Nel corso della conferenza stampa di apertura del 31° Festival dei Giovani a Medjugorje, Mons. Hoser ha risposto ai giornalisti.
Le domande riguardavano la sua esperienza di Medjugorje nel ruolo di visitatore apostolico affidatogli dalla Santa Sede.
L’arcivescovo Hoser ha parlato positivamente di come sta procedendo l’attività pastorale nonostante le difficoltà a causa Covid.
Ha inoltre prospettato un prossimo riconoscimento della parrocchia di San Giacomo a titolo di santuario, da parte della Chiesa. Ha evidenziato i due segnali favorevoli: l’invio a Medjugorje nel 2017 di un visitatore apostolico che risiede sul posto. E un annuncio ufficiale del 12 maggio 2019 (festa della mamma) che ha spalancato la porta ai pellegrinaggi ufficiali da tutto il mondo.
Mons. Hoser: di fatto Medjugorje è un santuario internazionale
“In questi due anni abbiamo fatto tante cose che ci era stato consigliato di fare, tutte con l’obiettivo di stabilizzare la pastorale di Medjugorje. Di fatto Medjugorje è un santuario internazionale. Ma legalmente siamo ancora una parrocchia. Non abbiamo il titolo di santuario locale, nazionale o internazionale. Ma la situazione sta andando avanti.
Due segnali chiave sono che è stato inviato a Medjugorje un visitatore apostolico che risiede qui. E anche un annuncio ufficiale dell’anno scorso che spalanca la porta ai pellegrinaggi ufficiali da tutto il mondo. Anche l’inculturazione è importante, il che significa che ho conosciuto la popolazione dell’Erzegovina, i costumi, le tradizioni, ma anche la pietà che hanno sviluppato nel corso dei secoli.
Mi hanno accolto a braccia aperte, molto cordialmente e la collaborazione è ottima a tutti i livelli. Vengo da una nazione slava e questo mi ha anche aiutato a capire meglio cosa stava succedendo qui.
Posso anche dire che la collaborazione con i frati guardiani di questo luogo, di questo santuario, si è sviluppata bene. Abbiamo anche stabilito rapporti con mons. Ratko Perić, che è il vescovo di questa diocesi” – ha detto l’arcivescovo Hoser durante la conferenza prima dell’inizio del Festival dei Giovani 2020 a Medjugorje.
Simona Amabene
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