Mons. Fisichella: la proposta delle “24 ore per il Signore”

In un momento particolare come quello che stiamo vivendo, la Chiesa dà la possibilità ai fedeli di riconciliarsi con il Signore.

un uomo chiede perdono a gesù
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“24 ore per il Signore”. È questo il titolo dell’iniziativa che, ogni anno, la Chiesa propone con l’avvicinarsi della Santa Pasqua. Il 12 e il 13 marzo, nel pieno rispetto delle norme Covid, sarà possibile ai fedeli avvicinarsi al Sacramento della Confessione.

Le 24 ore per il Signore

Il riconciliarsi con Dio, anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia da Coronavirus. L’appuntamento promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione è quello delle “24 ore per il Signore” che, quest’anno avrà come tema: “Egli perdona tutte le colpe”.

Non ci sarà il consueto appuntamento in Piazza San Pietro alla presenza del Santo Padre. Tuttavia chiediamo ugualmente che in tutte le nostre comunità ci possa essere uno spazio e un luogo per poter continuare a celebrare l’iniziativa con tutte le precauzioni necessarie in questo momento” – afferma, in un’intervista a Vatican News, Monsignor Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio della Nuova Evangelizzazione.

Monsignor Fisichella: “In questo momento difficile, percepiamo la vicinanza di Dio”

Anche in un momento difficile, è possibile sperimentare la misericordia di Dio, anche attraverso la confessione con un sacerdote: “Significa trovare la forza di comprendere ciò che noi siamo, i nostri limiti, le nostre contraddizioni, e quindi il nostro peccato, per presentarci davanti ad un uomo che a nome di Dio ci parla, ci consola e ci offre il perdono divino.

Percepire questa vicinanza di Dio, è particolarmente importante in vista della Pasqua” – spiega nell’intervista. La necessità del rispettare tutte le norme anti Covid, ma non perdere la spiritualità del sacramento della Confessione.

Garantire la distanza fra il confessore e il penitente, senza però perdere l’importanza del sacramento e il segreto dello stesso: “Là dove invece si volesse mantenere la dimensione del confessionale tradizionale, è bene che ci siano delle situazioni di sicurezza e di riparo, come il plexiglass, la plastica e tutte quelle soluzioni che impediscono qualsiasi eventuale forma diffusione del virus” – descrive Monsignor Fisichella.

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“Il perdono non è facile”

Confessione, perdono e carità. Ma chi non può uscire di casa, non solo per il Covid, ma anche per altre ragioni, non può confessarsi? “Bisogna avere la capacità di mettere in campo gesti di perdono. Perdonare non è facile. Serve umanamente tanto coraggio, tanta disponibilità e tanto tempo. Forse può aiutare la consapevolezza di chiedere perdono per le nostre azioni” – conclude Fisichella.

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ROSALIA GIGLIANO

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