Fior di specialisti le avevano detto che il bambino sarebbe nato con una gravissima malformazione. Ma la mamma non si è rassegnata e ha pregato la Madonna insieme al marito e quello che è successo mesi dopo lascia davvero a bocca aperta.
Gli specialisti di ben quattro ospedali – due dei quali considerati centri d’eccellenza nel nostro Paese – avevano fornito una diagnosi unanime, dal sapore di una sentenza di morte.
Il bambino sarebbe nato con delle malformazioni gravissime. Al punto che, come oggi sembra “civile” fare, ai genitori era stato suggerito l’aborto terapeutico. Chi è “fallato” fin dall’inizio, secondo la mentalità dominante di oggi, non merita di venire al mondo.
Ma le previsioni umane, come spesso capita, non avevano fatto i conti con due fattori che potremmo chiamare il fattore P (la Provvidenza) e il fattore F (la fede di una mamma e di un papà coraggiosi).
Una diagnosi infausta e la “soluzione” prospettata ai genitori
Tutto è cominciato lo scorso 3 marzo. È allora che Flavia Imparato, napoletana di origine ma da anni a Piacenza, dove lavora in Comune – si sottopone alla “morfologica”, ossia all’ecografia del quinto mese di gravidanza per valutare le dimensioni del bimbo e lo stato degli organi.
Quello che porta in grembo è il terzo figlio avuto col marito, dopo un maschio e una femmina di 6 e 4 anni. Stavolta però la diagnosi è infausta. Gli esami dicono atresia esofagea, fotografando una situazione in cui la bocca del bambino non è collegata allo stomaco ma ai polmoni. È una malformazione seria, di quelle che alla nascita richiedono un’operazione importante.
Anche gli specialisti dell’ospedale di Piacenza confermano la presenza della malformazione. E lo stesso fanno quelli del Maggiore di Parma e i loro colleghi del Gaslini di Genova, centro specializzato per le cure ai bambini. Tutto confermato anche dai dottori dell’ospedale genovese che anzi, data la gravità della situazione, propongono ai due genitori – con Flavia c’è anche il marito Francesco Casali, piacentino e titolare di un B&B – la “soluzione” dell’aborto terapeutico.
Il viaggio a Roma e la preghiera alla Madonna
«Ci hanno informato che non vi era l’assoluta certezza che sarebbe nato con una malformazione ma che il sospetto era molto forte», racconta Flavia al quotidiano La Libertà. «Una complicazione grave che avrebbe potuto provocarne altre altrettanto gravi. Alla proposta dell’aborto terapeutico sono stata malissimo ma non ho voluto arrendermi».
Flavia infatti non si arrende. Altro viaggio – questa volta al Bambin Gesù di Roma – stessa sentenza: malformazione confermata anche qui. Intanto la donna, terziaria francescana dal 2014, si consiglia col suo padre spirituale, il padre francescano Secondo Ballati. Che le dà finalmente un consiglio giusto: «Mi ha detto di avere fiducia e di pregare la Madonna perché solo lei avrebbe potuto salvare mio figlio», ricorda Flavia.
Il frate benedice Flavia più volte e i due coniugi cominciano a pregare la Madonna di Santa Maria di Campagna e la Madonna del Rosario di Pompei, alla quale la donna è molto devota per le sue origini napoletane. La coppia va anche in pellegrinaggio alla Madonna di Pompei proseguendo le preghiere a Piacenza in Santa Maria di Campagna.
Ogni bimbo è un dono da accogliere
Tutto per quel terzo figlio accolto come un dono dal cielo. «È arrivato di sorpresa, nel senso che non lo abbiamo cercato a tutti i costi», spiega ancora Flavia. «Dico questo perché se non avessimo avuto la fede… magari avremmo accettato l’alternativa dei medici. Per noi però la vita è una cosa importante. Quando mi hanno proposto di fare l’amniocentesi, che è pericolosa al 2 per cento, ho detto di noi per non rischiare di perdere il bambino. E anche se fosse nato con una malformazione noi lo avremmo voluto lo stesso, per noi sarebbe stato come gli altri due».
Da otto anni Flavia è volontaria di Assofa, associazione fondata da Giancarlo Bianchini, dove racconta di aver «capito che se tuo figlio nasce con un handicap è un bambino come gli altri. Lì in associazione pregano perché a tutti i bambini venga data la possibilità di nascere».
La Madonna sorprende tutti
Al decimo giorno Flavia ha sentito battere il cuore del suo bimbo «e per me mio figlio era già vivo anche se non era ancora nato. Mai e poi mai gli avrei negato di vivere». Poi succede quello che secondo i medici non sarebbe potuto succedere. Flavia prosegue la gravidanza e tre mesi dopo quelle diagnosi terribili le cose cambiano.
Cominciano ad arrivare le prime belle notizie: il liquido amniotico si normalizza. E al quinto viaggio – a Roma, di nuovo al Bambin Gesù – arriva la notizia più bella. Flavia è ormai all’ottavo mese di gravidanza. L’ecografia del 3 giugno mostra che la malformazione è scomparsa: il bambino sta bene. Così il 29 luglio Flavia dà alla luce Rosario, un bel maschietto di quattro chili sano come un pesce.
A riprova che il fattore P e il fattore F amano sorprendere qualsiasi previsione, anche la più infausta. Attraverso sua Madre, il Signore non cessa di beneficiare l’umanità che implora il suo soccorso. Per questo era importante che questa storia venisse raccontata, dice Flavia: per «testimoniare agli altri la fiducia nella Madonna e nella vita». Oggi ce n’è proprio tanto bisogno.