La storia del giovane seminarista morto a soli 26 anni, commuove tutti con il suo totale affidamento a Dio anche nella dura prova della malattia.
Ma il giovane non ha voluto rinunciare a quello che era il suo più grande desiderio e per il quale aveva deciso di consacrare la sua intera vita: servire il Signore. Quella che stiamo per raccontarvi è la storia di Fabrice, giovanissimo seminarista della diocesi di Piacenza, che è salito al cielo troppo presto.
La storia di Fabrice è davvero eccezionale. Lo abbiamo sempre detto e ribadito: “Le vie del Signore sono infinite” e Lui stesso è capace anche di scrivere dritto su linee storte. Cristo lo aveva chiamato al suo seguito ed il giovane non si era tirato indietro. Ma la malattia ha avuto la meglio su di lui, non riuscendogli a far completare quel percorso di vita che aveva scelto con tanto amore e gioia.
Fabrice, il seminarista del sorriso anche nella malattia
Ma partiamo dall’inizio. Come racconta il quotidiano “Avvenire”, Fabrice proveniva dal Congo e qui, nella diocesi di Kabinda aveva studiato e si era laureato in filosofia in seminario dove aveva accolto la chiamata del Signore Gesù a seguirlo all’età di soli 16 anni. Un crescendo continuo è stata la sua vocazione.
Dopo la laurea il suo Vescovo lo aveva segnalato per portare avanti i suoi studi a Piacenza, dove già altri sacerdoti del suo Paese stavano proseguendo il cammino e stavano dando inizio al loro apprendistato pastorale. Fabrice era arrivato a Piacenza e qui si era ben integrato. Stava frequentando il quarto anno della facoltà di Teologia ed aveva iniziato il suo servizio nella parrocchia della “Sacra Famiglia”.
Un cammino che sembrava non avere alcun tipo di intoppo, tanto che il giovane aveva anche avuto la possibilità di giocare a calcio nel torneo dei seminari, giocando nella squadra del Collegio Alberoni, dove risiedeva da seminarista, e dove in molti lo chiamavano anche “Mbappè”. Una vita spezzata troppo presto dove, però, non è mai mancato il sorriso: sì, perché questo era il soprannome di Fabrice: “Il seminarista del sorriso”.
La sua fede incrollabile
Il sorriso sempre con lui anche davanti alla battaglia contro la malattia che, in soli tre mesi, se l’è portato via. La sua fede, la sua forza e fiducia incrollabile in Dio anche quando ha abbracciato quella croce che, sapeva bene, lo avrebbe accompagnato nella sua vita. Padre Albanesi, superiore del Collegio Alberoni, dove Fabrice risiedeva, ha descritto il giovane seminarista: “Non ha perso il sorriso neanche quando la sua strada si è fatta in salita. Si è incontrato con il segno del cristiano: la croce. E su quella croce ha scoperto la sua vocazione nella vocazione”.
Una forza al di sopra di ogni altra. Una cosa che mai è mancata nella sua vita è stata la preghiera. Specie negli ultimi mesi di vita, quando la malattia stava sempre di più prendendo possesso del corpo e delle forze del giovane Fabrice, erano in molti a chiedergli se riusciva a pregare e se ne aveva ancora le forze. Ed il giovane, con il suo sorriso, rispondeva: “Come posso non pregare il Signore?”.
Era davvero qualcosa che colpiva molti. Una vocazione scelta dal giovane senza indugio, portata avanti anche davanti alla difficoltà più estrema, alzando sempre lo sguardo alla croce di Cristo, che adesso stava portando insieme a Lui. Un giovane speciale, che non dimenticheremo.