È una delle feste più amate dai bambini, ma anche i grandi non la disdegnano. Stiamo parlando del Carnevale. Ma cosa c’entra con il linguaggio della Chiesa? Una similitudine che non sembra essere tanto scontata.
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In realtà, c’è una certa continuità fra una festa come quella del Carnevale e l’immediato inizio della Quaresima. Il tutto parte dall’etimologia della parola: dal latino “carnem levare” (eliminare la carne), poiché si indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.
Era il momento durante il quale le famiglie si riunivano per consumare i cibi prelibati, spesso a base di carne e dolci prima di affrontare il lungo periodo di digiuno e astinenza, “segno di purificazione e ingresso quasi solenne nel periodo della Quaresima”.
Una tradizione, quanto un passaggio, molto sentito nelle comunità cristiane. Ma come si è passati dall’essere una festa pagana ad avere un contatto quasi diretto con il Cristianesimo e la spiritualità? Scopriamolo insieme.
Il Carnevale: cosa c’entra con la cristianità?
Se si vuol andare ad indagare per cercare le origini della festa del Carnevale, bisogna andare molto indietro nel tempo, fino all’epoca romana. Essa, infatti, era una festa pagana e, proprio durante questa, quanto il popolo quanto i patrizi, si lasciavano andare a banchetti e a feste in maschera. Con l’avvento del Cristianesimo, però, “la Chiesa non abolì queste festività popolari, ma le reinterpetò in visione della fede“, come ci spiega il video citato dalla pagina “Una preghiera alla Regina della pace di Medjugorje“.
Con questa nuova visione, il Carnevale divenne il tempo di svago e di banchetto che precedeva la Quaresima: da quel momento in poi, non erano più permessi festeggiamenti e l’atmosfera diventava mesta ed austera. È da specificare, però, che le tradizioni di Carnevale e i riti religiosi ancora oggi si intrecciano fra di loro, in un legame fra il sacro e il profano.
Indossare una maschera: non davanti a Dio
Prima di addentrarci nello specifico della similitudine fra il Carnevale e la Chiesa, è da osservare che la caratteristica di questa festa è il travestirsi, l’indossare una maschera. Se, dal punto di vista pagano, il mascherarsi era la necessità di assumere, anche solo per gioco, un’altra identità, “dal punto di vista cristiano, l’indossare una maschera può assumere il simbolo della nostra condizione umana“, come continua a spiegarci la voce guida del video: spesso indossiamo maschere nella vita di ogni giorno, ma davanti a Dio siamo chiamati ad essere autentici, specialmente durante la Quaresima.
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Il Carnevale non è, quindi, solo un tempo di festa ma anche di preparazione alla Quaresima, dove al centro ci saranno la preghiera, il digiuno e la carità. La Quaresima sarà proprio quel periodo che permetterà a ciascuno di noi di avvicinarsi sempre di più a Dio.
La Quaresima ci apre le porte a momenti particolari della nostra vita spirituale: il digiuno dalle carni, l’astinenza (il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo), fino all’intensificarsi della preghiera. Si comprende come il Carnevale, con la sua spensieratezza, rappresenti l’ultimo momento di “gioia” prima della riflessione profonda.
La “morte di Carnevale”: la fine di tutto e l’inizio della riflessione
C’è però da osservare che, secondo alcune tradizioni popolari presenti anche in Italia, la fine del Carnevale viene segnata con il “funerale del carnevale”: si tratta di un rito simbolico che segna il passaggio dal tempo di festa a quello della riflessione spirituale. Questa tradizione vuole ricordare che il tempo del divertimento è davvero momentaneo.
La “morte di Carnevale” viene celebrata come un vero e proprio funerale, la sera del martedì grasso. Un fantoccio, portato a spalla o in una bara funebre, circondato da candele, rappresenta sì il funerale ma, al tempo stesso, anche la fine di un tempo e l’inizio di un altro, più forte di quello precedente.
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Anche se oggi il Carnevale è visto come una festa, in realtà dovrebbe essere vissuto come un tempo dove si gode della gioia che c’è, “ma senza dimenticare che la vita cristiana contiene anche momenti di sobrietà e raccoglimento“, come spiega ancora il video.
La Chiesa ci ricorda che il vero significato del Carnevale non è solo il divertimento, ma una vera preparazione alla Quaresima, come affermava, anche, San Giovanni Paolo II: “La Quaresima ci invita a una revisione di vita e a un rinnovamento spirituale affinchè possiamo riscoprire la verità su noi stessi e sul nostro cammino verso Dio”.
fonte: video “Una Preghiera alla Regina della Pace di Medjugorje”