I Missionari uccisi dal 1980 al 2014, sono i nuovi Martiri della Chiesa cattolica, di cui si parla sempre troppo poco.
Siamo a conoscenza di quanti cristiani hanno lasciato la loro terra, per trasferirsi in posti angusti e lontani ed offrire il loro servizio ai più deboli, ai perseguitati, ai dimenticati dal mondo?
Sappiamo quanti di loro, ogni anno, non hanno fatto più ritorno alle loro case?
Ogni anno, il 24 Marzo, si celebra la Giornata di Preghiera e Digiuno in Memoria dei Missionari Martiri, promossa dal Movimento Giovanile delle Pontificie Opere Missionarie.
E’ stato scelto quel giorno, poiché è l’anniversario dell’assassinio di Monsignor Oscar Arnulfo Romero, Arcivescovo di San Salvador, oggi Beato.
L’Arcivescovo Romero -come ricorderete- che cercava di impedire e combattere i soprusi e le violenze della dittatura, fu ucciso da un uomo degli squadroni della morte, il 24 Marzo del 1980, mentre stava celebrando la Santa Messa.
L’iniziativa del 24 Marzo, dunque, nasce proprio per ricordare, con la preghiera e con il digiuno, tutti i Missionari uccisi nel mondo (come anche gli operatori pastorali e i laici), per aver parlato di Cristo e come Cristo, testimoniando il Vangelo.
Secondo i dati raccolti, le vittime sono state tantissime, purtroppo.
L’Agenzia Fides ce ne da un resoconto, segnalando che, per il decennio 1980-1989, sono stati uccisi 115 Missionari; dal 1990 al 2000 ne sono stati uccisi 604 (compresi quelli del brutale genocidio del Ruanda, con tantissime vittime torturate, dal 6 Aprile fino alla metà di Luglio del 1994, con armi e bastoni chiodati).
Negli anni 2001-2014 sono sati uccisi 343 operatori pastorali. Nell’anno 2014, precisamente, abbiamo perso 17 sacerdoti, 1 religioso, 6 religiose, 1 seminarista, 1 laico.
E c’è da puntualizzare che, quelli denunciati dall’Agenzia Fides, sono solo i casi di cui sono venuti a conoscenza, in maniera ufficiale.
Antonella Sanicanti