Per la ricorrenza della Madonna del Rosario, abbiamo scelto di raccontare una testimonianza di vita, fortemente legata a questa devozione, quella di Rosaria.
Ci ha particolarmente toccato il cuore e ci accompagna per mano a comprendere come la Madonna, è sempre accanto a noi e non ci abbandona mai, anche nei momenti più difficili della nostra vita.
La storia che stiamo per raccontarvi è quella di Rosaria, un giovane donna che ha deciso di raccontare la sua esperienza e il perché della sua devozione alla Vergine del Rosario. E lo ha fatto durante un’intervista su TV2000.
Un racconto che prende il cuore e la testa sin dall’inizio perché è semplicemente una risposta a tutto ciò che, quotidianamente, ci domandiamo. Ma la Madonna è sempre con noi? E, in occasione proprio della Solennità della Beata Vergine del Rosario di Pompei è bello anche conoscere le esperienze di vita che vedono Lei al centro di tutto.
In un’intervista al programma televisivo di TV2000, c’è Rosaria, una giovane donna che vede nascere la sua devozione alla Madonna di Pompei ancor prima della sua stessa nascita. Sì, perché c’è qualcosa che la lega a Pompei già da generazioni prima di lei.
“Io mi chiamo Rosaria proprio per un voto alla Madonna di Pompei che promosse una mia zia, Giulia, che a sua volta aveva ricevuto una grazia dalla Madonna di Pompei, tanto che le aveva donato il suo vestito da sposa ed è stata guarita dal tifo a 20 anni.
Quando mia mamma rimase incinta, perché avevo perso una sorellina dopo un mese dalla nascita, la zia disse: “Dobbiamo affidare questa bambina a Pompei”. Andarono, quindi, mia mamma, la nonna e la zia a Pompei per affidare la mia nascita. E se nascevo forte e sana, mi avrebbero chiamata Rosaria” – racconta alla giornalista che la sta intervistando.
Una storia che inizia a commuovere fin dall’inizio perché, come dicevamo , Rosaria è sì accompagnata dalla Madonna già prima della nascita ma sperimenta la presenza di Maria anche in altri momenti, in particolare uno: “[…] In particolar modo nel 2008. In quell’anno stavo vivendo una situazione di precarietà lavorativa come tutti i giovani. Andammo io, la mamma, la nonna e la zia a Pompei, perchè ci andiamo quasi ogni anno, sia per chiedere ma soprattutto anche per ringraziare. Vivevo un momento di grande inquietudine ed agitazione. Dopo la confessione con i frati Orionini, ho sentito un senso di pace. Dopo tre settimane, ho fatto un colloquio di lavoro a Roma e sono venuta a lavorare a Roma” – spiega con gioia.
Nel suo racconto, Rosaria è anche accompagnata da due sacerdoti, uno di questi è Frate Ciro Vitiello. Alla domanda del perché si va a chiedere alla Madonna, ma anche a ringraziare, lui spiega: “[…] Noi spesso abbiamo una mano lunga e una mano corta. A chiedere siamo tutti bravi, a ringraziare spesso ci dimentichiamo. Ma anche Gesù nel Vangelo lo disse: “Non erano 10 i lebbrosi che avevo guarito? Uno solo è tornato indietro”. Però spesso veramente si torna a Pompei con grande gioia per dire grazie, perché le grazie non finiscono mai: inaspettate, improvvise. La Madonna ci precede nel dare le grazie, noi forse ne abbiamo bisogno e non sappiamo bene quello che vogliamo”.
Accanto a lui c’è, anche, Padre Gennaro che, alla domanda del come si faccia a coniugare, specialmente nei giovani l’esigenza della fede con una spiritualità molto antica, quale anche quella di Pompei, lui spiega che c’è qualcosa di molto semplice che la Madonna fa: “La mamma celeste è sicuramente una storia straordinaria di linguaggi acchiappabili, per la semplice ragione che proprio perché è mamma riesce a parlare con la capacità, con la straordinaria freschezza di parole che noi figli riusciamo a cogliere anche negli sguardi e nelle carezze. Il vero problema oggi, io molto spesso sento dire che il problema è che i giovani sono lontani dalla fede, sono lontani dalla chiesa.
Innanzitutto, non bisogna generalizzare perché ci sono invece tantissimi giovani che sono una freschezza straordinaria all’interno della chiesa. Ma il problema sussiste: c’è una parte di mondo che è lontana, ma è il mondo che è lontano dalla chiesa o è la chiesa che è lontana dal mondo? Il vero problema non è che è una questione di distanze, il vero problema è una questione di linguaggi. […] Maria può aiutarci? Certo che può aiutarci, perché il linguaggio di Maria è un linguaggio accessibile, semplice, diretto, immediato che suona con l’affetto, che porta in sé il fragore del sentimento […] Quando mi si dice che i giovani non sentono la fede è perché forse non la comprendono” – spiega.
Un linguaggio semplice che la Madonna adopera per far sì che tutti comprendano il suo messaggio. E nel giorno della sua ricorrenza, in quanti stringono il Santo Rosario in mano. Anche Rosaria ne ha uno in mano: “Questo rosario mi è stato donato dalle Suore della Riparazione che si trovano a Roma, sulla via Aurelia, che sono state la mia provvidenza in un periodo bellissimo. Ho anche un altro rosario, quello di mia nonna che è un dono prezioso […] Questo è l’esempio della semplicità ma anche dell’amore e della pietà che le nonne tramandano alle figlie e alle nipoti” – conclude.
Ascoltiamo dalla diretta interessata il perché dell’importanza del Santo rosario nella sua vita.
Video: TV2000
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