Una storia speciale che vede come protagonista un bambino particolare, Ciciniello. Siamo nella città di Napoli è quella che vi descriviamo è stata la vita di un piccolo scugnizzo.
Un bimbo con un dono particolare: perché la Madonna ha sempre avuto per lui una speciale protezione.
La sua frase era “A Maronna t’accumpagna!” (La Madonna ti accompagni). Ed effettivamente, Lei è sempre stata accanto soprattutto a lui.
Uno scugnizzo, come tanti ce ne erano a Napoli nl secolo scorso. Bambini poverissimi che, spesso, non avevano nulla: né casa, né famiglia, né genitori. Vivevano di elemosina o, al peggio, di piccoli espedienti. Dormivano dove capitava e, in rari casi, la Chiesa di occupava di loro.
Uno di questi piccoli ragazzi si chiamava Ciciniello ed abitava nel Rione Sanità, cuore della città di Napoli. Il ragazzino viveva di elemosina che raccoglieva all’uscita dell’ospedale “San Gennaro”, ma anche di piccoli servizi, come aiutare un anziano ad attraversare la strada, o portare la spesa ad una persona che non ce la faceva.
Tutti ricompensavano Ciciniello con quel che potevano, e lui ringraziava sempre con una frase: “A Maronna t’accumpagna!”. Una frase che abbiamo imparato a sentire spesso, in particolare come motto del Cardinale Crescenzio Sepe, per ogni attività che si svolgeva nella sua Diocesi. Un vero e proprio augurio di protezione che la Vergine Maria estendeva sempre su tutti.
E così faceva anche Ciciniello. Il ragazzino, si riposava quando poteva nella chiesa di San Gennaro. Qui si rifugiava e qui pregava il Rosario a Maria. Nonostante la sua vita difficile e non sempre come avrebbe voluto, ringraziava Dio ogni giorno che gli dava la forza di andare avanti. Aveva tanta gioia nel cuore.
In inverno, il parroco della chiesa dove lui si rifugiava, gli offriva un pasto caldo ed un letto dove dormire e riscaldarsi. E Ciciniello lo ringraziava sempre, augurandogli ogni benedizione: “A’ Maronna me deve fa’ a’ grazià e’ fatte campà centò annì” (La Madonna deve farti la grazia di permetterti di vivere 100 anni).
Ma la malattia, purtroppo, non guarda in faccia a nessuno. E così anche Ciciniello fu colpito da polmonite e ricoverato, proprio, all’ospedale “San Gennaro”. Lo stesso dove lui chiedeva l’elemosina. Lì tutti lo conoscevano e tutti, ogni giorno lo andavano a trovare per sapere delle sue condizioni.
Le cure, purtroppo, non facevano l’effetto sperato e Ciciniello si aggrava. Al medico che era andato a visitarlo, chiese di mandargli qualcuno a leggergli la Passione di Gesù. Sentiva che la sua ora stava per arrivare e non voleva andarsene senza avere accanto a sé e nel suo cuore sia Gesù che Maria che aveva tanto amato.
Assecondandolo, il medico accoglie la sua richiesta e cerca di mandargli qualcuno come dal ragazzino richiesto. Quando all’improvviso, fu vista vicino al suo letto, una donna con il Vangelo in mano. La sua voce era dolce, calma ed affabile e lesse al piccolo Ciciniello la Passione di Gesù secondo Giovanni. Un’infermiera, che passava di lì, vide questa donna accanto al letto del ragazzino e ne rimase colpita poiché quello non era ancora orario di visita.
La vita del ragazzino era appesa ad un filo e i medici non potevano fare più nulla. Ma sul viso di Ciciniello c’era il sorriso, un sorriso di grazia e di pace: “Chesta vota e a’ Madonna ca’ me accompagna, è ca’ e nun me ha lassato sul nu’ minuto” (Questa volta è la Madonna che accompagna me e non mi ha lasciato da solo un minuto).
Il ragazzino morì in pace ma ciò che stupì è che l’infermiere che entrò nella sua stanza, fu colpito da un intenso odore di rose, il segno del passaggio di Maria.
Fonte: Facebook/ Fratello Luigi Maria Gioioso
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