In una Cattedrale a porte chiuse, in occasione della celebrazione del miracolo di San Gennaro, il Cardinale Sepe è tornato a far sentire la sua voce.
“Nella nostra città c’è un altro virus sempre presente, quello della camorra”. Il Cardinale Sepe tuona contro i camorristi, sempre attivi anche in questa pandemia.
San Gennaro, sabato 2 maggio, ha ripetuto il primo dei tre miracoli dell’anno, stendendo ancora una volta sull’intera città di Napoli la sua costante protezione, anche durante questo periodo di pandemia. In una Cattedrale vuota, quasi spettrale, il Cardinale Crescenzio Sepe ha officiato la celebrazione alla sola presenza dei Vescovi suoi ausiliari, del Sindaco di Napoli e dall’Avvocato della Deputazione del Tesoro di San Gennaro.
L’unione spirituale di tutta la città di Napoli e dei tanti devoti al Santo sparsi per il mondo, ha fatto sentire meno solo l’Arcivescovo: “Quest’anno, causa l’emergenza sanitaria, non è stato possibile portare San Gennaro in processione per le strade di Napoli. Il mondo ci impone misure precauzionali per tutelare la salute di tutti e, quindi, una liturgia essenziale, austera, ma non per questo meno intensa e toccante”.
L’Arcivescovo pone l’accento sulla grande devozione che il popolo ha verso il suo Santo Protettore: “San Gennaro è l’anima vera di Napoli, è la forza che ci fa sperare, lottare, che ci fa vincere ed essere sempre più vicini a chi ha bisogno di noi”.
Un applauso e un ringraziamento dal profondo del cuore ai tanti “santi della porta accanto”, ovvero ai tanti volontari che, come i medici e gli infermieri, hanno assistito ed assistono tuttora, in questa emergenza, tutti coloro che non hanno più nulla, o che sono in difficoltà.
Ma, purtroppo, Napoli combatte anche “con un altro virus, più grave e più pericoloso” – ha detto Sepe. “Penso ai quartieri più a rischio della nostra città, là dove il bisogno può creare occasioni per la camorra di inserirsi e di esercitare il suo nefasto potere. C’è chi è bravo a far fortuna in tempi di epidemia”.
La camorra ha la capacità “di contagiare peggio di un virus, la compagine civile della nostra comunità cittadina. Perché la quarantena ha fermato tutto, ma non la camorra” – ha continuato l’Arcivescovo – “Per questi motivi desidero rivolgermi ai responsabili delle istituzioni per un caloroso, pressante appello. Muoviamoci! Intervenite subito, perché la malavita è più rapida della nostra burocrazia! La camorra non aspetta! Bisogna fare più in fretta di loro”.
Una vera e propria richiesta di aiuto, per non permettere ancora alla camorra di infiltrarsi anche dove non dovrebbe: “L’invito pressante è per tutti: liberiamoci dal virus, ma sta a noi napoletani liberarci anche dal virus della camorra! Dobbiamo agire con responsabile accortezza per il bene comune, per chi è più debole, per chi è più esposto al contagio dell’epidemia e della malavita” – ha concluso.
Il Cardinal Sepe ha, ancora una volta, fatto sentire la sua voce. Un messaggio, un grido, una forte presa di posizione, una preghiera anche a San Gennaro, perché liberi la città non solo dal Coronavirus, ma anche dal virus della camorra.
ROSALIA GIGLIANO
Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI
“Aiutami a riconoscerti”. Questo Sabato con la preghiera della sera chiediamo questa grazia alla Beata…
Il famoso regista che si prepara a girare il film sulla Resurrezione di Gesù dà…
La fede in Dio ha rappresentato uno dei momenti chiave della letteratura italiana: Manzoni, tra…
Uno dei due sacerdoti che danno inizio all’Ottavario per l’Unità dei Cristiani, fonda anche due…
Si basa sul fondamento della fede il tema della Settimana di preghiera per l'unità dei…
L'Adorazione eucaristica dovrebbe essere un appuntamento immancabile per ogni cristiano, tanto è preziosa per la…