I DELITTI DELLA STORIA
“La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”, dice una nota frase. Questo modo di dire mi è venuto alla mente mentre, facendo una breve ricerca su wikipedia, mi sono imbattuta in una lunghissima lista, quella delle guerre affrontate nella storia dal genere umano. Mi pare che quel detto le spieghi bene tutte: molte azioni umane cominciano col voler essere, o apparire almeno, buone, per poi corrompersi, secondo gli interessi di pochi o di gruppi dominanti, che fomentano le folle alla battaglia, celando quei principi personali dietro propositi per il bene comune.
Sono certa che il racconto di ogni guerra può essere riassunto in queste poche righe: le guerre sacre, quelle giudaiche, quelle delle conquiste musulmane, le guerre mondiali (che ancora oggi non ci lasciano dimenticare lo strazio delle deportazioni), le battaglie sulla striscia di Gaza … Aleppo. Purtroppo l’elenco sanguinolento è così lungo da non poter stare nello spazio di questo articolo, ma il concetto sottostante si, perché è comune.
Non c’è ragione accettabile perché la razza umana entri in contrasto con membri della sua stessa specie, qualunque dissapore ci possa essere tra i popoli, qualunque interesse, dal difendere i diritti ergendosi a difensori, perché una nazione non sprofondi sotto la predominanza di un’altra, al voler accaparrarsi terre e petrolio in un territorio lontano. Tutto funge da pretesto ed arriva all’unica, tragica, conclusione possibile: distruzione delle vite altrui, morte di vittime innocenti.
Il tempo limitato trascorso su questo pianeta dovrebbe servire a purificare la nostra anima, conoscendo ed apprezzando i fratelli, a diffondere la pace, perché il nostro essere possa nutrirsene, invece si lotta per predominare. La guerra non è mai come una gara sportiva in cui uno vince e l’altro perde, sotto lo guardo attento di un giudice/arbitro. La guerra sconvolge i popoli, sfianca e decima le famiglie, privandole dei padri e dei giovani. Ci ammazza tutti nel corpo e nello spirito, ci rende nemici, nessuno ne esce vincitore, nemmeno i vivi.
Molte guerre sono state dichiarate religiose (dalle crociate agli affronti dell’isis al mondo d’oggi), è questo le rende ancora più assurde. Non c’è Dio infatti che vorrebbe vedere i frutti del suo creato, gli uomini, annientarsi a vicenda e perdere ogni speranza di quieto sopravvivere!
Non c’è bisogno che si legga tutta la Bibbia (lo dico per i non cristiani, ovviamente), ne che si conosca il Corano o un qualunque altro libro sacro, per capire che la guerra è un’invenzione dell’uomo che lastrica di sangue la storia.
Privare della vita è uno dei peccati peggiori di cui dovremo rispondere, non importa se siamo cristiani o non lo siamo. Risponderemo di ogni volta che abbiamo ridotto il nostro fratello, quello ci cui avremmo dovuto prenderci cura, a cadavere.
Il cristiano basa il suo credo su una frase che è rivelatrice e che mai dovremmo dimenticare:
“A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.”.
Dovremmo auspicare che gli obiettori di coscienza, che si rifiutano per il proprio credo di impugnare un’arma, diventino la maggioranza, in ogni parte del mondo, e cessino di essere una categoria ristretta, spesso equivocata e mal giudicata.
La frase di apertura è di Karl Marx, notoriamente non cristiano. L’ho scelta per sottolineare che considerare nemici chi non condivide le nostre idee, impoverisce sicuramente.