La finalista di miss Universo e l’astro nascente del football hanno una storia in comune: i genitori volevano l’aborto. Ma poi qualcosa è cambiato.
Gazini Ganados, finalista a Miss Universo, e J.K. Dobbins, astro nascente del football americano.
Due esempi illustri di come l’aborto non cancelli solo delle cellule, ma individui che nella vita possono compiere qualsiasi impresa e diventare chiunque essi decidano di essere.
Si ragiona spesso sull’aborto in termini di diritto della donna a fare ciò che vuole del proprio corpo. Sempre meno spesso si considera che da quella decisione dipende la vita di una persona che non ha chiesto di essere messa al mondo e che non ha alcuna colpa. Se dal punto di vista umano è comprensibile che una ragazza giovane possa avere dubbi e sentire il peso schiacciante della responsabilità, è vero anche che in soccorso dovrebbero andare i suoi genitori. Inoltre, possibilità che si tende a non valutare, le madri hanno sempre la possibilità di lasciare i piccoli in una struttura che si occuperà di collocare il figlio in una famiglia che quel piccolo ha il desiderio di crescerlo.
Difficile, facendo queste considerazioni, non abbracciare la posizione pro life supportata nel mondo dai gruppi religiosi. Difendere il diritto alla vita non è solo una questione di credo religioso, infatti, ma una prerogativa dell’umanità intera. Ogni soggetto è meritevole di dare il proprio contributo alla società, crearsi una storia personale, prendere decisioni, sbagliare, aiutare il prossimo e nessuno dovrebbe avere la possibilità di togliergli questo diritto. Creare una cultura in cui si educa a far comprendere che c’è un modo per aiutare i genitori in difficoltà e c’è una società in grado di dargli un futuro qualora decidessero di non tenere il figlio sarebbe un passo da compiere. In questo modo si eviterebbe ai genitori in situazioni difficili a prendere una decisione così complicata in così poco tempo.
Oggi Gazini Ganados non è solamente una delle donne più belle del mondo, ma anche una convinta sostenitrice del diritto alla vita. In una recente intervista la bella filippina ha dichiarato: “Ricordo sempre a me stessa che mia mamma, una mamma single, aveva possibilità di abortirmi. Ma non lo ha fatto. E ora sono qui a Miss Universo per le Filippine e chi pensa che quella bambina che sarebbe stata abortita è oggi invece la persona che ti sta davanti”.
Nel commentare la sontuosa prestazione di Dobbins, il telecronista ha ricordato a milioni di spettatori come 20 anni prima la madre del giocatore, Mya, stesse pensando di abortire. All’epoca la donna aveva appena 18 anni e temeva che non sarebbe riuscita a crescere il figlio come avrebbe meritato. Mya era anche andata dal medico per un consulto, ma quando è giunto il momento di prendere una decisione ha scelto per la vita. Oggi i tifosi dell’Ohio State la ringraziano e l’umanità intera la guarda con ammirazione.
Queste due storie ci dimostrano che scegliere la vita è sempre l’opzione migliore. Non perché stiamo parlando di una donna bellissima con intelligenza e sani principi e di un atleta di successo che infrange record di precocità. Ogni volta che s’interrompe la gravidanza ci si priva di quello che potrebbe essere un genio, un dottore, un artista, una modella, una ballerina, un premio nobel, ma anche soltanto un fratello, un amico, un padre, una madre, una compagna di vita. Qualcuno insomma che quel dono, come chiunque altro, lo merita, qualunque sia l’utilizzo che deciderà di farne nel corso della sua esistenza.
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Luca Scapatello
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