La terribile vicenda dell’uomo che si è dato fuoco davanti alla caserma dei carabinieri pare che abbia dietro di sé un lato piuttosto oscuro su cui purtroppo si sta cercando di fare luce in queste ore.
Si tratta della disperazione che avrebbe messo in crisi l’uomo, rispetto a tutta la gestione politica della pandemia.
Sta facendo il giro della rete un drammatico video di un uomo che si è dato fuoco davanti la caserma dei carabinieri di Rende, in provincia di Cosenza. Si tratta di un ragazzo di 33 anni, insegnante in servizio in Lombardia rientrato in Calabria per qualche giorno. L’uomo è drammaticamente deceduto dopo ore di agonia, ma restano tante le domande inevase che si celano dietro alla sua vicenda.
Il gesto estremo che ha sconvolto la città
Subito dopo la notizia i giornali, i pochi che hanno riportato la vicenda, hanno infatti parlato di un gesto estremo dietro cui però non sarebbero state chiare le motivazioni. Si è scritto di una scelta del luogo, quella della caserma dei carabinieri, “fortuita” e di un giovane che non aveva alcun pregresso di tipo penale, svolgeva il suo lavoro nella massima tranquillità e che insomma si trattava di un cittadino senza alcun tipo di problematica di fronte alla legge.
Le cronache hanno riportato che il giovane intorno alle dieci di mattina ha parcheggiato in modo affrettato la sua auto, una Fiat Seicento gialla, e una volta sceso si sarebbe svuotato addosso un recipiente di carburante da venti litri. Non avrebbe detto nemmeno una parola prima di farlo, compiendo l’atroce gesto in grande rapidità e rendendo difficile anche fermarlo.
Le immagini mostrano infatti l’uomo in fiamme e delle persone, due gommisti che hanno lasciato la loro officina e si sono recati verso il parcheggio della stazione, che intorno svuotano un estintore cercando di spegnere le fiamme che però continuavano senza scampo, a causa della benzina di cui è cosparso il corpo dell’uomo.
Le prime voci parlavano di un mancato possesso del green pass
“Abbiamo visto una persona scendere dalla macchina con una tanica di benzina. Abbiamo smesso di lavorare, lo abbiamo seguito e abbiamo visto che a un certo punto si è dato fuoco. Io e il mio collaboratore abbiamo preso subito gli estintori e siamo andati a spegnerlo“, ha raccontato uno dei soccorritori a un’emittente locale.
Purtroppo, i media hanno passato ore ad affermare che le ragioni del gesto sarebbero state sconosciute. Ma dopo alcune ore pare che sia emersa in rete e tra i conoscenti una verità ben diversa da quella dei media ufficiali. Si è detto che l‘uomo era un insegnante che non possedeva il super green pass e per questo gli era impedito di lavorare. Di conseguenza, tutto ciò lo aveva presumibilmente gettato in una situazione psicologicamente e dal punto di vista lavorativo molto dura.
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Tanto che persino il sindacato Uil Scuola Monza e Brianza, dove era in servizio l’insegnante, aveva scritto: “Sembrerebbe che all’origine del gesto ci sia la sospensione dal servizio per non aver effettuato la vaccinazione anti-Covid”. Dopodiché, il messaggio è stato rimosso senza spiegazioni. Lo stesso è accaduto al portale specializzato in informazione scolastica Orizzonte Scuola, che aveva dedicato un pezzo alla vicenda ma poi ha scelto di rimuoverlo e il link all’articolo al momento riporta a una pagina di errore.
Dopo ha cominciato a girare una versione diversa
Molti avevano infatti visto con tristezza che di fronte a un fatto così scottante per l’attualità, strettamente connesso a un tema, come quello del Green pass, di cui si discute tutti i giorni su ogni media, dalle tv ai giornali fino ai social, sia calato uno strano e incomprensibile silenzio. Un uomo è arrivato, in seguito a una ragione molto specifica, a così tanta disperazione da volersi togliere la vita dandosi fuoco davanti alla caserma dei carabinieri, e questo sembra essere stato un dettaglio secondario per l’informazione: i giornali non hanno scritto quasi nulla, e tutto ciò è parso a molti a dir poco inaccettabile.
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Dopo però alcuni giornali si sono prodigati nell’affermare che questi era in realtà in regola con la vaccinazione e possedeva quindi il super green pass con cui gli era consentito di lavorare nella scuola. Un dato che sembrava essere molto diverso finché l’insegnante era in vita, e la vicenda si è tinta così di tratti ancora più oscuri. Anche perché il luogo in cui l’uomo ha deciso di togliersi la vita faceva pensare a un vero e proprio segno di protesta.