Natuzza Evolo vi dico com’è il Purgatorio

 

Fin quando è stata in vita Natuzza Evolo da Paravati è stato un punto di riferimento per migliaia di fedeli in cerca di risposte sulla sorte dei propri cari defunti. Per le persone che l’andavano a trovare non c’era dubbio che Natuzza avesse ricevuto un dono da Dio, ma la Chiesa non ha ancora riconosciuto questi fenomeni paranormali e sono parecchi i sacerdoti che credono che Natuzza fosse semplicemente una medium. L’ipotesi della medium, però, non trova riscontri con l’operato della mistica, Natuzza infatti non invocava le anime per conto dei parenti, ma riceveva le loro visite grazie alla mediazione di Dio.

A tal proposito sono numerosi gli esempi di santi che nel corso della loro vita hanno ricevuto le visite delle anime defunte (basta ricordare San Gregorio Magno o Santa Gemma Galgani), l’unica differenza tra Natuzza Evolo e queste figure storiche riconosciute dalla Chiesa è che a differenza di questi, la mistica di Paravati non riceveva la visita delle anime solo per rafforzare la propria fede e pregare per i defunti bloccati in Purgatorio, ma riceveva messaggi anche per i parenti delle anime in pena. Proprio questo dettaglio fa pensare ad alcuni esponenti della Curia che le visioni di Natuzza non fossero autentiche, ma chi crede nell’operato di questa donna sostiene invece che i messaggi sul Purgatorio arrivassero a lei perché in quest’ultimo periodo non c’era spazio dottrinale per il regno di purificazione dell’aldilà.

Il Purgatorio come luogo di sofferenza interiore sulla terra

Natuzza ha raccontato durante la sua vita di aver capito che il purgatorio non è un luogo a se stante dal nostro mondo, ma che le anime che si purgano con lo scopo di giungere al cospetto di Dio, rimangono sulla terra e spesso nei luoghi che hanno abitato in vita. La mistica di Paravati ha persino affermato di aver incontrato Dante Alighieri, il quale le ha detto di aver scontato 300 anni di Purgatorio per aver inserito nei cantici antipatie e simpatie personali. Questo periodo di sofferenza, il sommo poeta l’avrebbe passato nella sua Toscana.

Ad un lettore occasionale potrebbe sembrare un racconto fantasioso eppure la descrizione del purgatorio fornita da Natuzza come luogo di sofferenza interiore dell’anima è la medesima fornita secoli prima da San Gregorio Magno. Inoltre c’è un’ulteriore conferma che la mistica fosse in contatto con le anime del Purgatorio: un giorno una donna ha mandato una lettera a Padre Pio con scritto che voleva ritrovare la fede perduta, ma non ricevendo risposta è andata a trovare Mamma Natuzza, la quale le ha detto: “Non ti preoccupare, che verrà presto il giorno nel quale non ne potrai fare a meno. Tuo fratello è salvo, ed ha fatto una morte da martire. Ora ha bisogno di preghiere ed è dinnanzi ad un quadro della madonna, in ginocchio, che prega. Soffre perché sta in ginocchio”. Qualche tempo dopo alla donna è arrivata la risposta di Padre Pio in cui c’era scritto: “Tuo fratello si è salvato, ma ha bisogno di suffragi”. è solo una coincidenza?

Gestione cookie