Si fa sempre più pressante l’esigenza di avere un manifesto sistematico in cui il Vaticano precisi le proprie posizioni sulla teoria gender, se è vero che si parla marginalmente dell’argomento nel numero 151 dell’enciclica ‘Laudato sì’ e che se ne fa riferimento anche nel sinodo ‘Amoris Laetitia’ è anche vero che non esiste un documento incentrato sull’argomento.
La richiesta di un simile documento arriva in questi giorni da Utrecht (Paesi Bassi), dove l’Arcivescovo della città olandese, il cardinale Willem Jacobus Eijk, ritiene necessario un intervento della Chiesa data la pressione mediatica sia nazionale che internazionale. Come riportato sul blog di Marco Tosatti, il cardinale dice: “Non direi necessariamente ci voglia una enciclica. Può essere anche un documento di altro tipo, come un’istruzione da parte della Congregazione della Dottrina della Fede. È importante però che sia un documento autoritativo della Chiesa su questa teoria. Perché vediamo che le organizzazioni internazionali fanno molta pressione sulle nazioni per introdurre questa teoria, soprattutto nel mondo dell’educazione”.
Monsignor Eijk ricorda come l’argomento è stato variamente citato dal Papa in alcuni documenti, ma ritiene che, data la sovraesposizione mediatica all’argomento, sia necessario che la Chiesa si esprima per mettere in chiaro la propria posizione e spiegare per quale motivo tale teoria non è accettata: “Serve alla gente, perché sente parlare della teoria del genere da parte dei mass media, nel mondo della politica, nelle scuole, ovunque. Soprattutto la Chiesa è chiamata a dare il suo punto di vista”.
Il Cardinale ritiene che se si ascoltano, infatti, solo le ragioni della teoria gender si può rimanere fuorviati, sopratutto in giovane età, per questo è necessario che il Vaticano specifichi come l’identità biologica non possa essere scissa dal corpo che Dio ci ha donato. Una teoria in cui una donna può diventare uomo e viceversa è inconciliabile con la figura dell’umano consegnata dalle sacre scritture, senza contare che i rapporti tra persone dello stesso sesso sono un peccato contro natura che conduce irrimediabilmente all’inferno.
L’esempio calzante per quello che asserisce l’Arcivescovo di Utrecht lo troviamo in Spagna: a Madrid si è diffusa una pubblicità sull’accettazione di genere che mostra dei bambini con il sesso invertito (bambine con il pene e bambini con la vagina) che ha l’intento di far familiarizzare i più giovani con la possibilità di aver a che fare con persone che hanno cambiato sesso.
Il manifesto pubblicitario è stato aspramente criticato da ‘Citizen Go’ (Associazione di stampo cattolico operante in Spagna) con manifestazioni e richieste al comune per l’eliminazione della campagna. Per tutta risposta gli hacker della comunità LGBT sono entrati nei siti e negli account dell’associazione per bloccare la propaganda contro la campagna pubblicitaria, effettuando di fatto una censura alla libertà di pensiero.
Casi come questo sono ormai all’ordine del giorno, in Francia è stata addirittura vietata l’espressione pubblica ed online di opinioni contrarie alla comunità omosessuale da una legge da poco approvata dal governo uscente Hollande. In un contesto sociale come questo la Chiesa si può esimere dal redarre un documento che diffonda delle linee guida per la comunità cattolica?