Cosa accadde a Santarem, quando qualcuno cercò di usare un’ostia consacrata per un maleficio?
Il Miracolo Eucaristico di Santarem, in Portogallo, risale all’anno 1247 (secondo alcuni era il 1266) ed è legato alla malsana intenzione di compiere un maleficio.
Protagonista una donna, che aveva deciso di congegnare un sortilegio da eseguire sul marito, di cui era estremamente gelosa, a causa delle sue presunte e molte infedeltà.
Spinta da una fattucchiera, rubò un’ostia consacrata, perché sarebbe servita a legare a se quell’uomo, con un filtro d’amore. Ma quell’ostia consacrata si mostrò alla donna per ciò che, in realtà, era, ossia il Corpo e il Sangue di Cristo vivo. Infatti, la particola iniziò a sanguinare, tra le mani della donna.
Miracolo eucaristico: l’ostia emanava luce
Era il 16 Febbraio. La donna tornava a casa, quando avvenne il prodigio e, non sapendo che altro fare, ripose l’ostia consacrata in un cassetto, ma essa continuò a sanguinare e iniziò ad emanare una forte luce, che non era più nascondibile. La donna spaventatissima decise di chiamare il parroco del posto, per rimediare a ciò che aveva fatto. Furono organizzate, dunque, una cerimonia ed una processione solenne, al fine di riportare la particola in Chiesa, nella Chiesa di Santo Stefano precisamente, mentre la reliquia non cessava di sanguinare e sanguinò anche per i seguenti tre giorni.
Santarem conserva ancora, proprio nella stessa Chiesa, quell’ostia consacrata, che mostrò un tale Miracolo eucaristico. Ora, quella Chiesa è detta anche “Santuario del Santissimo Miracolo”. Da quel giorno, l’ostia consacrata ha sanguinato anche in altre occasioni, mostrando, tra l’altro, anche l’immagine di Gesù.
Si dice che anche San Francesco Saverio avesse avuto modo di vedere quella reliquia.
La casa di quella donna è stata, poi, trasformata in una cappella e, da li, fino alla Chiesa di Santo Stefano, la seconda domenica di Aprile, di ogni anno, la reliquia viene portata in processione, per ricordare tutto ciò che avvenne, in quel lontano giorno.
Antonella Sanicanti
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