Il Brasile è tra le grandi favorite per la conquista della Coppa del Mondo in Qatar. Il tasso tecnico del team è di livello altissimo ma un aiuto decisivo potrebbe arrivare dal commissario tecnico, o meglio… da Qualcuno un po’ più alto.
È noto che tra le squadre calcistiche brasiliane, nazionale in primis, la manifestazione della propria fede non è mai stato un tabù.
Cattolico… persino in moschea
Lo stesso commissario tecnico, Adenor Leonardo Bacchi, in arte Tite, è stato visto sgranare il rosario durante gli ultimi allenamenti. A mostrarlo è stato un tweet del giornalista cattolico Sachin Jose, che ha poi fatto il giro del mondo.
Tite è un cattolico fervente ma ha anche l’abitudine di visitare luoghi di culto diversi dalle chiese. Il 25 novembre, alla vigilia del match Brasile-Serbia, infatti, il commissario tecnico è stato visto pregare in una moschea di Doha, vicino al Gran Hamad Stadium, dove la squadra si era appena allenata.
Come riferito anche da un comunicato ufficiale della nazionale brasiliana, Tite è solito fermarsi in qualsiasi luogo di culto per pregare, in particolare all’estero.
Messi in pellegrinaggio dalla Madonna
Secondo quanto riporta il sito canadese B.C. Catholic, il Brasile (pur essendo ormai da anni nel Paese molto consistente la componente evangelica) è la nazionale in cui si riscontra la percentuale più alta di giocatori cattolici (92%).
I medesimi dati statistici mostrano che in 18 squadre su 32 partecipanti ai mondiali in Qatar, la religione prevalente tra i giocatori è il cattolicesimo, comprese le rappresentative di Paesi europei piuttosto secolarizzati come Francia, Germania o Paesi Bassi.
Tra i campioni che non hanno fatto mai mistero della loro fede, figura uno dei più attesi: Lionel Messi porta un vistoso tatuaggio di Gesù sul bicipite destro. L’attaccante del Paris Saint Germain e della nazionale argentina aveva dichiarato che, poco prima dei mondiali, si sarebbe recato in pellegrinaggio dalla Madonna del Rosario a San Nicolás.
Il portiere e capitano della nazionale tedesca Manuel Neuer è legato a un gruppo giovanile gestito dai Frati Cappuccini e a un ente di volontariato che combatte la povertà infantile. Cattolico praticante è anche il francese Olivier Giroud, che sul braccio porta tatuate le parole del Salmo 23.
Il primo giorno della kermesse sportiva in Qatar, avevano fatto il giro del mondo, le foto dell’intera squadra dell’Ecuador riunita in cerchio a ringraziare Dio dopo il primo gol segnato. La nazionale ecuadoriana è stata eliminata al primo turno, in compenso ha già vinto il campionato mondiale della fede.
120 km a piedi fino a Medjugorje
Altro commissario tecnico che non disdegna di sgranare il rosario in pubblico è il croato Zlatko Dalic, la cui devozione era già emersa in tutta la sua forza ai mondiali del 2018: in quell’occasione la nazionale croata conquistò un sorprendente secondo posto, superata soltanto dalla Francia campione del mondo.
“Tutto quello che ho fatto nella mia vita e nella mia carriera professionale lo devo alla mia fede – ha affermato recentemente Dalic –. Sono grato al mio Signore. Quando attraverso un momento difficile, mi aggrappo al mio rosario e tutto diventa più facile”.
Lo scorso ottobre, il ct della Croazia si è recato a piedi a Medjugorje, percorrendo 120 chilometri in tre giorni, al temine dei quali, sulla sua pagina Instagram ha scritto: “Grazie, Madre di Dio per tutte le benedizioni! Confido in Te, o Dio!”.
Dalic prega sempre prima di ogni match della sua squadra e ha sempre un atteggiamento di gratitudine verso Dio, perché, dice, “mi dà la forza, la fede ma anche l’opportunità di fare qualcosa di nella vita”.