena parole memorabili. “Bolsena non dimentica, ed oggi ripresenta a noi e al mondo il miracolo compiuto nel santuario della sua santa Cristina”, disse.
Ricordando che “il miracolo ha ravvivato nella Chiesa d’allora e ravviva tuttora la coscienza interiore e ha perpetuato il culto esteriore, pubblico e solenne, dell’Eucaristia, del quale Orvieto e Bolsena conservano ed alimentano nel mondo l’inestinguibile fiamma”.
Anche nella provincia di Chieti, in particolare nella cittadina di Lanciano, uno straordinario miracolo eucaristico accompagnò la comunità locale, con centro nel Santuario del Miracolo Eucaristico. Il miracolo, in questo caso, risale a una data collocata ancora indietro nel tempo, tra il 720 ed il 750.
In questa occasione, un monaco basiliano, tormentato, come anche nel primo caso, da un dubbio sulla reale presenza del Signore nell’Eucaristia, ebbe una prova inconfondibile sotto i propri occhi. Nel corso della celebrazione, infatti, il il pane si trasformò in un pezzo di carne ed il vino in sangue. Il tutto sotto i suoi occhi stupefatti, commossi e increduli.
Anche qui, nel Santuario che da tredici secoli ospita il ricordo di questo straordinario evento, insieme alle reliquie, durante la quarantena i fedeli e i pellegrini hanno continuato a rendersi partecipi in maniera inaspettate. “Abbiamo utilizzato i social tramite i quali ci sono arrivate numerose richieste di preghiere”, ha spiegato il rettore, padre Fabrizio De Lellis.
“In questi giorni di riapertura qualche pellegrino si è tornato a far vedere. Qui si tocca con mano la presenza reale di Dio in mezzo agli uomini”.
Giovanni Bernardi
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