La devozione alla Madonna permise la vittoria dell’esercito cattolico nell’ambito di quello che viene ricordato come il Miracolo della Montagna bianca di Praga.
L’8 novembre 1620, su di una collina situata nei pressi di Praga, l’esercito imperiale di Ferdinando II, insieme alla lega cattolica e sotto il comando del conte di Tilly, stava combattendo una lunga e difficile battaglia contro l’armata protestante della Confederazione boema di Federico V del Palatinato. Si trattava di scontro decisivo nel contesto della fase boema della Guerra dei trent’anni, la stessa di cui parlava anche Manzoni ne I promessi sposi.
Questa si svolse sulla collina di Bílá Hora, ormai compresa nel tessuto urbano della capitale ceca. Dopo la defenestrazione di Praga, infatti, gli insorti avevano ottenuto diversi successi, tanto da eleggere a Re di Boemia l’elettore del Palatinato Federico V. Un assedio boemo su Vienna venne sventato con la battaglia di Záblatí.
Il cappellano dell’esercito era lo spagnolo Domingo de Jesus Maria, Domenico di Gesù Maria, generale dei carmelitani scalzi, che era stato invitato da Ferdinando II ad accompagnare le truppe cattoliche. Questi benedisse le truppe cattoliche con un piccolo dipinto che aveva trovato in una chiesetta hussita.
In quell’immaginetta erano infatti riportati l’Adorazione dei Pastori. Anche se era accaduto che alle figure di Maria, di Giuseppe e del Bambino Gesù i protestanti avevano tolto gli occhi, in segno di vilipendio.
Il cappellano tuttavia aveva recuperato il quadretto, che portò con sé fino alla Montagna Bianca. Dopo la benedizione, la lotta stava continuando, fino allo stremo. Si trattava infatti di una battaglia decisiva per il futuro di quell’area. La benedizione infuse ai soldati cattolici il coraggio necessario per l’attacco decisivo vittorioso.
Battaglia che stava inoltre volgendo al peggio per i cattolici. A un certo punto, però, dagli occhi bucati dell’immagine uscirono dei raggi luminosi. Questi accecarono i nemici in battaglia, che vennero così anche costretti alla fuga. Si trattò della prima importante sconfitta protestante all’interno della Guerra dei trent’anni.
L’intera artiglieria dell’esercito di Federico V, consistente in 10 cannoni, finì ai vincitori. L’esercito di Tilly si avventò infatti gloriosamente sui protestanti al grido di “Santa Maria!”. L’esercito protestante a fine battaglia si dissolse. 4.000 dei suoi uomini caddero tra la fuga e il combattimento. Le perdite cattoliche, invece, ammontarono solamente a qualche centinaio di uomini.
In segno di riconoscenza per questo miracolo che fece vincere la compagine cattolica, nella città cieca di Praga sorse la chiesa di Santa Maria della Vittoria. Due importanti chiese dei Carmelitani Scalzi mutarono infatti il proprio nome: quella romana di san Paolo al Quirinale, dove è conservata la statua dell’estasi di Santa Teresa di Gianlorenzo Bernini, e la chiesa situata nel cuore di Praga, nel nel quartiere di Mala Strana, allora dedicata alla santissima Trinità.
Si trattava infatti di un feudo protestante, e oggi rappresenta invece il è il centro della devozione del famoso Bambino Gesù di Praga.
Giovanni Bernardi
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