Fin dai primi secoli dell’era cristiana, ogni qual volta il giorno dell’Annunciazione (25 marzo) coincide col venerdì Santo, si verifica un fatto straordinario.
Conosciuto nell’immaginario collettivo come il “miracolo della Sacra Spina”, il prodigioso evento della Sacra Corona di spine ha una storia millenaria. In Italia, in particolar modo nell’area bergamasca, il culto della Sacra Spina è particolarmente sentito, dal momento che una delle Sacre Spine è conservata nella Chiesa di San Giovanni Bianco. Ogni anno, nel periodo pasquale, viene celebrata la Santa Messa solenne accompagnata da un corteo di fedeli in processione. Quest’anno, tuttavia, come riporta Alteia, il parroco don Diego Ongaro ha celebrato la Santa Messa e la processione in solitaria, a causa dell’emergenza Coronavirus.
La Sacra reliquia di Nostro Signore Gesù è venerata dal mondo cristiano fin dagli albori della nuova religione. Abbiamo attestazioni di venerazioni a Gerusalemme risalenti almeno al V secolo. Poi, nel corso della storia, le diverse spine della Corona furono trasportate in tutto il mondo. La corona rimase a Costantinopoli almeno fino al 1237. Poi, il Re Luigi IX di Francia acquistò la reliquia e la portò a Parigi. Durante il viaggio per Parigi, diverse spine furono tolte dalla reliquia per poter essere donate a Chiese e Santuari.
Come riporta Alteia, nel mondo sono state catalogate più di 700 spine. Tra queste alcune facenti realmente parte della Corona, altre invece divenute reliquia di contatto, perché appoggiate sulla Sacra Corona di Gesù. Nello specifico, la Sacra Spina di San Giovanni Bianco a Bergamo è stata donata nel 1495 da Vistallo Zignoni, balestriere dell’esercito di Francesco Gonzaga. L’uomo si era impadronito della reliquia nel corso di una guerra contro il re di Francia Carlo VIII. Successivamente l’uomo la riportò nel suo paese natio. Dal momento del suo arrivo a Bergamo si iniziò a verificare il miracoloso fatto: ogni volta che l’Annunciazione (25 marzo) coincide con il Venerdì Santo, la Sacra Spina fiorisce.
Il miracolo ebbe, nel corso della storia, un’interruzione temporale, dovuta a un furto subito nel 1598. Infatti, in quell’anno, la reliquia fu rubata e, fortunatamente, ritrovata poco dopo. Ma il furto rappresentò un vero e proprio trauma per la storia del miracolo. Infatti, per veder ancora una volta rifiorire la Sacra Spina, i fedeli di Bergamo dovettero aspettare il XX secolo. Dopo qualche presunto miracolo avvenuto nel corso del Seicento e agli inizi del Novecento (tuttavia miracoli non attestati), la Sacra Spina riprese a fiorire il 27 marzo del 1932. In quel giorno di Pasqua, dove ancora una volta il 25 marzo cadde nel giorno del venerdì Santo, dalla Spina di San Giovanni Bianco fuoriuscirono delle gemme.
L’ultima fioritura, come riporta Alteia, risale al 2016. Il 25 marzo di quell’anno, infatti, l’Annunciazione di Nostro Signore cadde nello stesso giorno della sua Passione. La commissione speciale nominata in quell’occasione dal Vescovo di Bergamo, poté verificare il germogliare della Spina, con conseguente cambio di colore, in particolar modo sulle gemme.
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Fabio Amicosante
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