Tante sono le guarigioni e i miracoli compiuti da Cristo nel corso della sua predicazione, e tanti altri miracoli ancora nel corso della Storia del Cristianesimo.
Ciò che sorge spontaneo domandarsi è perché, in tanti pregano, ma solo alcuni ricevono i miracoli e le guarigioni che chiedono.
Miracoli: perché non tutti li ricevono?
La preghiera incessante, costante, per noi o per qualche persona a noi cara che si trova in un momento di sofferenza. Ma, poi, vediamo che altri ottengono la guarigione (fisica o spirituale che sia), mentre la nostra preghiera viene “quasi ignorata” da Dio.
È possibile tutto ciò? Una domanda, da parte di un fedele, è sorta spontanea: “Nella Bibbia si parla tante volte di miracoli compiuti da Dio, dai suoi discepoli e apostoli […] Tutte queste affermazioni per dire il Signore compie miracoli attraverso l’intercessione dei Santi e dei Beati, e li fa per affermare delle verità assolute oppure perché nella persona miracolata c’è un suo disegno particolare, diverso da chi non riceve il miracolo della guarigione?”.
Il disegno di Dio per ognuno di noi
Dio ha un disegno per ognuno di noi, ma un disegno divino può essere contemplato anche nel miracolo? Forse, noi lo chiediamo, ma non è quello di cui abbiamo veramente bisogno. La risposta arriva da un teologo: “I Vangeli ci testimoniano che Gesù ha incontrato un gran numero di persone afflitte, da, svariate malattie, malattie mentali e anche infermità meno gravi. I Vangeli sottolineano che Gesù cura i malati e guarisce.
Gesù vede nel malato una persona, si relaziona con la totalità del suo essere, e vede nella persona che ha davanti una creatura disposta all’apertura di fede, desiderosa non solo della guarigione materiale ma di ciò che può dare senso alla propria vita. Dunque Gesù insegna che curare è in primo luogo entrare in relazione con l’altro”.
Miracoli e guarigioni: Gesù e la fede di chi è guarito
Il primo passo che Gesù si pone è quello di relazionarsi con l’altro, capire se la persona che si trova di fronte, nel suo cuore, è disposta a credere e ad avere fede certa nel Signore: “Ma ci domandiamo: perché tante persone hanno ottenuto un miracolo nella loro vita e altre no? Perché tante persone soffrono, e molte persone magari si allontanano dalla fede di fronte al silenzio di Dio, non soltanto per i miracoli, ma di fronte alla richiesta di bene, di vivere una vita piena di amore e di dare un senso alla loro vita e non ottengono nulla?
La risposta si trova nel mistero della croce di Cristo che ha preso su di sé fino in fondo la vita umana in tutte le sue contraddizioni”.
Gesù: ha preso su di se tutte le nostre sofferenze, le nostre contraddizioni. Si è lasciato condannare a morte senza dire una parola. Ma, nonostante tutto, lui continua ad amarci incostantemente: “L’obbedienza che Cristo imparò dalla sua sofferenza consiste nell’adesione radicale al progetto di Dio, che lo ha guidato nelle scelte decisive della sua vita. La sottomissione alla volontà del Padre viene presentata spesso nel Nuovo Testamento come un aspetto caratteristico del comportamento di Gesù. […]
Ci chiediamo: possibile che il padre non abbia esaudito Gesù liberandolo dalla morte? Ma il figlio accetta liberamente per amore di andare incontro alla morte. La risposta del padre è la risurrezione. Dunque Dio esaudisce sempre i suoi figli, ma quale sia il modo rimane ignoto, rimane nel mistero del silenzio di Dio”.
Dio ci ascolta
Dio non scontenta nessuno: tutti siamo uguali davanti ai suoi occhi. La fede è ciò che ci accomuna: la nostra preghiera non deve mai venire a mancare.
Lui ci ascolta, ci guarda con attenzione, tiene presente ogni nostra necessità. Preghiamo, non resteremo inascoltati.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: toscanaoggi.it
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