Qual’era il legame tra Natuzza Evolo e Padre Pio?
Lo svela il padre spirituale della Serva di Dio, don Pasquale Barone.
L’operato di Natuzza Evolo, veggente di Paravati scomparsa quasi dieci anni fa, ha trovato larga benevolenza in decine di migliaia di pellegrini.
Questi si rivolgevano a lei soprattutto per avere conforto per i propri cari defunti.
Natuzza verso la beatificazione
Come spesso accade, quando ci trova difronte a fenomeni di grande spiritualità legata a visioni dell’aldilà, ci si interroga sulla reale natura di queste doti. Una sana prudenza, che Santa Madre Chiesa, mette in atto da sempre. Natuzza, non è dunque sfuggita a questa regola che l’ha infatti vista per tanti anni “osservata speciale della Chiesa”. Molti gli scettici tra cui anche alcuni sacerdoti che sostenevano che non fosse ne più e ne meno che una semplice medium. Ora sappiamo bene come i punti di vista siano cambiati tant’è che proprio il 6 Aprile 2019 si è aperta la causa di beatificazione a favore di Natuzza Evolo.
Una vita, la sua, trascorsa a parlare e ad intercedere per le anime del Purgatorio in un momento storico nel quale di Purgatorio si parlava molto poco. Natuzza era una donna umile, non aveva neanche l’istruzione obbligatoria, come la piccola Bernadette Soubirous. Uno scetticismo nei suoi confronti che potrebbe essere paragonato anche se su altri temi, a quello riservato a Padre Pio.
Non saremo certo noi a voler diramare le nebbie su questi fatti. Vorremmo riflettere su certe coincidenze o meglio Dioincidenze.
La storia di Pia Mandarino
Pia Mandarino non era una donna di fede fervente e voleva trovare un po’ di conforto all’atroce dolore da cui era afflitta per la recente perdita dell’amato fratello. Pia scrisse così a Padre Pio ma la sua risposta tardò ad arrivare. Avendo sentito parlare di Natuzza decise dunque di andarla a trovare. Fu un colloquio che per noi assume un significato forte.
Pia conferì con Natuzza del fratello e della sua debole fede e la mistica le disse sorridendo: “Non ti preoccupare, che verrà presto il giorno nel quale non ne potrai fare a meno. Tuo fratello è salvo, ed ha fatto una morte da martire. Ora ha bisogno di preghiere ed è dinnanzi ad un quadro della Madonna, in ginocchio, che prega”. La donna se ne andò molto sollevata.
E cosa centra Padre Pio? alcuni mesi più tardi Pia trovò una lettera un po’ stropicciata, veniva dal frate di Pietrelcina il cui contenuto la colpì molto: “Non ti preoccupare – scriveva Padre Pio – tuo fratello si è salvato ha solo bisogno di suffragi”. La stessa risposta da due persone così diverse in tempi diversi, uno Santo l’altra forse.
Padre Pio e Natuzza: i loro incontri
Natuzza e Padre Pio si erano incontrati nel 1960. La mistica in compagnia del consorte si recò a San Giovanni Rotondo e partecipò alla celebrazione eucaristica tenuta dal cappuccino. Al termine della messa chiese al futuro santo di essere confessata. Padre Pio la guardò e le disse: “Ma cosa vuoi confessarti tu, ti sei già confessata e hai ricevuto l’eucaristia. Ricordati di quello che ti ha detto la Madonna”. Il frate grazie al suo dono di leggere nei cuori ben conosceva l’autentico dialogo che era in atto tra Natuzza e la Madonna.
Ma l’incontro forse più toccante, quello che potremmo leggere come una sorta di vero e proprio passaggio di testimone tra i due è quello raccontato da Don Pasquale Barone, padre spirituale di Natuzza. Il sacerdote ricorda che il 20 settembre 1968 la mistica le rivelò che aveva incontrato in visione Padre Pio il quale (a tre giorni dalla sua morte terrena), le disse: “Prega per le mie sofferenze perché sono all’apice, fra poco le mie finiranno ed inizieranno le tue”. Ed è ben noto quanto Natuzza abbia sofferto fino al giorno del suo decesso avvenuto il 1 novembre 2009.
Due innamorati di Dio e della Madonna che hanno dedicato, sacrificato e vissuto in funzione di questo amore loro. «Erano due figure semplici, umili, popolari che hanno cercato di Dio nella loro esperienza d’amore e di sofferenza», le parole di Don Pasquale in una intervista a Tv2000 nel gennaio del 2017 riportata anche sulle pagine di Aleteia.
Cristiano Sabatini
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