Potrebbe esserci un altro virus a provocare un’altra pandemia? Dopo il Covid, un report ci avverte sui nuovi rischi.
Candidato a responsabile della prossima pandemia, è un virus che si chiama Nipah, questo agente patogeno è ancora limitato alle aree rurali dell’estremo oriente. Il rischio che possa diffondersi, però, è reale e anche l’OMS mette in guardia
Gli esperti in materia iniziano a domandarsi quali potrebbero essere i rischi che porterebbe alla popolazione, dato il suo elevato tasso di mortalità.
Si chiama Nipah ed è un virus che ha un tasso di mortalità molto alto. Un recente studio fatto, stabilisce che i suoi sintomi possono variare, da febbre, tosse, mal di testa, respiro corto e confusione. Alcuni potrebbero dire che sono simili al Coronavirus, ma la preoccupazione degli esperti inizia a farsi sentire.
“Il virus Nipah è un’altra malattia infettiva emergente che causa grande preoccupazione. Potrebbe esplodere in qualsiasi momento. La prossima pandemia potrebbe essere un’infezione resistente ai farmaci” – ha dichiarato Jayasree K Iyer, direttore esecutivo della “Access to Medicine Foundation”.
Il rapporto stilato dalla Access to Medicine Foundation, esamina 20 principali aziende farmaceutiche per capire come possano rendere accessibili farmaci, vaccini e diagnostica. Da qui, anche, l’accesso a tutte le cure contro il Coronavirus, ma anche capire quali sono le altre epidemie e i loro rischi non ancora affrontati.
La malattia è stata identificata per la prima volta nel 1998 durante un’epidemia in Malesia, mentre il virus è stato isolato nel 1999. Prende il nome da un villaggio in Malesia, Sungai Nipah. Si tratta di un virus raro e diffuso dai pipistrelli della frutta. Per l’OMS, questi può esser trasmesso dall’animale all’uomo attraverso alimenti contaminati e anche da persona a persona.
Oltre ai sintomi elencati precedentemente, l’OMS affianca, per il virus Nipah, anche “vertigini, sonnolenza e coscienza alterata. Alcune persone possono anche avere polmoniti atipiche e gravi problemi respiratori”.
Alcune persone possono anche sperimentare polmonite atipica e gravi problemi respiratori, incluso distress respiratorio acuto. Encefalite e convulsioni si verificano nei casi gravi, progredendo fino al coma entro 24-48 ore.
Le persone che guariscono dall’infezione non riportano conseguenze. Solo pochi casi, hanno accusato condizioni neurologiche residue dopo l’encefalite acuta. Sono stati anche segnalati alcuni casi di ricaduta.
Questo virus ha un periodo di incubazione che va dai 4 ai 14 giorni ma, sempre secondo l’OMS, può registrare anche periodi più lunghi fino a 45 giorni.
Ciò che preoccupa di più di questo virus è il suo alto tasso di mortalità – tra il 40 e il 75% – e il livello particolarmente elevato di contagiosità, che però può variare molto in base all’epidemia a seconda della sorveglianza e della gestione clinica nelle aree colpite.
Ad oggi, per il virus Nipah, non ci sono farmaci o vaccini che contrastano l’infezione.
Fonte: greenme.it
ROSALIA GIGLIANO
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