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Nicolina 15 anni poteva essere salvata, ma non hanno mosso un dito

Le donne hanno bisogno di essere protette e non sanno più come dirlo!

Forse dovremmo chiederci perché sono sempre loro quelle che hanno la peggio, quelle che non vengono affrontate sul piano pacifico e civile del verbale, ma picchiate, violentate, uccise, eliminate.

E’ toccato, qualche giorno fa, alla giovanissima Nicolina Pacini, una ragazza di soli 15 anni, morta per aver ricevuto un colpo di pistola in piena faccia, sparato dall’ex compagno della madre, Donatella Rago.

Un ventina di giorni prima, la madre si era recata dai Carabinieri, dicendo: “Ho paura per mia figlia.”, sapeva infatti del comportamento violento del suo ex convivente, Antonio Di Paola di 36 anni e, tra l’altro, pregiudicato.

Ma l’appello, come quello di altre donne, è rimasto, probabilmente, nell’archivio delle autorità, registrato come un aggiornamento del curriculum malavitoso di quell’uomo, dichiaratamente pericoloso.

Cosa potevano fare queste due donne, madre e figlia, per evitare il tragico epilogo?

Donatella aveva affidato i figli ai nonni, cercando di proteggerli e di tenerli lontani dalle minacce dell’ex, ma pare che la cosa non abbia funzionato e che la piccola Nicolina si sia ritrovata da sola alla fermata dell’autobus. Frequentava il liceo scientifico e, alle 7:30, aspettava di andare a scuola, quando la morte l’ha raggiunta. L’ex della madre l’ha colpita, con una semiautomatica calibro 22.

“Dov’erano i nonni mentre mia figlia moriva? Ora denuncerò tutti, perderanno l’affido.”. “I miei figli erano in affidamento ai miei genitori ed io avevo avvertito che sarebbe successo qualcosa, nessuno mi ha dato retta. Io non c’ero, ma i miei che li avevano in affido dov’erano? Non doveva prendere il pullman, visto che c’erano delle denunce in corso, ma dovevano accompagnarla loro a scuola.”, si sfoga così la madre inconsolabile, lasciando trapelare uno stato di solitudine e disperazione oltre misura.

Aveva tentato di tutto, Donatella; si era trasferita dalla Puglia in Toscana, addirittura, pur di sfuggire al suo persecutore. Voleva portare anche i figli con se, ma, per non strapparli al loro ambiente, alle amicizie di scuola, aveva accettato di affidarli ai nonni.

E’ stato tutto inutile ed ora la vicenda continua a risuonare sulle pagine di cronaca nera, senza che alcuna risposta spazzi via l’inquietudine della madre della ragazzina uccisa.

Pare che poi il suo assassino si sia tolto la vita, con quella stessa arma, ma questo non conforta nessuno, ne ci fa sentire più al sicuro.

Nicolina sarà la prossima vittima delle trasmissioni Tv, degli esperti criminologi che vaglieranno le tante denunce fatte precedentemente dalla madre, il profilo psicologico dell’omicida e anche il tessuto sociale in cui è avvenuta la tragedia.

La piccola non voleva rivelare all’uomo dove fosse nascosta la madre, sembrerebbe questo il movente dell’assassinio: “Con folle lucidità, ha deciso di vendicarsi nei suoi confronti, tentando di uccidere la figlia.”, scrive, appunto, la procura, nel suo resoconto.

 

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