Natuzza Evolo ha sempre portato con sé i segni della Passione di Gesù, fin da bambina: a testimoniarlo è il medico, che era con lei nel periodo più intenso, quello della Quaresima.
Natuzza aveva appena dieci anni, quando iniziò a manifestare le rappresentazioni fisiche più intense della Passione di Nostro Signore Gesù. Quando ancora era una bambina, la piccola Natuzza mostrò delle piccole lesioni a mani, piedi, e polsi. Natuzza, tra l’altro, ha sempre sostenuto che queste ferite, divenute nel corso degli anni vere e proprie piaghe, le ha sempre accettate con amore e gioia, perché sapeva che era “la mano del Signore che si poggiava su di lei”. Arriva però una bellissima testimonianza, quella della dottoressa Isolina Mantelli, che stette con lei nei periodi in cui i segni della Passione si facevano più intensi: il periodo della Quaresima.
La dottoressa Isolina Mantelli, che ha assistito Natuzza Evolo per tre anni, dal 1979 al 1981, porta con sé un ricordo molto intenso e commosso della mistica, in particolar modo nei giorni delle celebrazioni della Quaresima. La dottoressa ha testimoniato di arrivare dalla mistica, nel giorno del Venerdì Santo, intorno alle ore 12:00.
“La trovavo già in sofferenza, a letto, che stava male. L’aspetto di Natuzza è quello di una donna martoriata fisicamente e spiritualmente. Quando le ho esaminato la piaga sul torace, mi sono entrate tre dita dentro“. La dottoressa, pur ricordando che Natuzza “era tutta una piaga”, fa sapere che, dal suo punto di vista non poteva far nulla: “Io vado da lei in qualità di medico, ma soprattutto per rassicurare il marito, perché Natuzza, in quelle circostanze, non ha certo bisogno di un medico”.
E infatti, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, sul corpo di Natuzza, specie nel periodo quaresimale, le lesioni divenivano sempre più grandi. Una volta, la stessa mistica di Paravati, disse: «Ero piccolissima. Un giorno Gesù mi ha detto: “Mi appoggio a te con un dito!”. E mi uscì il primo buco. A me sembrava una cosa bella, perché Dio mi toccava ed era una gioia perché vedevo il Signore».
La stessa dottoressa ha poi raccontato del momento di maggior sofferenza della mistica, nei momenti in cui si trovava in uno stato di estasi. Il momento più sofferto è quando si presentava il demonio, che le mostrava sofferenza e distruzione. Quella, sostiene il medico, fu l’unica volta che Natuzza si ribellò, dicendo: “Io questo non lo sopporto, questo proprio no!”. Ma subito dopo le ribellioni, quando il demonio era scacciato, Natuzza aveva il volto rasserenato e non proferiva più parola. Tutto ciò durava fino alle ore 14:30, ora della morte di Nostro Signore.
I segni della Passione furono molto sofferti dalla mistica Natuzza: lo stesso medico testimoniò la sofferenza con queste commosse parole: “Io mi metto in un angolo, ma vedere una sofferenza così forte, a cui non si può partecipare e che non si può capire, mi sconvolge. A un malato si può dare aiuto, a lei no“.
Fabio Amicosante
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