I miracoli da Dio arrivano, anche, attraverso le mani dell’uomo (e dei medici in questo caso). La storia di un bimbo guarito da Epatite C e Leucemia.
La storia ci arriva da Napoli, dall’Ospedale dei bambini “Santobono”. Il piccolo era affetto da due mali ma è guarito.
A Napoli i miracoli avvengono. Il piccolo, di cui vi raccontiamo adesso la storia, era arrivato in Campania due anni fa dal Venezuela, insieme ai suoi genitori, per curare un tumore al sangue. Ma le sue condizioni erano apparse subito gravi ai medici, poiché era arrivato dal suo paese con una diagnosi ben precisa: leucemia linfoblastica acuta, malattia dalla rapida progressione.
Bisognava intervenire subito per salvargli la vita: all’epoca il piccolo aveva solo 4 anni. All’Ospedale “Santobono” di Napoli, subito propongono alla sua famiglia un intervento mirato: per sconfiggere la malattia leucemica recidivante, un trapianto di cellule staminali. Sembrava una cosa di possibile attuazione, anche immediata, ma indagini ed analisi sul bimbo, hanno portato alla scoperta, anche, di un’altra malattia che lo affliggeva: l’Epatite C.
Secondo i medici, il piccolo aveva contratto la seconda malattia proprio durante le cure per debellare la sua leucemia. Cosa fare? Questa malattia poteva seriamente compromettere il suo fegato, anche nel prima e nel post trapianto di cellule staminali.
“L’equipe dell’Epatologia pediatrica dell’azienda universitaria Federico II guidata da Raffaele Iorio, dato che l’utilizzo dei nuovi farmaci antivirali per l’epatite C è autorizzato dall’eta’ di 12 anni, con una collaborazione con il reparto di Trapianto di midollo osseo del Santobono-Pausilipon, ha avviato il complesso iter per sostenere la fattibilità di un trattamento farmacologico a base dell’antivirale sofosbuvir-ledipasvi” – hanno raccontato dall’ospedale napoletano.
Era necessario ottenere subito questo farmaco, poiché il bimbo non poteva più aspettare il trapianto. Dopo diversi consulti ed indagini, gli ematologi decidono di operare il piccolo, per cercare di mettere sotto controllo almeno la sua leucemia. Ma, dall’altro lato, il virus dell’epatite C continua a replicarsi. L’equipe della Federico II non si è persa d’animo e, nonostante il periodo di lockdown, non poteva lasciar morire quel bambino così piccolo.
L’inizio delle terapie, durate ben 12 settimane, fino all’annuncio definitivo: era guarito sia dalla Leucemia che dall’Epatite C.
Un miracolo vero e proprio ad opera, sì dei medici e della loro tenacia, ma anche (permetteteci di dirlo) di un intervento dall’alto. Dio ha guidato la loro mente e le loro mani, per permettere di salvare il piccolo che, oggi, ha 6 anni e, a breve, tornerà nel suo Paese, ricordando tutto questo solo come una brutta avventura.
ROSALIA GIGLIANO
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