Si parla di guarigione miracolosa (in questo caso, a Lourdes) ogni qualvolta una persona gravemente malata, che abbia provato cure mediche, senza ottenere alcun miglioramento, si trovi ad essere sana e non se ne comprenda umanamente e scientificamente la ripresa.
Non è certo facile discernere in “materia di miracolo” e non mancano, oltretutto, le associazioni che vantano l’ingrato compito di inficiare ciò che, per fede, si è portati a credere.
Al Santuario di Lourdes, ad esempio, si fa capo all’Ufficio delle Constatazioni Mediche (Bureau des Constatations Medicales), voluto da Papa Pio X, nel 1905.
L’Ufficio si basa su regole espresse, nel XVIII secolo, da Papa Benedetto XIV (allora Cardinale).
In un primo momento, il medico designato riceve le informazioni preliminari sulla guarigione da esaminare e, se lo ritiene opportuno, convoca un Ufficio Medico, costituito da dottori di qualsiasi convinzione religiosa e a cui possono partecipare tutti i medici presenti, in quel momento, a Lourdes.
Se il primo medico e l’Ufficio Medico vorranno portare avanti la causa, allora, si convocherà l’intero Comitato Medico Internazionale di Lourdes.
Il Comitato esiste dal 1947 ed è costituito da circa 20 medici specializzati, presieduti dai Vescovi di Lourdes e di Tarbes.
La ricerca del Comitato sarà approfondita e misurata su casi simili, esistenti nel resto del mondo, eventualmente.
Il Comitato si riunisce in autunno ed esamina i casi singoli, votando per la loro validità o meno.
Il voto sarà valido, se, e solo se, i 2/3 della Commissione lo riterranno effettivamente inspiegabile, per ciò che, al momento, la scienza medica è in grado di fare.
A quel punto, la valutazione sarà comunicata al Vescovo della Diocesi, a cui appartiene la persona miracolata.
I presupposti perché l’esame del caso vada a buon fine sono i seguenti: la diagnosi originale deve essere verificata e confermata, senza alcun dubbio; la malattia deve essere considerata incurabile, secondo le attuali conoscenze mediche; la guarigione deve essere in relazione con una visita a Lourdes; la guarigione deve essere immediata, con rapida remissione dei sintomi o dei segni della malattia; la guarigione deve essere completa, senza disturbi residui; la guarigione deve essere definitiva, senza ricadute.
Il Bureau des Constatations Médicales di Lourdes ha riconosciuto 7 mila guarigioni inspiegabili, in 150 anni, ma solo 69 sono state ritenute dei miracoli, dalla Chiesa cattolica.
In generale, il malato, dunque, che voglia sottoporre ad una commissione medica il caso della sua guarigione presumibilmente miracolosa, deve, in primo luogo, presentare una diagnosi che dichiari la gravità e l’entità della malattia da cui era affetto.
La commissione medica dovrà appurare che effettivamente, per quella guarigione, non si è proceduto ad alcuna terapia o che le terapie provate non avevano determinato alcun esito.
Il conseguente requisito richiesto, allora, sarà quello della “Restitutio ad integrum”, ossia dell’avvenuta guarigione completa e duratura. A tale scopo, il paziente in questione verrà esaminato anche successivamente.
Ovviamente, si escludono da questo iter le malattie psicologiche o psicosomatiche che, per loro stessa definizione, possono scomparire o ri-apparire, senza una precisa diagnosi o intervento medico.
E’ da considerare, inoltre, che la medicina, in vista di continui progressi e della scoperta di sempre più innovativi metodi curativi, ritiene che ciò che sia più probabile per la storia di una certa malattia (ossia ciò che già è avvenuto per casi simili), sia la routine, ma non esclude che possa accadere anche un fatto eccezionale.
Ciò rende ancora più difficile la previsione e la dichiarazione di un miracolo, ma è garanzia, qualora venisse proclamato, di una certezza anche nella fede.
La guarigione miracolosa dalla malattia, inoltre, è solitamente inattesa, rispetto alla prognosi, ossia a ciò che ci si aspettava come decorso della stessa.
Questo iter, cui la medicina sottopone il paziente la cui “salute” non si spiega in altro modo, se non per intervento divino, da dignità alla guarigione stessa e dispone l’animo all’accoglienza del fatto prodigioso, senza dubbi dettati o voluti dalla fretta o da una acerba spiritualità.
Antonella Sanicanti