Il bilancio è drammatico, destinato a peggiorare e fa più paura del Coronavirus: più di 100 morti, in soli 7 giorni, e solo nello stato messicano di Guanajuato.
Gli omicidi -perché di questo si tratta- non si placano nemmeno con l’intervento dell’esercito. Il motivo? Una sorta di guerra civile, innescata dall’arresto, lo scorso Agosto, di Josè Antonio Yepez Ortiz, denominato “El Marro”. Era il leader indiscusso del cartello della droga di Santa Rosa de Lima!
Da allora, i suoi sicari sparano in pieno giorno, ovunque, nei bar e in ogni locale pubblico, ai funerali persino, tanto che la prima settimana di Ottobre ha registrato 103 vittime. Gli affezionatissimi de “El Marro” si fanno contro ai loro oppositori del Cartel Jalisco Nueva Generacion. I gruppi si contendono il controllo del territorio e il risultato è una strage di civili, quanto nemmeno il Coronavirus riuscirebbe a fare, in così poche ore.
Non Coronavirus, ma delinquenza e guerre
“Quando si tratta di crimine organizzato, non è sufficiente arrestare i capi delle bande, perché ne sorgono altri o arrivano altre bande, non ci sono vuoti, vengono riempiti”, spiega il Presidente messicano, Andres Manuel Lopez Obrador. Nei primi sette mesi dell’anno, nel Guanajuato, sono state uccise 3.032 persone. Questo non è certo l’unico Paese al mondo in cui si perde la vita, per cause differenti dalle conseguenze del Coronavirus.
Per cosa combattere?
Ci sono molte situazioni, molte guerre, molte tragedie che non trovano più spazio nella nostra cronaca odierna, presi come siamo dal rischio del contagio da Covid-19. Stiamo rischiando forse di lasciare da soli i nostri fratelli che, nel resto del mondo, combattono soprusi, violenze, abusi, perché usare mascherine, distanziamento sociale, disinfettanti vari e sanificazione prende tutto il nostro spazio mentale? Impugnare l’amuchina non è esattamente come stringere tra le mani un’arma! Il Coronavirus è pericoloso, ma, se rispettiamo le norme, è già sconfitto.
Antonella Sanicanti