Il lavoro svolto da Natuzza Evolo, veggente di Paravati scomparsa da qualche anno, è stato accolto benevolmente da migliaia di pellegrini e un po’ meno da alcuni sacerdoti, c’è infatti chi sosteneva che questa non fosse altro che un medium a buon mercato, ma tale definizione non rende giustizia alla memoria di una donna che tanto sollievo ha portato nelle anime del purgatorio ed in quelle di chi pativa per la mancanza di un parente scomparso.
A testimonianza del fatto che Natuzza era ben altro che una medium c’è il ricordo di un sacerdote condiviso sulle pagine del blog di Paolo Tescione. Il sacerdote racconta di aver riflettuto molto sulla figura della veggente di Paravati e di essere giunto alla conclusione che essa non potesse essere accomunata ad una semplice medium e che una definizione tale era dettata dall’invidia di chi, dopo tanti studi seminaristici, si vedeva scavalcato nelle preferenze dei fedeli da una donna che non solo non sapeva nulla di dottrina, ma che non aveva nemmeno fatto gli studi obbligatori.
La testimonianza del sacerdote continua descrivendo la pratica di Natuzza, essa non convocava le anime né decideva di avere le apparizioni, queste le capitavano e basta. Quando qualche fedele le chiedeva di poter parlare con un caro defunto, essa rispondeva che questo non dipendeva dalla sua volontà ma da quella di Dio e che se loro desideravano veramente parlare con un caro defunto dovevano pregare Dio perché concedesse loro questa grazia. In molti sono stati accontentati, ma per quelli che non hanno potuto beneficiare delle apparizioni c’era comunque la consolazione di conoscere il loro destino: l’angelo custode di Natuzza, infatti, discendeva per dirle la condizione delle anime.
E’ vero che dalla descrizione del fenomeno non c’è molta differenza (solo nella modalità richiesta-offerta) tra quello che faceva Natuzza e quello che sostengono di farei medium, solo che in questo caso era Dio che le concedeva le visioni. Bisogna ricordare che i fenomeni di apparizione delle anime del Paradiso e del Purgatorio (in alcuni casi anche quelle dell’Inferno) non sono una novità, parecchi dei santi della storia cattolica hanno ricevuto tali visite che erano finalizzate ad accelerare la loro ammissione in Paradiso attraverso un suffragio universale. Nel caso di Natuzza c’era ovviamente questa componente, ma a differenza di molti santi, queste visite erano anche e sopratutto finalizzate a dare conforto alle anime dei cattolici in un periodo storico in cui non si parlava più di Purgatorio.
A dimostrazione di quanto vi stiamo dicendo c’è la splendida testimonianza di Pia Mandarino, professoressa che aveva da poco perso il fratello e cercava conforto. La donna mandò una lettera a Padre Pio, ma questo per qualche motivo non le rispose subito, così, si decise ad andare da Natuzza. Arrivata a colloquio con la veggente le disse della sua fede carente, lei si fece una risata e le rispose: “Non ti preoccupare, che verrà presto il giorno nel quale non ne potrai fare a meno. Tuo fratello è salvo, ed ha fatto una morte da martire. Ora ha bisogno di preghiere ed è dinnanzi ad un quadro della madonna, in ginocchio, che prega”.
Le parole di Natuzza la rasserenarono ed a conferma di quello che le aveva detto, qualche mese dopo le arrivò la risposta di Padre Pio: “Non ti preoccupare tuo fratello si è salvato ha solo bisogno di suffragi”. Due persone diverse, ricche in fede, senza nemmeno conoscersi le avevano dato la medesima risposta, non le serviva altro e da quel giorno recuperò la fede. Questa è solo una delle vicende che riguardano la compianta veggente, si può non credere che fosse guidata da Dio?