Qual è il giorno esatto della morte di Gesù? Di fatto, è un’informazione che non conosciamo con certezza. Tuttavia, storici e studiosi da tempo si interrogano.
Nei Vangeli ci sono elementi che danno delle indicazioni, e che per questo possono aiutare. Il confronto sulla data esatta della morte di Gesù tuttavia incontra una serie di questioni di carattere storiche, legate al fatto che le testimonianze dei Vangeli sono diverse tra loro e non riportano tutte le stesse precisazioni.
Le varie ipotesi degli studiosi sulla morte di Gesù
E dei quattro, il Vangelo di Giovanni è il più discostante rispetto ai sinottici perché in questo Gesù muore nel giorno in cui nel tempio si immolavano gli agnelli. Vale a dire, il 14 del mese di Nisan. Secondo quanto emerge invece dagli altri, Gesù sarebbe morto dopo il pasto della sera di Pasqua, vale a dire il 15 del mese di Nisan.
C’è però un dato su cui tutti e quattro si incontrano, ovvero che Gesù sarebbe morto di venerdì. L’anno in questione viene situato tra il 26 e il 36 d.C. Alcuni astronomi hanno eseguito dei calcoli che riporterebbero al fatto che la data del 14 di Nisan corrispondeva a un venerdì negli anni 27, 30 e 33 d.C.
Qual è l’anno esatto della morte di Gesù?
L’anno di mezzo, del 30, è quella più accreditata dalla maggioranza degli studiosi, per una serie di tesi legate alla cronologia della vita di Gesù Cristo. Questa data sarebbe quella del 7 aprile dell’anno 30 secondo il calcolo della nostra Era.
Il Vangelo di Matteo al capitolo 27, 51 parla inoltre di un terremoto. Di recente alcuni geologi del Centro tedesco di ricerca per le Geoscienze, analizzando segmenti di materiale provenienti dal Mar Morto sono giunti alla conclusione che quella zona è stata colpita da due terremoti molto significativi. Il primo è stato particolarmente forte e si è verificati nell’anno 31 a.C., mentre il secondo per gli studiosi risale al periodo tra il 26 e il 36 d.C.
Le prove di studiosi tedeschi
Che sono gli anni in cui “Ponzio Pilato era procuratore della Giudea e nel periodo in cui è circoscritto il terremoto del Vangelo di Matteo”, ha affermato uno degli studiosi. Secondo questi ricercatori lo studio prova che in quegli anni c’è stato un terremoto così forte da riuscire a deformare i sedimenti rocciosi di Ein Gedi, il sito sul Mar Nero da cui sono stati estratti i campioni.
Mettendo in fila le diverse testimonianze, scritti e prove relative a questo fatto che ha cambiato la storia dell’umanità, in cui Dio si è incarnato in un uomo, suo figlio Gesù Cristo, abbiamo diversi dati da mettere a confronto.
La crocifissione negli anni di Ponzio Pilato
I quattro Vangeli, e anche gli Annali di Tacito, sono concordi nel situare il momento della crocifissione nel periodo in cui Ponzio Pilato era procuratore della Giudea, vale a dire tra il 26 e il 36 dopo Cristo. I Vangeli, inoltre, riportano il fatto che la crocifissione è avvenuta di venerdì, e che Gesù Cristo morì alcune ore prima del sabato ebraico, che sarebbe iniziato al tramonto del venerdì.
I tre sinottici, i Vangeli cioè di Matteo, Marco e Luca, dicono che Gesù sarebbe morto il 15 di Nisan, mentre giovanni indica che la morte di Gesù è avvenuta nel 14 di Nisan.
L’oscurità che ricoprì la terra. Eclissi di luna?
Un altro elemento indicato dai Vangeli sulla morte di Gesù riguarda l’oscurità di cui in quel momento venne ricoperta la terra. Potrebbe indicare che si sia tratta solamente di un evento simbolico. Oppure, che fosse legato a un improvviso innalzamento di polvere.
Pare che i dati facciano pensare che risulti un’eclissi di luna il giorno corrispondente al 3 aprile del 33 d.C., più o meno intorno alle 14.45. E visto che per i Vangeli Gesù venne crocifisso nell’ora nona romana, ovvero intorno alle 15, il dato risulta compatibile.
La Cena Pasquale
Entrando nel merito della Cena Pasquale, stando a quanto indicato dai Vangeli sinottici Gesù avrebbe celebrato la Cena secondo il rito pasquale giudaico. Giovanni afferma che i Giudei hanno celebrato la cena pasquale la sera del venerdì, nel giorno della era “parasceve della Pasqua” (Gv 19,14), ovvero nella “preparazione” della festa.
“Era il giorno della parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via… Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù” (Gv 19,31.42).
La Parasceve, ovvero la “preparazione” della festa
Giovanni parla della Parasceve anche in un altro passaggio. “Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua” (Gv 18,28).
In quell’anno la Pasqua era di sabato, e nel calendario ufficiale la Parasceve era l’ultimo giorno prima del plenilunio successivo all’equinozio di primavera. Che porta ai due anni, del 33 e del 20 dell’Era cristiana.
La versione di Giovanni sulla morte di Gesù è la più precisa
La stessa discrepanza c’è anche per ciò che riguarda l’orario della morte di Gesù. Secondo l’evangelista Marco la crocifissione avvenne alle 9 di mattina mentre secondo Giovanni avvenne a mezzogiorno, tre ore dopo.
Il fatto che per il calendario ebraico il primo giorno dell’anno ebraico, il primo di Nisan, non possa essere un venerdì. Quindi anche il 15, che per il calcolo matematico è lo stesso giorno dell’uno, non può essere di venerdì, per cui secondo i biblisti quello di Giovanni è il Vangelo che in questo caso riporta le informazioni più esatte e corrette. Cioè che Gesù sia stato crocifisso il giorno 14 di Nisan.
Quindi, ricapitolando, tra le tre date possibili del 7 aprile 30, del 27 aprile 31 o del 3 aprile 33, gli studiosi affermano che la più verosimile dovrebbe essere la terza, quella cioè suggerita dal Vangelo di Giovanni.
Giovanni Bernardi
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