Un neonato che poteva essere salvato grazie alla culla termica che era stata posta proprio in chiesa per aiutare la vita, ma qualcosa purtroppo non ha funzionato.
Il tutto è successo a Bari: il profondo dolore del sacerdote che ha raccontato alle forze dell’ordine cosa è successo e che cosa non è andato nel meccanismo che avrebbe potuto mettere in salvo la vita di quel piccolo bambino da poche ore venuto alla luce.
Una tragedia che ha scosso molto i cittadini del posto e che ricostruiamo anche attraverso le parole angosciate e addolorate dello stesso sacerdote.
Neonato trovato morto nella culla termica della chiesa
Una piccola vita che poteva essere salvata se solo tutto il meccanismo avesse funzionato. La tragedia, e la morte di un neonato, è avvenuta a Bari, nel quartiere di Poggiofranco, alla chiesa di San Giovanni Battista. Una chiesa molto nota nel circondario non solo per la devozione piena al precursore di Cristo, quanto anche per un qualcosa che è stato posto lì, per salvare i bambini che, per una qualche ragione, le mamme decidono di non tenere: la culla termica.
Un dispositivo che, di solito, si trova negli ospedali ma che, sta diventando una buona pratica e consuetudine, viene installato anche nelle parrocchie dove si è certi che i piccoli potranno, poi, ricevere le cure necessarie. E proprio nella culla termica di questa parrocchia, un neonato è stato trovato senza vita.
Stando alle primissime ricostruzioni, pare non sia scattato l’allarme di avviso posto nella culla e collegato al cellulare del sacerdote. Don Antonio, infatti, ha spiegato come, ogni qualvolta un piccolo viene adagiato nella culla, il dispositivo si mette in allarme e, in primis lui come sacerdote, va in aiuto al bimbo per dargli le primissime cure.
L’allarme non è suonato
Questa volta, però, pare che l’allarme non sia suonato e quando ci si è accorti della presenza del neonato nella culla, era ormai troppo tardi. Il ritrovamento del piccolo corpicino, ormai senza vita, è avvenuto questa mattina alle ore 9.30.
A segnalare l’accaduto è stato un volontario della parrocchia che è andato a controllare la culla. Il piccino era ormai immobile e inutili sono stati tutti i tentativi di rianimarlo da parte del personale del 118, immediatamente chiamato ed accorso in chiesa.
Dolore e sconcerto nelle parole di don Antonio, sacerdote della parrocchia: “Il mio cellulare collegato alla culla non ha squillato” – ha affermato. È probabile che la porta della culla sia rimasta aperta e, per questo, l’allarme del suo cellulare non sia squillato. Ma gli accertamenti sono ancora in corso per capire cosa sia, di preciso, accaduto.
Infatti, il sistema prevede un allarme immediato che rileva la presenza di movimenti se la porta della culla si apre e poi si richiude. La porta però era aperta e il sistema, di conseguenza, non ha rilevato movimenti. Da qui, la non conoscenza della presenza del piccolo al suo interno, avvolto in una copertina celeste, che era stato poggiato lì da alcune ore.
Dalle prime indagini, non si esclude che sul corpo del piccolo possa essere effettuata un’autopsia per capire le effettive cause della sua morte e, anche, per stabilirne l’età, anche se stando ai medici, non supera il mese di vita. Una morte atroce che lascia l’amaro in bocca, poiché il piccolo, se solo la porta fosse stata chiusa, si sarebbe potuto salvare.
Preghiamo affinché Maria, la nostra Mamma Celeste, accolga fra le sue braccia materne questa piccola anima indifesa.