La piccola Giulia, bimba di 10 anni nata a Cagliari, muore nel 2018 a causa di un tumore dopo aver lottato contro la terribile malattia per 4 anni.
Prima di andare in Paradiso la bimba esprime alla madre il desiderio di donare tutti i suoi giocattoli ai bimbi bisognosi.
La piccola Giulia Zedda scopre a soli sei anni di avere un tumore. Una notizia che avrebbe distrutto persone con ben più grande esperienza e anni di vita alle spalle, ma che la piccola ha affrontato con coraggio. Per 4 anni e mezzo la bambina ha lottato per la sua vita affrontando lunghe e dolorose sessioni di chemio, ma non è bastato a salvarle la vita. Il male che l’ha colpita si è ripresentato ogni volta più forte ed alla fine l’ha condotta ad una morte prematura (storia che ricorda quella della piccola Aurora).
Come raccontato dalla madre sulle pagine di ‘Unione Sarda’, Giulia non era affranta o scoraggiata, anzi riusciva ad essere spesso serena e sorridente. Prima che il male la portasse via dal nostro mondo, ha anche avuto il coraggio di fare una scelta d’amore. La bambina ha espresso il desiderio alla madre che i suoi giocattoli venissero donati ai bimbi bisognosi. Un gesto fatto con il cuore che mostra quanto Giulia avesse compreso che la vera ricchezza è quella dell’animo.
Sebbene fosse sovrastata dal dolore di veder allontanare la possibilità che la figlia diventasse grande, la madre non ha mai provato rancore o rabbia. La scelta di Giulia di donare i giocattoli le ha anzi dato un modo per continuare a fare vivere la sua bontà. Dopo aver donato tutti i giocattoli della figlia, infatti, la donna ha fondato un’associazione attraverso la quale smista le donazioni provenienti da tutta la Sardegna.
Questo è stato possibile grazie all’aiuto dell’associazione Giovanni XXIII che le ha concesso uno stanzino dove tenere le donazioni e la possibilità di darle ai bisognosi ogni mercoledì e venerdì. Per la donna si tratta di un modo di onorare la memoria della figlia: “Giulia aveva due sogni: diventare veterinaria e aiutare le persone bisognose – spiega al quotidiano – Il secondo lo sta realizzarlo attraverso me, grazie alle volontarie che mi aiutano e alla generosità dei benefattori che ci fanno offerte da tutta l’Isola”.
Nonostante l’impegno costante con l’associazione e con l’educazione e la formazione dell’altro figlio, la mancanza di Giulia continua a farsi sentire: “Esistono tanti modi per superare il dolore, ma per quello di una madre che perde un figlio purtroppo non ci sono cure né antidoti”. L’unico pensiero che lenisce il suo dolore è quello che un giorno potrà riabbracciarla in Paradiso. Ad alimentare questa speranza è il costante dialogo con Dio, curato giorno dopo giorno: “La fede aiuta, è indispensabile. È l’unica strada a disposizione per riuscire ad accettare qualcosa di così innaturale”.
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Luca Scapatello
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