La diocesi di Roma si è incontrata lo scorso 9 marzo nel complesso di San Salvatore in Lauro per confrontarsi ancora una volta sulla questione ‘Amoris Laetitia’. Si è trattato di un incontro in cui i vescovi hanno fatto il punto della situazione sia sul sinodo di Papa Francesco che sul ‘Evangelii Gaudium’, un occasione insomma per riflettere in modo distaccato su una politica che molto ha fatto discutere negli ultimi mesi.
A moderare l’incontro c’era il Monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e segretario del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, che nell’aprire il discorso ha voluto subito precisare: “Francesco cerca di unire la testimonianza di un’assoluta fedeltà alla verità del Vangelo con una grande carità verso le persone concrete cui il Vangelo viene annunciato”. Secondo Monsignor Forte non ci sono motivi per dubitare dell’apertura del Papa nei confronti dei divorziati, ma si tratta di un metodo semplice, efficace e rispettoso del Vangelo di applicare uno dei punti fondamentali della dottrina: la misericordia verso i peccatori che dimostrano un reale pentimento.
L’Arcivescovo di Chieti ha vissuto in prima persona il Sinodo che ha portato alla redazione dell’Amoris Laetitia e non si spiega per quale motivo dei cardinali che hanno vissuto la sua stessa esperienza, condividendo lo spirito collegiale che ha portato a quella decisione, possano nutrire tanti dubbi: “I dubbi sollevati presentano dubbi su chi li ha sollevati, perché erano presenti e hanno vissuto lo spirito collegiale. Al centro dell’Amoris Laetitia vi è la crisi della famiglia reale. Il messaggio è che, nonostante le ferite e i fallimenti, vale la pena di scommettere sulla famiglia. E allora che fare? Amare come fa Dio. E come esprimere quest’attenzione per le persone ferite? Col perdono, che è la grande forza dell’amore”.
La decisione del Papa punta su un percorso che parte dal discernimento, continua con l’accompagnamento e culmina con il perdono che permette, nel caso in cui il sacerdote lo ritiene opportuno, con la comunione del divorziato che non è altro che sottomissione dello stesso alla Misericordia di Dio. Spiegato così sembra una decisione lineare e in piena concordanza con gli insegnamenti del Vangelo ed è per questo motivo che Forte ritiene i cardinali ideatori dei “Dubia”, l’espressione di una corrente minoritaria che rema contro il Pontefice, il che non mette pressione a Papa Francesco, che continua con il suo lavoro, ma potrebbe causare discordia all’interno della comunità di fedeli.
Dello stesso avviso anche Alberto Melloni, storico della Chiesa, il quale vede nell’attacco dei cardinali un azione scorretta ed illecita nei confronti del pontefice: “La cosa che colpisce di più non è che qualcuno li sollevi ma il fatto che il Papa sia trattato da imputato e credo che i quattro cardinali non abbiano il diritto di fare ciò”. L’incontro si conclude con le parole di Monsignor Ruzza, il quale fa eco alle dichiarazioni precedenti ritenendo il Sinodo un modo per comprendere meglio gli insegnamenti del Vangelo.
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