Andrea aveva solo 23 anni e il suo sì a Cristo era totale: lui giovane seminarista ha fatto di una frase il suo motto: “Io ci sono”.
Il suo desiderio più grande era quello di diventare santo. Il ricordo addolorato dell’Arcivescovo di Napoli, Mons. Battaglia.
Andrea: una storia toccante
Una notizia che ha sconvolto l’intera Diocesi di Napoli ed in particolare il quartiere di San Giovanni a Teduccio, periferia Est della città partenopea, dove era originario. Andrea Sorrentino, era un giovane seminarista e aveva 23 anni. Da qualche tempo, combatteva contro il male che, piano piano, ha avuto la meglio sul suo corpo sì, ma non sulla sua anima e sulla sua scelta di donarsi completamente a Dio.
Tantissimi sono stati coloro che si sono riuniti in preghiera per lui, specie negli ultimi giorni della sua battaglia contro la malattia. Ma sabato sera, Andrea è salito al cielo, fra lo strazio della sua famiglia e il dolore dell’intera comunità diocesana.
Il giovane frequentava il seminario di Napoli ed era al suo terzo anno. La sua messa esequiale è stata celebrata da Monsignor Battaglia, Arcivescovo di Napoli, il quale ha ricordato Andrea con una frase che racchiude in sé tutto quello che il giovane è stato nella sua breve, ma intensissima vita: “Il desiderio di Andrea, in questo ultimo anno, non era diventare prete ma diventare santo: essere tutto e totalmente del Signore”.
Il giovane seminarista stroncato dalla malattia: “Io ci sono” – ripeteva
Una vita per Cristo ed in Cristo: questo è stato il giovane sino all’ultimo istante della sua vita. C’era una frase che Andrea ripeteva sempre, anche alla fine dei suoi messaggi: “Io ci sono”. E così era: lui c’era per tutti, e ci sarà sempre, nel cuore, nei pensieri e nelle parole che riusciva a donare a tutti coloro che a lui si rivolgevano.
A San Giovanni a Teduccio è nata la sua vocazione. Un quartiere di periferia, noto molto spesso per fatti di cronaca. Invece qui è nata la sua chiamata, qui si è accesa la luce nel suo cuore. Nelle parole di Monsignor Battaglia, il grazie pieno e completo, non solo della sua comunità di San Giovani, ma dell’intera diocesi di Napoli: “Grazie perché hai saputo cercare solo la volontà di Dio” – ha detto.
Andrea, negli ultimi giorni della sua vita, aveva anche scritto proprio al suo Arcivescovo. Anche se stava vivendo il periodo della sofferenza, nelle sue parole c’era l’invito alla vita, sempre e comunque: “Non vorrei sprecare mai più un istante, né un respiro perché in ogni istante avverto la presenza di Dio, eppure so che questa Croce per me è un dono, dalla quale chiedo il permesso di pregare per lei e la Chiesa tutta” – scriveva, e come riporta il quotidiano Avvenire.
Il conforto avuto anche da Papa Francesco
Il giovane seminarista, come scrive Avvenire, aveva anche ricevuto una telefonata da parte di Papa Francesco. Un colloquio ed un aiuto spirituale nella sua sofferenza.
Oggi Andrea è un angelo in Paradiso, ma è anche un modello da seguire per i suoi compagni di seminario e per i tanti altri futuri sacerdoti che aspirano, come anche lui ha fatto, alla santità.