Un sussulto d’orgoglio ed un moto di dignità hanno guidato Monsignor Francesco Oliva, Vescovo di Locri (paesino stretto nella morsa della N’drangheta), quando ha deciso di sospendere le cresime previste per giorno 21 giugno nel Santuario di San Luca. Il motivo di questa decisione è stata quella ingloriosa immagine dei cittadini di San Luca che si sono prostrati davanti al boss Giuseppe Giorgi (latitante da 23 anni) il giorno del suo arresto, con le telecamere Rai che hanno persino mostrato alcune persone che si sono inchinate a baciargli la mano in segno di reverenza.
“La fede non tollera alcuna forma di connivenza con il male”, esordisce il Vescovo in un lunga lettera aperta a tutti i fedeli del paese calabro. Quindi spiega che, viste le recenti azioni di alcuni paesani, ha deciso di annullare le cresime per sostituirle con un giorno di penitenza e preghiera affinché il santuario venga purificato dal male, perciò scrive: “A voi tutti chiedo un sussulto di umanità ed una conversione sincera alla vera fede. Inchinarsi al potere umano, e ancor più al potere mafioso, rende schiavi e uccide la speranza”.
La N’drangheta nella locride è un male che ha infettato tutta la società dal livello più basso a quello più alto, basta pensare al fatto che la giunta comunale di Locri si è sciolta nel 2013 per infiltrazioni mafiose e che da quel giorno non si è mai più riformata perché le persone hanno troppa paura di presentarsi alle elezioni, lasciando costantemente le liste elettorali vuote. Una situazione vergognosa che mostra la sconfitta dello stato contro la criminalità organizzata.
La Chiesa dal canto suo ha provato a far destare la popolazione della locride con un invito a denunciare i mafiosi pronunciato da Papa Francesco. Ad oggi però, come dimostrano le immagini dell’arresto di Giorgi, quindi Monsignor Oliva ci prova nuovamente ed invita le persone a combattere il male che affligge la loro terra: “È necessario che voi comunità locale riprendiate in mano le vostre sorti politiche e amministrative secondo le regole democratiche. Non dobbiamo dimenticare che lo Stato siamo noi e che ogni buona amministrazione dipende dalla coscienza civile di ognuno di voi”.
Il Vescovo di Locri ha deciso pure di sospendere dall’incarico di rettore di Polsi (luogo in cui si trova il santuario della Madonna), Don Pino Strangio, rimandato a giudizio dopo l’udienza di marzo del processo su mafia e massoneria a Reggio Calabria. Quindi ha invitato i fedeli ad unirsi in preghiera: “ “Insieme pregate il Signore perché vi liberi da ogni forma di soggezione psicologica verso chi vi vuole tenere sottomessi al suo potere e non permettere ad alcuno che vi rubi e si appropri della vostra devozione alla Madonna della Montagna di Polsi alla quale siete tanto legati: essa è inconciliabile con la ‘ndrangheta, con il malaffare e lo spargimento di sangue”.
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