Da mesi ormai si parla del pericolo terribile di un conflitto nucleare, come mai accaduto nella storia. Eppure già in passato si era andati molto vicini a questo pericolo, scampato grazie a un provvidenziale evento miracoloso, voluto dal Signore.
Una vicenda che mostra ancora una volta, oggi più che mai, il bisogno di affidare a Dio le redini della propria vita e del mondo intero.
Tutto riporta al 1945, anno in cui avvenne il dramma del lancio della bomba atomica su Hiroshima. Dietro il disastro che segnò la storia per sempre, però, ci fu un piccolo barlume di speranza che pochi conoscono ma che oggi mostra come grazie alla presenza e alla vicinanza di Dio tutto è possibile. Anche scampare a un’esplosione nucleare.
Una storia miracolosa che dice molto al mondo di oggi
All’interno di una canonica incredibilmente vicina al luogo in cui esplose la bomba, solamente otto isolati, viveva una piccola comunità di gesuiti. Con il lancio dell’atomica gli americani si prefissero infatti l’obiettivo di annientare il potere militare giapponese. Così a meno di un chilometro dal centro di Hiroshima deflagrò il primo ordigno atomico della storia.
Un evento talmente nefasto di cui ancora oggi non si conoscono le vere conseguenze in termini di vittime, inquinamento, mortalità. Solo a dicembre di quell’anno si parlava però di oltre cinquecentomila persone segnate mortalmente da quell’evento.
Quella bomba distrusse tutto ciò che trovò nel raggio di un chilometro e mezzo, e nessuna persona lì presente si salvò. La comunità degli otto religiosi rimase miracolosamente illesa, e anche la loro casa non subì alcun danno.
“La preghiera del Rosario fu più forte della bomba atomica”
Quattro degli otto gesuiti furono avvolti in una coltre di fuoco, fumo e radiazioni per ben 24 ore. La loro casa restò in piedi, è il caso di dire, per miracolo. Tutte le altre erano ridotte in cenere. Ancora oggi nessuno è mai riuscito a spiegare veramente cosa fosse accaduto, e come sia stato possibile che quei religiosi siano scampati alla morte. Nessuno riportò nemmeno la minima conseguenza di quell’esplosione, e vissero molti anni senza alcun problema di salute.
C’è però una risposta che loro hanno offerto a coloro che glielo chiedessero. A loro avviso, infatti, c’era e come una ragione ben precisa che gli ha permesso di salvarsi. Non si tratta però certo di qualcosa che la scienza può spiegare. Stiamo parlando della recita del Rosario.
“Avevamo sempre recitato il Rosario tutti i giorni, per cui abbiamo concluso che la preghiera del Rosario fu più forte della bomba atomica”, spiegarono infatti i padri gesuiti, sconvolgendo letteralmente coloro che gli posero il quesito. Uno di loro, padre Hubert Schiffer, ne parlò davanti a decine di migliaia di persone.
La missione nel nome della Madonna di Fatima
“Attorno a me c’era soltanto una luce abbagliante. Tutto a un tratto, tutto si riempì istantaneamente da una esplosione terribile. Sono stato scaraventato nell’aria. Poi si è fatto tutto buio, silenzio, niente. Mi sono trovato su una trave di legno spaccata, con la faccia verso il basso. Il sangue scorreva sulla guancia. Non ho visto niente, non ho sentito niente”, disse.
“Ho creduto di essere morto. Poi ho sentito la mia propria voce. Questo è stato il più terribile di tutti quegli eventi. Mi ha fatto capire che ero ancora vivo e ho cominciato a rendermi conto che c’era stata una terribile catastrofe! Per un giorno intero i miei tre confratelli ed io siamo stati in questo inferno di fuoco, di fumo e radiazioni, finché siamo stati trovati ed aiutati da soccorritori. Tutti eravamo feriti, ma con la grazia di Dio siamo sopravvissuti”.
La ragione per cui i missionari si trovavano in quel luogo era infatti molto chiara: seguire il messaggio di Fatima. “Come missionari abbiamo voluto vivere nel nostro paese il messaggio della Madonna di Fatima e perciò abbiamo pregato tutti i giorni il Rosario”.